Le due teste della Russia
Avere due teste al comando, a voler decidere in una situazione di crisi, non è quasi mai una buona idea. In Russia il potere oscilla, o meglio è conteso, tra il Governo provvisorio e il Comitato dei delegati di operai e soldati. Nonostante i tentativi dei più lungimiranti leader politici, tra i due organi non c’è una perfetta unità di vedute. E questo è un problema. L’eventuale passaggio da semplici divergenze a un pericoloso braccio di ferro preoccupa i moderati.
Il 13 aprile il Comitato dei delegati di operai e soldati è riunito in congresso: «Noi ci associamo a chi insiste perché i Governi rinuncino a tutte le conquiste e procedano a una modificazione dei loro trattati. […] Il popolo rivoluzionario russo continuerà i suoi sforzi per una pace basata sulla fratellanza e l’uguaglianza dei popoli liberi. La rinuncia ufficiale di tutti i Governi ai programmi annessionisti costituirebbe un mezzo potente per terminare la guerra». Gli esponenti dichiarano comunque di voler proseguire al fianco degli Alleati e difendere la libertà della patria finché questi principi non saranno riconosciuti universali.
Qui però sorge un altro problema: nessuno lo dice, ma la Russia continua a vivere un’allarmante emorragia di diserzioni. All’annuncio di voler redistribuire le terre molti soldati hanno risposto facendo i bagagli, abbandonando il fronte e tornando a casa. Non solo, perché chi è rimasto mette spesso in discussione l’autorità degli ufficiali, ne contesta gli ordini, inceppando la catena di comando.
A manifestare tutto l’appoggio e la simpatia al Governo provvisorio, arrivano a Pietrogrado i rappresentanti dei labouristi inglesi e dei socialisti francesi. Viaggio utile anche in chiave anti-tedesca, soprattutto dopo le aperture della sinistra berlinese.
I bollettini dal fronte occidentale parlano di burrasca e di «giornata consacrata a consolidare i guadagni e a fare avanzare cannoni e approvvigionamenti». I britannici marciano adagio verso Lens: occupano la cittadina di Vimy, Givenchy-en-Gohelle e Angres. Progressi registrati anche in direzione di Cambrai.
La stampa alleata grida alla grande vittoria, sciorina complimenti a pioggia e racconta di soldati gaudenti, «tutti felici»; ne riparleremo a breve.
I giornali parlano anche di altro, soprattutto quelli delle minoranze più nazionaliste e conservatrici. Qualcuno deve aver riletto bene le dichiarazioni americane. Le linee guida dettate da Wilson, non piacciono proprio a tutti: concedere massima libertà e indipendenza a ogni popolo non dovrebbe suonare benissimo per i grandi imperi coloniali. «Le teorie di Wilson potrebbero compromettere la conferenza di pace. La dottrina sul diritto delle nazioni all’autonomia e all’indipendenza ha già causato un fermento in Irlanda e ha obbligato la Russia a proclamare l’indipendenza della Polonia e l’autonomia della Finlandia. Ucraina e Lituania ora pretendono di costituirsi in Stati sovrani. Non dobbiamo lasciarci trascinare all’applicazione di simili preconcetti democratici all’intero universo. Speriamo che lo spirito realista di Wilson abbandoni sofismi così disastrosi». Come dire: “Dateci una mano, ma tenete la bocca chiusa”.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Conferenza di tutti i delegati di operai e soldati a Pietrogrado.
- Il Governo provvisorio russo riceve i rappresentanti dei laburisti inglesi e dei socialisti francesi.
- La Bolivia interrompe i rapporti diplomatici con la Germania.
- Dimostrazioni interventiste a Rio de Janeiro e in parecchie altre città del Brasile.
Fronte occidentale
- I britannici catturano la cittadina di Vimy, Givenchy-en-Gohelle, Angres e altri due villaggi (sud-ovest di Lens).
- A sud della strada Bapaume-Cambrai, i britannici catturano il villaggio e la foresta di Gouzeaucourt.
Fronte asiatico ed egiziano
- I britannici respingono i turchi da Seraijik (sulla strada Deli Abbas-Mossul).
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 687 - 13 APRILE 1917 - ORE 18:00
Sulla fronte Tridentina, nella giornata del 12, attività delle artiglierie da Valle d' Adige a Valle di S. Pellegrino (Avisio). I nostri calibri eseguirono efficaci raffiche di fuoco contro la stazione di Calliano, ove si svolgeva un intenso movimento di treni.
Sul massiccio del Colbricon (Alto Cismon) nella passata notte distruggemmo con una contromina una galleria di mina che il nemico veniva scavando sotto le nostre posizioni avanzate; il margine dell'escavazione fu dai nostri occupato e rafforzato.
Sulla fronte Giulia duelli delle artiglierie nella zona di Plava ad oriente del torrente Vertoibizza e nel settore settentrionale del Carso.
Piccoli attacchi nemici nelle vicinanze di Dolla (Tolmino) e contro la posizione da noi occupata il giorno 7 a nord di Boscomalo (Carso) furono nettamente ributtati.
Stamane all' alba velivoli nemici lanciarono bombe sull' idrovoro di Codigoro: nessun danno.
Generale CADORNA