6 Luglio, 1917

Colpaccio di Lawrence d’Arabia

Con davanti il mare, protetto dai pesanti cannoni tedeschi, e le spalle coperte dai rilievi di un infuocato deserto. Aqaba è l’ultimo grande porto rimasto all’Impero ottomano sul Mar Rosso. Nel corso dei secoli quel piccolo angolo di Giordania ha spesso avuto un pedigree di razza; stando ai libri antichi, Re Salomone aveva lì la sua flotta.
Ad Aqaba i turchi si sentono abbastanza sicuri da tenere solo qualche centinaio di soldati, come detto uno sbarco è improbabile e la minaccia di un esercito regolare lo è anche di più. Eppure il 6 luglio Aqaba cade. Già, perché un esercito non ce l’avrebbe fatta, ma gli irregolari di Awda Abu Tayi e Lawrence d'Arabia sì: con l’aiuto delle popolazioni beduine hanno attraversato il deserto e a quel punto è stato facile sopraffare la guarnigione ottomana.
La conquista di Aqaba apre rosei scenari logistici ai britannici, quel porto sarà una cruciale base d’operazioni per tutta la regione mediorientale.
I turchi si arrendono ancora una volta alla guerriglia, già capace di sabotare con successo la ferrovia dell’Hejaz.


Non c’è pace neanche tra i neutrali. Lo sa bene la Spagna ed è curioso come certe tematiche sembrino non risolversi mai del tutto. L’Inghilterra ha la sua questione irlandese; Madrid, allora come oggi, ne ha due: quella basca e quella catalana. La situazione è grave: politica ed economia sono alle corde e l’aver imposto lo stato d’assedio, la limitazione delle libertà e la soppressione delle garanzie costituzionali, ha solo agitato le acque. A Bilbao gli scioperi sono una costante, a Barcellona si fa un passo in più: deputati e senatori catalani approvano una mozione richiedente l’autonomia amministrativa in tutto il Paese e la convocazione del Parlamento con funzioni di Costituente. La tensione sale.

Parlando di autonomie e indipendenze è un attimo arrivare in Austria-Ungheria. A Budapest il Premier Esterházy sottoscrive la linea politica del suo predecessore e del suo omologo austriaco: Il diritto di Stato è superiore a quello di nazionalità, l’Ungheria non permetterà ai suoi popoli di disintegrare il Paese.
Dal Parlamento magiaro passiamo al Reichstag, da dove escono voci contraddittorie. Berlino si prepara a una possibile crisi, ricordando come tutti i paesi belligeranti siano passati per simili prove. Mal comune mezzo gaudio. Sotto accusa ci sono le troppe ambiguità del Governo. Basta cerchiobottismo, basta politiche né carne, né pesce. Tutti i rappresentanti tedeschi, dalla sinistra socialista alla destra conservatrice, chiedono al Gabinetto risposte, posizioni chiare e dichiarazioni precise.
Calata la notte gli Alleati compiono un colossale raid sulle città della Germania occidentale: ottantaquattro aerei recapitano una montagna di bombe, accanendosi su Essen, sede delle officine Krupp.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il Senato italiano vota all'unanimità un ordine del giorno di fiducia nel Governo.
  • Crisi in Germania a causa delle richieste al Reichstag per riforme nella politica estera e interna e per una pace senza annessioni o indennità.
  • Una ventina di senatori e una quarantina di deputati della Catalogna approvano una mozione con cui si chiede l'autonomia della regione e la convocazione immediata del Parlamento.
  • Li-Yuanhong, Presidente della Cina, si dimette; gli subentra il vicepresidente Feng Guozhang.
  • In Canada seconda lettura della legge sulla coscrizione.

Fronte occidentale

  • Attività aeree a sud di Ypres.
  • Le città tedesche vengono bombardate dagli aerei francesi, soprattutto Essen, sede delle officine Krupp.

Fronte orientale

  • Duri scontri vicino Brzeżany.
  • Gli attacchi russi in Galizia si estendono nella regione di Stanislau (l’odierna Ivano-Frankivs'k). 

 Fronte asiatico ed egiziano

  • Ribelli arabi, guidati da Awda Abu Tayi e dal britannico Thomas Edward Lawrence ("Lawrence d'Arabia"), strappano Aqaba e il suo porto agli ottomani.

Operazioni navali

  • Cacciatorpediniere inglese silurato nel mare del nord: 8 morti.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 769 - 06  LUGLIO 1917 - ORE 18:00

Nella notte sul 5 arditi reparti portarono innanzi con azione di sorpresa qualche tratto della nostra linea a nord-est di Selo (Carso) includendovi alcuni posti avanzati del nemico, al quale vennero catturati prigionieri. L' occupazione venne mantenuta ad onta degli immediati violenti ritorni offensivi dell'avversario.
Nella notte seguente il nemico, dopo violenta preparazione di fuoco, tentò nuovamente di riprendere il terreno perduto, ma, falciato dai nostri tiri di sbarramento e dal fuoco delle mitragliatrici, ripiegò in disordine, subendo sensibili perdite e lasciando altri prigionieri nelle nostre mani.
Durante la giornata di ieri le nostre artiglierie batterono con evidente efficacia notevoli movimenti di truppe e carreggi nemici in Valle di Adige, in Valle di Travenanzes, alla testata di Seebah, sulla strada di Chiapovano e presso Aisovizza ad est di Gorizia.

Generale CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori