Santa Maria la Longa come Pietrogrado
«Caricare. Puntare. Fuoco!» Sono comandi inequivocabili. In 28 si accasciano sotto il muro del cimitero di Santa Maria la Longa, nell’alba livida del 16 luglio. Poi l’ufficiale fa il giro, uno per uno, è il colpo di grazia. Poche ore prima, nella notte, si era consumato il più grave atto di ammutinamento registrato nell’esercito italiano durante la Grande Guerra. A Santa Maria la Longa, in provincia di Udine, riposa la Brigata “Catanzaro”. Ricevuto l’ordine di tornare in prima linea, due reggimenti si ribellano, prendono i fucili, si asserragliano negli accampamenti. E da lì o li fai arrendere o devi stanarli.
La cancellazione del riposo è solo la goccia che fa traboccare il vaso. Il progetto di ribellarsi covava da due mesi e non era più un segreto: il Comando aveva infiltrato dei carabinieri e preparava qualche arresto. La sparatoria dura quasi tutta la notte, non molte le vittime, ma l’ammutinamento viene sedato solo grazie all’arrivo di rinforzi. Adesso però bisogna fare i conti con le conseguenze. Pagano in 28, fucilati sul posto. Alcuni sono stati “colti in flagrante”, gli altri vengono estratti a sorte. È la decimazione, impossibile stabilire se fossero innocenti o colpevoli.
Saranno sepolti in una fossa comune, in quel paese dove Ungaretti, qualche mese prima, ci aveva regalato “M’illumino d’immenso”.
La motivazione della rivolta è l’usura. I soldati sono logori, sono alla frutta e alla fine esplodono. Quelli della “Catanzaro” erano tra i reggimenti più martoriati dalla guerra: hanno combattuto bene finora e continueranno a farlo in futuro; in alcune azioni registrano la perdita del 40% degli effettivi impegnati.
Bisognerebbe mettere sotto accusa la deficitaria gestione dei turni di riposo e delle licenze, ma è più facile scaricare la colpa sui giornali, su chi pubblica le suggestioni russe, le fandonie della propaganda pacifista.
E quindi vediamo cosa succede a Pietrogrado, perché anche lì è una giornataccia. Nella capitale scoppiano tumulti, a guidarli le colonne dei massimalisti bolscevichi inquadrati nella guarnigione cittadina. E ancora una volta si spara nelle strade. Il momento non poteva essere più propizio per scatenare un'altra buona dose di caos: in sottofondo ci sono gli spinosi affari ucraino-finlandesi, la mozione per la pace tedesca e la crisi di Governo russa, aperta dalle dimissioni di quattro Ministri borghesi. E poi c’è l’offensiva in Galizia, ferma. No, non ferma, perché le armate russe rinculano sotto la pressione austro-tedesca e delle diserzioni: Kaluš viene evacuata, si ripiega sulla riva orientale del Lomnytsia.
Ironica la coincidente pubblicazione in Francia dell’ultima intervista al Premier L’vov: «La nostra offensiva ha un’importanza mondiale, essa stordisce i tedeschi e la sua ripercussione nel Paese è felicissima. Cose miracolose si vanno compiendo sotto i nostri occhi».
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Un decreto reale scioglie la Camera greca e riconvoca quella eletta nel 1915, sciolta da Re Costantino.
- Disordini a Pietrogrado causati dai massimalisti bolscevichi.
Fronte occidentale
- Respinto il contrattacco tedesco a Moronvilliers (Champagne).
Fronte orientale
- I russi si ritirano in Galizia, Kaluš viene evacuata.
Fronte italiano
- Grave ammutinamento tra i soldati italiani a Santa Maria la Longa.
Operazioni navali
- Sei piroscafi tedeschi vengono intercettati lungo la costa olandese, due si arenano danneggiati dall’artiglieria, quattro vengono catturati.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 779 - 16 LUGLIO 1917 - ORE 18:00
Nella giornata d' ieri maggiore attività combattiva venne da noi spiegata sull' intera fronte.
A sera, dopo aver tenuto sotto intenso fuoco le linee nemiche da Versic al Vallone di Jamiano eseguimmo, ad onta di violenta reazione, una felice irruzione nella zona a sud-ovest dell' altura di Quota 247. Le posizioni avversarie furono sconvolto e distrutte. Asportammo mitragliatrici, munizioni e materiali vari: 275 prigionieri, compresi 11 ufficiali, furono condotti nelle retrovie.
Le nostre artiglierie, sulle fronti tridentina e carnica, compirono in pieno baraccamenti nemici al passo di Monticello (Tonale) provocandovi incendi e dispersero lavoratori in regione di ConcaLaghi, sull' Altipiano di Tonezza e sul Wischberg (Val Seisera).
Sulla fronte Giulia eseguirono concentramenti di fuoco su Biglia e Bodrez, batterono con raffiche bene aggiustate le trincee nemiche fra Canale e Morako, sorpresero, disperdendole, autocolonne e salmerie in movimento sulla strada Santa Lucia Chiapovano e Bainsizza.
All' alba di stamane una poderosa nostra squadriglia da bombardamento, scortata da apparecchi da caccia, eseguì un' incursione sulle retrovie nemiche ad est di Selo, numerose truppe vennero scoperte ed efficacemente battute. I nostri apparecchi, che per il lancio delle bombe, erano discesi a quota bassa, rientrarono tutti incolumi, sfuggendo al tiro antiaereo, abbattendo uno dei velivoli avversari levatisi in caccia e respingendo gli altri.
Nella mattinata idrovolanti nemici lanciarono bombe fra l' Isonzo e il Carso, causandoci qualche perdita e lievi danni.
Generale CADORNA