L'undicesima battaglia dell'Isonzo
«Mentre le prime luci dell’alba tingevano il cielo di sfumature violacee, il bombardamento si è scatenato da Tolmino all’Hermada in condizioni di visibilità discrete». Il 18 agosto il Comando italiano ritiene sia giunta l’ora di un nuovo tentativo, siamo all’undicesima battaglia dell’Isonzo. Il tiro si va via via intensificando su tutto il fronte e durerà circa ventiquattro ore, non di più. E non verrà circoscritto per mantenere un minimo di effetto sorpresa. Passato mezzogiorno le alture del nostro fronte sono incappucciate dal fuoco, ombrelloni di fumo nascondono il sole. «Il fragore rimbomba tra le due pareti montuose dell’Isonzo, è come se centinaia di grossi treni corressero urlando su rotaie invisibili». Lo spettacolo sembra promettente, ma i soldati asburgici si rintanano nelle caverne più profonde e da lì aspettano passare la sfuriata.
«La piana è mutata in una vasta conca fumante. Una nebbia rossastra, pigra e grassa, occupa il cielo, impedendo la vista. Per chi si trova a Gorizia pare che una singolare atmosfera, pesante, di piombo, incomba su di noi e ci renda difficoltosa la respirazione».
Al Quartier Generale Cadorna scrive una lettera, la quarta, al Premier Boselli. Il Generalissimo si lamenta delle rovinose incertezze del Governo, di un sostegno inadeguato alla guerra. Chiede politiche più energiche contro i partiti sovversivi e la propaganda disfattista: anarchici e socialisti fomentano l’indisciplina, la repressione deve colpire prima che l’infezione si diffonda. Cadorna, come il Governo, è ossessionato, nonostante i numeri mostrino un fenomeno neanche paragonabile a quello francese, per non parlare dei russi. Il “nemico interno” comprende anche la stampa, ma la nostra è la più allineata di tutte.
Di fatto il Generalissimo si sta quasi costruendo un alibi, forse involontario, per i mancati successi. I sobillatori ci sono, è normale dopo due anni di questa guerra, ma le ragioni profonde del malcontento vanno cercate altrove.
A Roma non arriva solo la lettera di Cadorna, dalla capitale e per la capitale viaggiano telegrammi diplomatici: Italia, Francia e Inghilterra hanno trovato un accordo di massima, ma provvisorio, sul destino dell’Asia Minore.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Cadorna ribadisce la tesi di una vasta opera di sobillazione anarchica nell'esercito; l'ultima delle quattro lettere scritte su questo tema al Presidente del Consiglio Boselli.
- Il Segretario di Stato per gli esteri degli Stati Uniti, Lansing, espone le ragioni per cui il Governo americano rifiuta i passaporti per la Conferenza di Stoccolma.
- Kerenskij si presenta al Soviet per esporre la situazione e afferma che occorre salvare la rivoluzione salvando il paese. Il menscevico Tsereteli dichiara che incombe la necessità di salvare il paese e sviluppare l'offensiva russa per giungere alla pace. Il Soviet vota la fiducia nel Governo.
- Il Governo britannico vieta lo sciopero minacciato dall'Associated Society di macchinisti e fuochisti ferroviari.
- L'ex Zar Nicola II e la famiglia imperiale giungono a Tjumen (Siberia occidentale) per esser condotti, per via fluviale, a Tobol’sk, residenza loro assegnata.
- I Governi inglese, francese e italiano concludono un accordo segreto provvisorio sulla futura politica in Asia minore.
Fronte occidentale
- Fine della battaglia di Langemark (Ypres).
- Contrattacco francese sulla riva destra della Meuse e ricattura delle trincee perse il 16 agosto.
Fronte italiano
- Con un terribile bombardamento gli italiani iniziano una grande offensiva da Tolmino al mare; Comincia l’undicesima battaglia dell’Isonzo.
Fronte meridionale
- Rimane invariata la situazione al fronte rumeno, combattimenti meno intensi.
- I rumeni si ritirano verso Mărășești (20 km. a nord di Focșani).
- Grande incendio a Salonicco.
DAL FRONTE
Durante la giornata di ieri respingemmo nuclei nemici nell'alta valle di Genova, a sud-ovest di Paralba e a Cima Costabella (Val San Pellegrino).
Una pattuglia di ufficiali nemica venne da noi catturata in regione Bordaglia (Carnia).
Il tiro di artiglieria fu a intervallo più intenso sulla fronte Giulia.
Nella mattinata una nostra squadriglia da bombardamento rinnovò l'incursione sugli impianti militari di Comen, con risultati molto efficaci. Tutti i velivoli rientrarono incolumi ai propri campi.
Firmato: CADORNA