Italia avanti tutta
Italiani in percussione sull’altopiano della Bainsizza, l’esercito austro-ungarico è battuto e il 26 agosto quasi l’intero plateau è in mano nostra. Lo sbalzo in avanti di quasi dieci chilometri rappresenta una distanza siderale per gli standard del fronte isontino. Non tutto va bene, sullo Jenelik soffriamo e sul San Gabriele anche di più, ma c’è soddisfazione.
A Torino sta tornando una relativa calma, l’insurrezione è repressa. Resta solo lo sciopero generale, ma si lavora a una soluzione, compreso il Partito socialista, che in tutta questa storia non ha fatto una bella figura. Sorpreso, travolto dagli eventi e incapace di gestirli, farà arrabbiare tutti: gli insorti per non aver appoggiato i moti di Torino, tutti gli altri perché convinti della complicità.
A Roma si corre ai ripari per scongiurare la crisi alimentare: il Ministro della guerra viene incontro a quello dell’agricoltura: vengono annunciati 120.000 esoneri temporanei per i lavori autunnali, divisi in due turni.
Poche novità dagli altri fronti: su quello occidentale i britannici operano con successo nel settore di Saint-Quentin, i francesi fanno sentire il peso dell’artiglieria sulla Meuse e si avvicinano a Beaumont; su quello orientale gli austro-tedeschi muovono a est di Chernivtsi.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Fronte occidentale
- I britannici catturano le posizioni tedesche a est di Hargicourt (nord-ovest di Saint-Quentin,) su un fronte di oltre un chilometro e mezzo per una profondità circa 800 metri.
- I francesi fanno progressi sulla riva destra della Meuse, raggiungendo i pressi di Beaumont.
Fronte orientale
- Rinnovati attacchi austro-tedeschi a est di Chernivtsi; i tedeschi reclamano 1.000 prigionieri.
Fronte italiano
- Sull'altopiano della Bainsizza gli italiani travolgono le resistenze austro-ungariche in parecchi punti; praticamente l’intero altopiano è conquistato, i prigionieri annunciati salgono a 23.000.
- Gli italiani falliscono un attacco allo Jenelik.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 820 – 26 AGOSTO 1917 - ORE 18:00
La battaglia comincia a rivelarsi nella grandiosità delle sue linee. L’azione a nord di Gorizia dal 19 in poi può così riassumersi. Le valorose truppe della II Armata gettati 14 ponti sotto il fuoco nemico, varcavano l’Isonzo nella notte sul 19 e procedevano all’attacco dell’altopiano di Bainsizza puntando decisamente sulla fronte Ielenik-Verh, aggiravano le tre linee difensive nemiche del Semme, del Kobilek e di Madoni ivi annodanti e contemporaneamente attaccavano le stesse linee anche di fronte e le rompevano malgrado l’ostinatissima difesa del nemico. Conseguenza dell’ardita manovra fu la caduta di Monte Santo. Le truppe dell’Armata continuano ora ad avanzare verso il margine orientale dell’Altopiano di Bainsizza incalzando il nemico che oppone vivacissima resistenza con forti nuclei di mitragliatrici e di artiglierie leggere.
Nei combattimenti dal 19 al 23 si sono fra tutti distinte per valore ed ardire le brigate: Livorno (33 e 34), Udine (95 e 96), Firenze (127 e 128), Tortona (257 e 258), Elba (261 e 262), il 279 reggimento Fanteria (Brigata Vicenza) la I e la V brigata bersaglieri, Reggimento 6, 12, 4 e 21) il 9 e il 13 Raggruppamento Bombardieri, il 2 e il 4 Batt. Pontieri del Genio.
Sul Carso ieri la battaglia ha momentaneamente sostato. Nostre brevi avanzate rettificarono e consolidarono le posizioni conquistate. Tentativi nemici di contrattacco fallirono sotto il nostro fuoco. I prigionieri finora affluiti ai campi di concentramento sommano a circa 600 ufficiali e 23.000 uomini di truppa. Il numero dei cannoni tolti al nemico è salito a 75 fra i quali 2 mortai da 305 e molti medi calibri. Abbiamo preso inoltre un gran numero di cavalli, un aeroplani intatto, molte bombarde, mitragliatrici ed ogni sorta di materiali comprese parecchie autotrattrici cariche di munizioni.
L’enorme difficoltà del vettovagliamento delle nostre truppe, attraverso una zona priva di strade, viene in parte superata merce i grossi depositi di viveri abbandonati dal nemico nella sua ritirata.
Generale CADORNA