Fuori Cadorna, dentro Diaz
Bassetto, con gli immancabili baffetti e il carattere “napoletano”, come prescrive la sua carta d’identità; «autorevole, ma non autoritario; esigente, ma comprensivo». Attenzione però a non farsi strane idee, sa essere un “padre” severo. L’8 novembre il Generale Armando Diaz rimpiazza Cadorna al vertice dell’esercito italiano. Cadorna era l’ultimo “Generalissimo” ancora in sella dall’inizio delle ostilità. Sembra un paradosso, ma la notizia sarà accolta benissimo a Vienna, dove il figlio di Raffaele godeva ampia stima.
Diaz è più “diplomatico” di Cadorna, pur esigendo una netta separazione tra la sfera militare e quella governativa, mostra più tatto del predecessore. È meno accentratore, delega di più e valorizza meglio il suo staff, sempre nei limiti della naturale gerarchia militare. “Fa squadra”, ma sia chiaro, l’ultima parola resta sua.
Ha la fortuna di trovare fatto una buona parte del lavoro sporco, perché Cadorna, con le sue “purghe”, aveva comunque già eliminato un buon numero di ufficiali inadeguati. Diaz ha il merito di riformare l’esercito, anche grazie a un maggiore appoggio del Governo. Già, dopo Caporetto la percezione dei problemi è cambiata: Diaz ci mette molto del suo, ma alcune istanze erano state avanzate già da predecessore.
La sua leadership non sarà caratterizzata da estemporanea e inarrivabile genialità, ma dalla semplice ed esatta comprensione della situazione: sfruttarne tutti i vantaggi, schivarne le trappole. Diaz ha capito di non aver bisogno di miracoli, ma “solo” di non commettere errori; facile a dirsi, meno a farsi. Una delle sue priorità sarà quella di migliorare il morale e le condizioni dei soldati.
Il suo primo giorno non porta grandi notizie: gli austro-tedeschi sono lanciati all’inseguimento della ritirata italiana oltre il Livenza, avanzano in Cadore e chi non è riuscito a evacuare la zona tra Tolmezzo e Gemona è stato circondato e catturato, sono circa 17.000.
A Pietrogrado si delinea il Governo Lenin: Trockij è nominato Commissario agli affari esteri; Stalin Commissario alle minoranze. Il Congresso generale dei Soviet elegge la Presidenza, dove rientra anche una sparuta minoranza non massimalista, perché i bolscevichi comunque non sono ancora abbastanza per far fuori tutte le altre correnti socialiste.
Il primo obiettivo annunciato dai rivoluzionari è «una pace immediata e democratica». Il secondo decreto firmato da Lenin è quello per la terra ai contadini.
In realtà la missione impossibile affidata a Kerenskij aveva una sola chance di successo: la pace. Purtroppo la Russia non poteva permettersela, o almeno fu questa la valutazione. I bolscevichi sì però, loro potranno permettersela, perché i russi ora stanno talmente male da farsi andar bene tutto.
Arrivati i primi ragguagli, ma non le ultime notizie, a Parigi viene intervistato l’Ambasciatore Maklakov: «Ora tutto il Paese si stringerà dietro al Governo nazionale. Il successo dei massimalisti è momentaneo e senza domani. Basterà un reggimento di cosacchi ad annientare tutte le impalcature leniniste». Quel “successo momentaneo” durerà oltre 70 anni.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Generale Diaz rimpiazza il Generale Cadorna come Comandante in capo dell’esercito italiano.
- Colpo di stato a Pietrogrado; i bolscevichi depongono Kerenskij, datosi alla fuga. Lenin Capo del Governo (Presidente del Commissariato del Popolo); Trockij Ministro degli esteri. I rivoluzionari annunciano il loro primo obiettivo: “Pace immediata e democratica”.
- I leader politici e militari Alleati, conclusa la conferenza di Rapallo, visitano il Re d’Italia al fronte.
- A Londra giunge una missione U.S.A. comandata dal Colonnello House.
Fronte occidentale
- I britannici eseguono con successo due assalti vicino Fresnoy e Armentières.
- Intensa attività d’artiglieria su tutto il fronte occidentale.
Fronte italiano
- Nella regione tra Tolmezzo e Gemona 17.000 Italiani vengono accerchiati e costretti alla resa.
- Le truppe tedesche attraversano il fiume Livenza e inseguono gli italiani verso il Piave.
Fronte asiatico ed egiziano
- Il Generale Allenby è vittorioso in Palestina.
- Turchi in ritirata a nord di Gaza, verso Hebron e Gerusalemme.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 935 - 08 NOVEMBRE 1917 - ORE 18:00
Nella giornata di ieri è proseguito il ripiegamento della nostra linea. Il movimento dei grossi ha potuto compiersi indisturbato. Le truppe di copertura, con numerosi combattimenti, valorosamente sostenuti, tra le colline di Vittorio e la confluenza del Monticano nella Livenza hanno ritardato l' avanzata all' avversario.
I nostri aviatori, vincendo l' accanita resistenza degli aerei nemici, rinnovarono i bombardamenti delle truppe avversarie sul Tagliamento. Risultano abbattuti 5 apparecchi nemici.
Generale CADORNA