L’incidente di Saint-Michel-de-Maurienne
Contano le ore, solo quelle li separano da casa. A quei soldati francesi è stata concessa una pausa dalla guerra, si sono lasciati alle spalle il fronte italiano e da poco anche il confine. Sono fermi alla stazione di Modane. Il treno qui è sovraccaricato, si aggiungono carrozze. Il macchinista non vorrebbe ripartire, troppo pericoloso, ma viene costretto dagli ufficiali francesi. Fino alla discesa va tutto bene, poi il treno prende velocità e continua ad accelerare. I freni è come se non ci fossero, non ce la fanno, non ce la potevano fare. Arrivato al triplo della velocità prevista, il treno deraglia poco prima di Saint-Michel-de-Maurienne e prende fuoco. È quasi mezzanotte, è buio e siamo in zona montuosa, in una valle stretta e rocciosa. Nelle prime ore del 13 dicembre i soccorsi fanno di tutto, ma il bilancio è agghiacciante: oltre 500 morti, circa un quinto non identificati; altri non sopravvivranno alle ferite. Parigi dichiara il peggior incidente nella storia francese segreto militare e lo nasconde.
I loro compagni d’arme italiani restano impegnati a respingere i tentativi austro-tedeschi sull’altopiano di Asiago e il massiccio del Grappa. Solita storia: le posizioni vengono intaccate, ma gli assalti non portano a molto altro; i contrattacchi italiani spesso riguadagnano buona parte di quanto perso.
Si combatte anche nella regione di Belgorod, al confine russo-ucraino; le truppe massimaliste hanno intercettato quelle del Generale Kornilov.
A Pietrogrado i socialisti rivoluzionari, partito ancora maggioritario, servono un assist ai rivali bolscevichi. Anche loro antepongono il problema agrario e la pace, magari condivisa e generale, all’organizzazione statale e quindi alla Costituente. E, con la controrivoluzione cosacca in atto, non ci pensano nemmeno a diminuire i poteri dei Soviet.
Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Riprendono i negoziati sul fronte russo, dopo la breve sospensione.
- Orlando, Presidente del Consiglio italiano, parla alla Camera della situazione politico-militare creata dalla nuova fase della rivoluzione russa, espone i provvedimenti presi dagli Alleai per farvi fronte, sottolinea l’importanza materiale e morale dell’intervento statunitense in guerra e riconferma i fini dell’Intesa.
- Il Sottosegretario dì Stato agli esteri, Borsarelli, risponde al deputato Longinotti che la clausola segreta del trattato di Londra, pubblicata a Pietrogrado e riprodotta dalle agenzie Havas e Stefani, non esiste.
Fronte occidentale
- Scontri moderati a Ypres, Cambrai e Verdun.
Fronte orientale
- Le truppe del Generale Kornilov vengono attaccate dai bolscevichi vicino Belgorod (sud della Russia).
Fronte italiano
- Gli austro-tedeschi assaltano le posizioni italiane nel settore di Col Caprile e Col della Berretta, ma vengono respinti. Altri impetuosi attacchi contro Col dell'Orso, Monte Solarolo, la testata di Val Calcino sono respinti col concorso delle batterie italiane e francesi. Occupato un breve tratto di terreno.
Fronte asiatico ed egiziano
- La linea britannica da Giaffa avanza e viene estesa a nord-est di Gerusalemme.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 970 - 13 DICEMBRE 1917 - ORE 18:00
All' alba di ieri fra Brenta e Piave le artiglierie hanno riacceso la lotta con grande veemenza. Nella mattinata in regione di Col della Beretta, un nostro contrattacco ci ridiede il possesso di gran parte delle trincee non potute rioccupare il giorno precedente: catturammo un ufficiale e 58 soldati. In Val Calcino due violenti attacchi nemici vennero sanguinosamente respinti. Sul mezzogiorno l' avversario riprese gli attacchi in forze ad oriente del Brenta: l' azione durò accanita l' intero pomeriggio nei valloni che dalle pendici nord di Col Caprile, di Col della Berretta e di Monte Asolone scendono al Brenta. A notte, a causa delle gravi perdite subite, l' avversario desisteva dall' azione. Qualche prigioniero restò nelle nostre mani. Verso le ore 15 in Val Calcino un nuovo e più forte attacco si infrangeva contro le nostre difese. Sul monte Tomba e lungo il Piave a sud del ponte della Priula si ebbe saltuariamente intensa attività di artiglieria. In regione Monfenera una pattuglia nemica venne catturata.
GENERALE DIAZ