Vienna non si deve intromettere
È una scena classica: una macchina senza freni lanciata a tutta velocità, una curva stretta, un guardrail malconcio e dietro il vuoto, un dirupo, meglio ancora una scogliera. Ecco, l’Austria-Ungheria è quella macchina, il guardrail è il progetto di federalismo e il dirupo è un dirupo.
Dopo i cecoslovacchi, anche i deputati jugoslavi ammoniscono Vienna a non intromettersi: «È incompetente a parlare in nome di nazionalità diverse dalla tedesca e dalla magiara». Nel proclama slavo del 15 ottobre si parla di autodeterminazione dei popoli, di partecipazione alla conferenza di pace, di fratellanza. «Croati, serbi e sloveni sono un singolo, indivisibile, popolo». Questo però evitate di dirglielo ora; solo la dittatura di Tito li ha tenuti insieme.
Nulla può più salvare l’Austria-Ungheria dallo sgretolamento. L’Imperatore Carlo però ci prova e accetta le dimissioni del Premier austriaco Hussarek; spera di risollevare la squadra con l’esonero. Sempre che si trovi un sostituto.
Ma un problema accomuna tutti, chi sta per vincere e chi per perdere: l’influenza spagnola è esplosa in pandemia. I giornali ne parlano poco, ma qualcosa va detto: a Parigi si contano centinaia di decessi solo nelle ultime due settimane.
Al fronte i colpi alternati dell’Intesa mietono vittime. Nel settore britannico ora si registrano solo azioni locali. Qualcosa di più mettono in scena i franco-americani tra la Serre e la regione di Verdun. Chi spadroneggia è l’esercito Alleato in Belgio, dove cade Menen.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Richiesta la pace dai parlamentari jugoslavi basata sul diritto dei popoli. Vienna dichiarata incompetente a parlare in nome di altre nazionalità.
- L'Imperatore d'Austria-Ungheria accetta le dimissioni del Presidente del Consiglio austriaco Hussarek.
- La proclamazione dell'indipendenza dell’intera Polonia, dopo conferenze con la partecipazione di deputati della Galizia e della Polonia prussiana, è festeggiata a Varsavia con imbandieramenti, sospensione del lavoro e cortei.
- Con la salita al trono di un Principe tedesco, il Governo francese dichiara di non riconoscere la nuova Monarchia finlandese, rompendo le relazioni diplomatiche precedentemente instaurate.
- La Casa Bianca comunica che non vi sarà il minimo rilassamento nello sforzo militare. Il Governo americano continuerà a inviare in Europa 250.000 uomini al mese, materiale compreso.
- Il Presidente Wilson esorta i suoi concittadini a sottoscrivere nella misura più larga il Prestito della Libertà.
Fronte occidentale
- Ulteriore avanzata Alleata nelle Fiandre; i britannici prendono Menen e si avvicinano a Courtrai; i belgi si avvicinano a Torhout.
- I britannici avanzano a nord-est di Lens.
- Battaglia del Monte D’Origny, una fase dell’offensiva dei Cento Giorni.
- I francesi avanzano lungo il fiume Serre e nelle Argonne.
- Continuando il loro attacco sulle due rive della Meuse, le truppe americane sfondano in nuovi punti la linea di Brunhilde.
Fronte meridionale
- Le avanguardie franco-elleniche occupano Novi-Pazar.
Fronte asiatico ed egiziano
- I britannici entrano a Homs (Siria).
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 15 OTTOBRE 1918
Sensibile attività combattiva locale dal Garda alla Val di Brenta con efficaci tiri delle nostre artiglierie in Val Lagarina e in Vallarsa e scontri di pattuglie a noi favorevoli in Conca Laghi (Posina) e nella Val d’Assa.
Sull’Altipiano di Asiago nuclei esploranti impegnarono gli avamposti nemici in vivaci azioni di fucileria, rientrando poscia al completo nelle nostre linee.
ALBANIA - Durazzo è in nostro possesso. Forzate nel pomeriggio del giorno 13 le difese nemiche sulle alture di Paljamaj e del Sasso Bianco, le truppe italiane, nella mattinata del 14, sono penetrate nella città, catturando prigionieri e materiali. Più ad oriente le colonne, avanzanti da Elbassan su Tirana, vinta nella giornata del 13 la vivace resistenza opposta da retroguardie nemiche al Krabe-Pass, hanno ripreso la marcia verso i loro obbiettivi.
Firmato: DIAZ