Coordinarsi per battere le linee interne
A Parigi e a Londra i giornali cercano di rispondere a due domande cruciali: “Perché, nonostante la superiorità numerica, gli Alleati non prendono l’iniziativa? E quando potrà avere luogo la grande offensiva?”
I soliti “circoli ben informati” sembrano avere tutte le risposte. Gli Alleati vorrebbero coordinarsi, per sincronizzare attacchi su tutti i fronti. Non a caso il Generale francese Pau e il britannico Paget sono stati inviati in Russia e in Serbia, a monitorare la situazione. Gli Alleati orientali non sono ancora pronti, avrebbero bisogno di qualche altra settimana.
L’idea è semplice: impedire alla Germania di spostare le truppe da un fronte all’altro, abilità finora decisiva. Sono le famose "linee interne" di Berlino. Un attacco simultaneo di Francia, Inghilterra, Belgio, Serbia e Russia costringerebbe i tedeschi a disperdere le forze, difendendo contemporaneamente ogni centimetro di fronte, da nord a sud, sia a oriente che a occidente.
Ma un’operazione di questa portata, ha bisogno di tempo, ecco spiegato il ritardo.
Sì, ma com’è la situazione al 6 aprile? I francesi avanzano, a stento, a Verdun e in Alsazia, ma in tutta la regione della Meuse gli esiti restano incerti.
I russi consolidano le proprie posizioni sul Niemen e nel Caucaso, ma i serbi soffrono: un nuovo bombardamento di Belgrado ha quasi spazzato via l’artiglieria della città.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- In Grecia si accentuano i dissensi per la questione dell'intervento; Venizelos polemizza col Governo.
- Il Governo britannico nomina un comitato per le munizioni.
Fronte occidentale
- I francesi avanzano a est di Verdun e in Alsazia.
- Scontri dal risultato incerto sul fronte della Meuse.
Fronte orientale
- I russi avanzano nel distretto del Niemen (Nemunas).
Fronte meridionale
- Messa a tacere l’artiglieria serba nel bombardamento di Belgrado.
Fronte asiatico ed egiziano
- I russi entrano ad Artvin (Caucaso).
Fronte d'oltremare
- I tedeschi vengono respinti a Karunga (Africa orientale tedesca).
- Warmbad viene conquistata.
Parole d'epoca
Paul Cazin
L'humaniste à la guerre; hauts de Meuse, 1915
Ravine entre Remenauville et Régné ville-en-Haye.
Mardi, 6 avril, 9 heures du matin.
Quand t'ai-je écrit? Je sais qu'hier j'ai donné une lettre. Tu seras un jour sans nouvelles. Crois bien que ce n'est pas ma faute. Depuis samedi soir, sept heures, nous sommes en plein air. Quand la pluie s'arrête, on gratte les écailles de boue qui vous ont séché sur les mains, et on fouille dans ses musettes pour y chercher un morceau. Les boutons de nos capotes ont disparusous l'enduit de fange qui nous couvre. En se dessanglant, on fait sauter des baguettes de terre glaise.
Enfin, je me suis battu. On ne se bat pas souvent à la guerre. J'ai vu ce que c'était. La pluie, le froid, la faim, la peur, les cris, la mort, tout... Je t'aime plus que tout cela n'est horrible...
Oh! que les morts paraissent petits, dans la brume, la nuit, sur une grande plaine! Et les brancardiers passent, jusqu'au mollet dans la boue, charriant, charriant toujours... Et d'autres se mettent à deux, faisant de leurs fusils une chaise à porteurs où le blessé se hisse, la tête ballante sur leurs épaules.
Trois fois on est revenu devant ce village rouge d'incendie et qui se défendait comme une bête enragée. On a tourné dans ce bourbier, le sac sur les reins, treize heures.