Londra-Berlino: scintille sui prigionieri
Pretendere una perfetta obbiettività dai giornali dei paesi belligeranti è forse troppo, c’è sempre la censura di mezzo. Ma quelli inglesi, in genere, sono un filo meno partigiani di quelli francesi. Il 29 aprile viene pubblicata un’analisi abbastanza fedele della situazione a Ypres: «L’avanzata tedesca è ferma e la furibonda battaglia si sviluppa senza nessuna radicale conquista né da una parte, né dall’altra. Da ventiquattro ore nessuno avanza più; la battaglia si è ridotta a scontri limitati e a duelli d’artiglieria. […] Solamente alla fine si potranno contare i morti e misurare il terreno conquistato: le cifre dei primi saranno elevate, le altre molto piccole. Poi si attenderà l’ora per un’altra battaglia».
Sui giornali non si scrive solo di Ypres: a Londra, negli ultimi giorni, hanno parlato un po’ tutti. Svariati gli argomenti, si passa dalle nuove tasse sulle bevande alcoliche al trattamento dei prigionieri. Il primo affondo contro la Germania lo porta Churchill: «Il trattamento speciale per i prigionieri dei sottomarini tedeschi colpisce soltanto gli equipaggi adibiti a uccidere deliberatamente i non combattenti, i
neutrali e le donne in alto mare. […] È impossibile trattare come combattenti onorevoli chi ha cooperato alla sistematica distruzione di barche civili senza preavviso e senza curarsi delle perdite umane. Le rappresaglie della Germania non ci devono far deviare da una politica che consideriamo umana e giusta».
Poi è stato il turno del Premier Asquith: «Il trattamento inflitto ai prigionieri inglesi in Germania costituisce, sotto tutti gli aspetti, un orribile delitto, una delle vergogne più nere».
E infine Lord Kitchener: «Abbiamo la prova che i tedeschi trascurino gli articoli della convenzione dell’Aja. Essi spogliano, malmenano e, in certi casi, fucilano i nostri prigionieri a sangue freddo. È tuttavia giusto riconoscere che gli ospedali tedeschi sfuggono all’accusa di tale inumanità».
Ok, ma è giusto riconoscere anche un'altra cosa: i campi di prigionia Alleati non sono molto diversi, tutto il mondo è paese.
Sul fronte orientale gli austro-tedeschi hanno avviato una serie di operazioni “civetta” per mascherare la prossima offensiva da Cracovia: a nord le armate del Kaiser avanzano nelle province baltiche, raggiungendo la ferrovia Libau-Dvinsk; nei Carpazi i russi sono costretti a respingere un attacco austro-ungarico vicino a Uzhok.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Lloyd George annuncia la presa di posizione del Governo sulle bevande alcoliche.
Fronte occidentale
- I francesi annunciano che l’offensiva tedesca nelle Fiandre è definitivamente arrestata.
- Seconda battaglia di Ypres: duelli d’artiglieria a nord di Ypres; ritirata canadese dal saliente di Ypres.
- I tedeschi bombardano Reims e Dunkerque.
Fronte orientale
- Continua l’offensiva tedesca in Galizia. La Germania avanza anche nelle province baltiche; viene raggiunta la ferrovia Libau-Dvinsk.
- I russi respingono l’attacco austro-ungarico al passo di Uzhok.
Fronte asiatico ed egiziano
- Gli anglo-francesi sbarcano in sei località nei Dardanelli e, dopo sanguinosissimi combattimenti, s'incuneano nella penisola di Gallipoli e catturano circa 3.000 prigionieri.
- I turchi si ritirano dalle vicinanze del Canale di Suez.
Fronte d’oltremare
- A sud di Sirte una colonna di 6.000 uomini, comandata dal colonnello Mìani, attacca il campo dei ribelli a Cars-bu-Adi. All’inizio del combattimento le bande libiche di Tarhuna (circa 4.000 uomini) passano al nemico. Gli Italiani hanno 19 ufficiali e 300 soldati tra morti e dispersi e 400 uomini, fra cui 45 ufficiali, feriti, ma riescono a disimpegnarsi e a riparare nel forte di Sirte.
Operazioni navali
- Il sottomarino E14 affonda una nave da trasporto turca nel Mare di Marmara.