29 Luglio, 1915

"La tremenda responsabilità"

Il 29 luglio, a un anno esatto dallo scoppio della guerra, l’Osservatore Romano pubblica il nuovo appello di Benedetto XV«Nel nome santo di Dio, scongiuriamo voi, che la Divina provvidenza ha posto al Governo delle nazioni belligeranti, di porre termine finalmente a quest’orrenda carneficina, che ormai da un anno disonora l’Europa. […] Voi portate innanzi a Dio e innanzi agli uomini la tremenda responsabilità della pace e della guerra».

I giornali italiani raccontano la nostra offensiva flirtando con un’infinita galassia di superlativi, ma i numeri non sempre tornano: tutti quei prigionieri, giorno dopo giorno, non sono plausibili, soprattutto in rapporto ai pochi centimetri conquistati. Continuiamo ad accusare i quotidiani austro-tedeschi di parzialità, li ridicolizziamo, ne mettiamo in dubbio la correttezza e facciamo bene, ma i nostri articoli sono identici ai loro.
Sul Carso respingiamo l’ennesimo contrattacco nemico e a Pelagosa soffochiamo il tentativo asburgico di riprendersi l’isola.


Lontano dai campi di battaglia i Governi dell’Intesa ammoniscono il Montenegro: è inutile provarci, l’occupazione dei territori albanesi non verrà riconosciuta, neanche alla fine del conflitto.
Londra e Pietrogrado mettono a punto una più stretta collaborazione ai danni dell’Impero ottomano: inizia il blocco anglo-russo della Persia orientale; i russi hanno in mano il Caucaso, i britannici il Golfo.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • L’Osservatore Romano pubblica la lettera del Papa «ai popoli belligeranti e ai loro capi» nella quale invoca la pace.
  • Riportata una nota Americana ai tedeschi riguardante la “Leelanaw”.
  • I Governi dell’Intesa avvisano il Montengro che non riconosceranno la sua occupazione dei territori dell’Albania.
  • Lloyd George tiene una conferenza sull’industria mineraria.

Fronte occidentale

  • Azioni d’artigliera nei settori di SouchezSoissons e attorno Arras.
  • Bombardata Nancy.

Fronte orientale

  • La linea ferroviaria di Lublino-Chełm viene tagliata dagli austro-tedeschi.
  • Le truppe tedesche fanno irruzione presso le postazioni russe a ovest del Wieprz.
  • I russi arrestano l'avanzata tedesca sul Narew e contrattaccano tra la Vistola e il Bug.

 Fronte italiano

  • Forte offensiva italiana a nella Val Cordevole.
  • Un forte contrattacco austro-ungarico sul Carso è respinto dagli Italiani.
  • Gli austro-ungarici tentano di riconquistare Pelagosa: navi leggere e siluranti bombardano l’isola e sbarcano un reparto di marinai, che viene respinto.

Fronte asiatico ed egiziano

  • Perdita del sottomarino francese “Mariotte” nei Dardanelli.
  • Inizia il blocco anglo-russo della Persia orientale.

Parole d'epoca

Ai popoli belligeranti e ai loro reggitori

Esortazione apostolica di Papa Benedetto XV

Ai popoli belligeranti e ai loro reggitori.

Allorché fummo chiamati, quantunque immeritevoli, a succedere sul Trono Apostolico al mitissimo Pontefice Pio X, a Cui il dolore per la lotta fratricida, poco prima accesasi in Europa, aveva abbreviato la santa e benefica vita, sentimmo Noi pure, nel volgere il trepido sguardo verso gli insanguinati campi di battaglia, lo strazio di un padre, che vede la sua casa devastata e resa deserta da furioso uragano. E pensando con inesprimibile cordoglio ai giovani figli Nostri, i quali venivano, a migliaia, falciati dalla morte, accogliemmo nel cuore, dilatato dalla carità di Cristo, tutto lo schianto delle madri e delle spose vedovate innanzi tempo, e tutto il pianto inconsolabile dei fanciulli troppo presto orbati della guida paterna. Nell’animo Nostro, partecipe dell’affannosa trepidazione d’innumerevoli famiglie e ben compreso degli imperiosi doveri impostiCi dalla sublime missione di pace e di amore, che in giorni sì tristi Ci era affidata, Noi concepimmo tosto il fermo proposito di consacrare ogni Nostra attività ed ogni Nostro potere a riconciliare i popoli combattenti; ne facemmo, anzi, solenne promessa al Divin Salvatore, che volle a prezzo del Suo Sangue rendere tutti gli uomini fratelli.


E di pace e di amore furono le prime parole, che alle Nazioni ed ai loro Reggitori dirigemmo come Supremo Pastore delle anime. Ma il Nostro consiglio, affettuoso ed insistente qual di padre e di amico, rimase inascoltato! Si accrebbe in Noi il dolore, non si affievolì il proposito; proseguimmo perciò a volgerCi fiduciosi all’Onnipotente, che ha in mano le menti ed i cuori così dei sudditi, come dei Re, invocando da Lui la cessazione dell’immane flagello. Alla fervida ed umile Nostra preghiera volemmo associati tutti i fedeli, e, a renderla più efficace, procurammo altresì che fosse accompagnata da opere di cristiana penitenza. Ma oggi, nel triste anniversario dello scoppio del tremendo conflitto, più caldo esce dal Nostro cuore il voto che cessi presto la guerra, più alto il paterno grido di pace. Possa questo grido, vincendo il pauroso fragore delle armi, giungere sino ai popoli ora in guerra ed ai loro Capi, inclinando gli uni e gli altri a più miti e sereni consigli!

Nel nome santo di Dio, nel nome del celeste nostro Padre e Signore, per il Sangue benedetto di Gesù, prezzo dell’umano riscatto, scongiuriamo Voi, che la Divina Provvidenza ha posto al governo delle Nazioni belligeranti, a porre termine finalmente a questa orrenda carneficina, che ormai da un anno disonora l’Europa. È sangue fraterno quello che si versa sulla terra e sui mari! Le più belle regioni dell’Europa, di questo giardino del mondo, sono seminate di cadaveri e di ruine: dove poc’anzi fervevano l’industre opera delle officine ed il fecondo lavoro dei campi, ora tuona spaventoso il cannone e nella sua furia demolitrice non risparmia villaggi, né città, ma semina dovunque e strage e morte. Voi portate innanzi a Dio ed innanzi agli uomini la tremenda responsabilità della pace e della guerra; ascoltate la Nostra preghiera, la paterna voce del Vicario dell’Eterno e Supremo Giudice, al Quale dovrete render conto così delle pubbliche imprese, come dei privati atti vostri.

Le copiose ricchezze, delle quali Iddio Creatore ha fornito le terre a Voi soggette, Vi consentono la continuazione della lotta; ma a quel prezzo? Rispondano le migliaia di giovani vite, che si spengono ogni giorno sui campi di battaglia; rispondano le rovine di tante città e villaggi e di tanti monumenti dovuti alla pietà ed al genio degli avi. E quelle lagrime amare, versate nel segreto delle domestiche pareti o ai piedi dei supplicati altari, non ripetono anch’esse che è grande, troppo grande il prezzo della diuturna lotta?

Né si dica che l’immane conflitto non può comporsi senza la violenza delle armi. Depongasi il mutuo proposito di distruzione; riflettasi che le Nazioni non muoiono: umiliate ed oppresse, portano frementi il giogo loro imposto, preparando la riscossa e trasmettendo di generazione in generazione un triste retaggio di odio e di vendetta.

Perché fin da ora non ponderare con serena coscienza i diritti e le giuste aspirazioni dei popoli? Perché non iniziare con animo volonteroso uno scambio, diretto o indiretto, di vedute, allo scopo di tener conto, nella misura del possibile, di quei diritti e di quelle aspirazioni, e giunger così a por termine all’immane lotta, come è avvenuto in altre simili circostanze? Benedetto colui, che primo alzerà il ramo di olivo e stenderà al nemico la destra offrendo ragionevoli condizioni di pace. L’equilibrio del mondo e la prospera e sicura tranquillità delle Nazioni riposano su la mutua benevolenza e sul rispetto degli altrui diritti e dell’altrui dignità, assai più che su moltitudine di armati e su formidabile cinta di fortezze.

È questo il grido di pace, che più alto erompe in questo triste giorno dall’animo Nostro; e Noi invitiamo quanti sono gli amici della pace nel mondo a darCi la mano per affrettare il termine della guerra, che ormai da un anno ha cambiato l’Europa in un vasto campo di battaglia. Faccia Gesù misericordioso, per l’intercessione dell’Addolorata Sua Madre, che spunti alfine, dopo sì orribile procella, la placida e radiosa alba di pace, immagine del Suo volto divino! Risuonino presto gli inni di riconoscenza all’Altissimo, Datore di ogni bene, per l’avvenuta riconciliazione degli Stati; tornino i popoli, affratellati dall’amore, alle pacifiche gare degli studi, delle arti e delle industrie, e, ristabilito l’impero del diritto, risolvano di affidare d’ora in poi la soluzione delle proprie divergenze non più al filo della spada, sebbene alle ragioni dell’equità e della giustizia, studiate con la dovuta calma e ponderazione. Sarà questa la loro più bella e gloriosa conquista!

Nella cara fiducia che di così desiderabili frutti l’albero della pace torni presto a rallegrare il mondo, impartiamo l’Apostolica Benedizione a quanti formano il mistico gregge a Noi affidato; ed anche per coloro, che non appartengono ancora alla Chiesa Romana, preghiamo il Signore di stringerli a Noi con vincoli di perfetta carità.

Roma, dal Vaticano, il 28 luglio 1915.

DAL FRONTE

In Val Cordevole, l'offensiva ha compiuto notevoli progressi. Le nostre truppe occuparono il costone che dal Col di Lana scende sulla borgata detta di Piave di Livinallongo.
In Valle Padola, il nemico avanzò in forze lungo la rotabile; fu respinto e lasciò nelle nostre mani alcuni prigionieri.
In Carnia è continuata l'azione delle nostre artiglierie contro le opere di sbarramento nemiche. Un'altra cupola del Forte Hensel venne sfondata.
Sul Carso, nella mattinata di ieri, l'avversario spiegava grandi forze ed appoggiandole con violento fuoco di artiglieria, tentava di avanzare con l'evidente scopo di ricacciarci dalle posizioni da noi conquistate nei giorni precedenti.
L'energia ed il valore delle nostre truppe mandarono completamente a vuoto il tentativo dell'avversario che dovette ripiegare dopo aver sofferto perdite assai gravi. Da dichiarazioni dei prigionieri risultò che il contrattacco era stato eseguito da truppe fresche testè giunte sul luogo dell'azione. Tra esse si trovava almeno un reggimento di «Landesschutzen» (alpini) che rimase quasi interamente distrutto. La nostra avanzata continua lentamente.
Nelle azioni dei giorni 27 e 28 vennero complessivamente fatti 1.485 prigionieri, dei quali 27 ufficiali.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori