4 Agosto, 1915

Chi è Ignaz Trebitsch-Lincoln?

Il 4 agosto la polizia di New York arresta Ignaz Trebitsch-Lincoln: un ungherese naturalizzato britannico, eletto parlamentare del Regno Unito nel 1910. L’accusa si limita alla frode, ma in realtà è una spia tedesca. Le ideologie politiche c’entrano poco con la sua storia: è passato al soldo di Berlino dopo essere stato scartato dai servizi segreti inglesi; in futuro collaborerà con le gerarchie naziste.
Lincoln è anche un uomo di chiesa, o meglio, un uomo di fede: sì perché è nato ebreo, è diventato missionario presbiteriano, quindi curato anglicano e, negli anni venti, sarà abate buddista. Tra i suoi colpi di genio c’è l’essersi autoproclamato «il nuovo Dalai Lama», idea non condivisa dai tibetani.

Sul fronte orientale è la giornata di Ivangorod: i russi abbandonano la fortezza agli austro-ungarici. Il copione è identico sulla linea Błonie-Nadarzyn, una ventina di chilometri a ovest di Varsavia. Ormai nella capitale polacca si contano le ore.
L’avanzata tedesca prosegue anche in Lettonia. Le armate zariste ripiegano ancora verso Riga, ma sembra un film già visto: la città sarebbe il maggior polo commerciale e ferroviario della regione, eppure ne è già iniziata l’evacuazione; non la si potrà salvare “a ogni costo”.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • La camera francese rinnova la “Sacra Unione”.
  • Londra: cerimonia nella Cattedrale di St. Paul in ricordo del primo anniversario dell’entrata in guerra.
  • New York: arrestato come spia Trebitsch-Lincoln, ex membro del Parlamento inglese.
  • La Romania approva investimenti di 4.000.000 di sterline per scopi militari.
  • Nuova Zelanda: si decide la formazione di un Governo di unità nazionale.

Fronte orientale

  • I tedeschi minacciano Varsavia; evacuati i civili. La Linea Błonie-Nadarzyn (20 km. a ovest di Varsavia) viene abbandonata dalle forze zariste.
  • Gli ultimi russi evacuano Ivangorod, gli austro-ungarici conquistano la fortezza.
  • I russi si ritirano intorno a Riga.

Fronte italiano

  • Il castello di Lizzana (Rovereto) distrutto dagli austro-ungarici.
  • Gli italiani occupano il Col di Lana (Cordevole, Alpi Venete).

Fronte asiatico ed egiziano

  • Navi da guerra francesi bombardano Spelia e Scala Nova (opposte a Samos).

DAL FRONTE

Nostre batterie pesanti eseguirono tiri molto efficaci contro la stazione ferroviaria di Borgo Vlasugana, ove si notava intenso movimento di truppe e carretti.
Sono accertate gravissime perdite sofferte dal nemico nei suoi ostinati attacchi contro il Monte Medetta, in Carnia.
Nel Carso la notte sul 3 passò tranquilla.
Nella mattinata le nostre artiglierie bersagliarono, con tiri preparati, masse di fanteria in vista presso Marcottini e colonne in marcia lungo la strada da Rupa a Doberdò.
Ripresasi l'avanzata delle nostre truppe, l'ala sinistra ed il centro compirono lenti progressi; all'ala destra invece ci siamo limitati a mantenere le posizioni precedentemente raggiunte.
L'avversario tentò invano di riprenderci il terreno da noi tenuto sul Monte Sei Busi, e fu ricacciato con gravi perdite.

 

Firmato: CADORNA

Ignaz Trebitsch-Lincoln

Per uno come me certi uomini, certi personaggi, sono delle miniere d’oro. E la loro storia è quasi impossibile da raccontare.
La vita di Ignaz Trebitsch-Lincoln è irripetibile. Potrebbe essere il protagonista di un filmaccio super-trash, qualcosa tipo “Surf Nazis must die” o “Countdown armageddon”; la sua esistenza sembra scandita da uno sceneggiatore fuori di testa: è senza mezzi termini leggendaria.
Nasce in Ungheria nel 1879, da famiglia ebraica, ma fino alla seconda metà degli anni ’90 è tutto piuttosto nebuloso. Vive di espedienti, un truffatore.  Ricercato dalla polizia, sparisce dai radar ungheresi nel 1896. Riappare l’anno dopo in Inghilterra, dove si converte al cristianesimo. Da questo momento si entra nell’odissea di un apolide. E’ qualcosa da leggere tutto d’un fiato.
Studia alla scuola luterana di Amburgo e nel 1901 va in Canada: è diventato un missionario presbiteriano; il suo compito è di convertire gli ebrei di Montreal. Soldi pochi, o comunque non abbastanza. Abbandona la chiesa presbiteriana per accasarsi in quella anglicana. E si torna in Inghilterra, dove Trebitsch-Lincoln conosce l’Arcivescovo di Canterbury. Il ragazzo sa vendersi e pure bene: in qualche modo viene ordinato curato, ma anche qui le sterline non piovono dal cielo.

 Non c’è problema, a toglierlo dall’impaccio è Seebohm Rowntree, un milionario magnate del cioccolato e membro influentissimo del Liberal Party. Lincoln convince anche lui: nel 1910 ottiene la naturalizzazione, una candidatura e l’elezione nel parlamento inglese. Ovviamente tutto spesato. Riceve attestati di stima e congratulazioni da tante personalità di spicco; ne cito due: mr. Lloyd George e Sir Edward Grey.
Le cose, però, non vanno benissimo e la politica lo scarica in fretta. E’ di nuovo senza un soldo, ma intuisce di avere un’opportunità grazie alla complessa situazione internazionale. Si offre ai servizi segreti britannici, due volte: respinto. E dov’è il problema? Ormai è scoppiata la guerra; si va in Olanda, perché i tedeschi stanno reclutando spie straniere. Funziona, è l’idea giusta. Ma gli inglesi fiutano l’aria e nel 1915 Lincoln è costretto a scappare negli Stati Uniti, dove comunque cerca di proseguire la sua opera e di arricchirsi. Prova a vendere ai giornali alcuni segreti militari, niente da fare. E allora si torna alle vecchie abitudini: giusto per non attirare l’attenzione si ricicla come falsario, soldi o documenti poco importa.

La ruota gira il 4 agosto 1915: viene arrestato a New York. Sarebbe accusato di “truffa e contraffazione”, ma, stando alla sua versione dei fatti, fu tutta una montatura: gli inglesi volevano incastrarlo per spionaggio, ma non essendoci l’estradizione per quel reato, si sono dovuti aggrappare a qualcos’altro. La sostanza non cambia: Lincoln finisce in galera. Il 10 gennaio 1916 evade. Viene riacciuffato quattro giorni dopo, a Brooklyn: il suo ego non aveva resistito all’idea di contattare la stampa. A questo punto confessa di essere una spia e lo mette anche per iscritto. Dal carcere pubblica un libro di memorie: “Revelations of an international spy”.
Londra ne ha intanto ottenuto l’estradizione e lo condanna a tre anni di prigione. Scontata la pena Lincoln torna in Germania e si rituffa nei guai: ha vistose simpatie per l’estrema destra. Conosce Adolf Hitler e partecipa al “Putsch di Monaco”.
Fallito il tentativo di rovesciare la neonata Repubblica di Weimar, Lincoln rifà le valige e parte ancora una volta. E qui torna a farsi vivo “l’uomo di chiesa”, o meglio, l’uomo di fede.

Se la sua vita è caotica, la sua storia spirituale lo è ancora di più. Si, perché la sua nuova svolta mistica abbraccia il Buddismo, l’ennesima conversione. In estremo oriente ne scala i ranghi fino a diventarne Abate. Tra i suoi nuovi colpi di genio c’è l’essersi autoproclamato “il nuovo Dalai Lama”, idea non condivisa dai tibetani. E adesso che si fa? Lincoln si guarda attorno e si rende conto di avere vecchi amici divenuti importanti, potenti e soprattutto ricchi: si torna in Germania, per collaborare con il Governo nazista. Il più affascinato dalla sua storia e dal suo misticismo orientale è Heinrich Himmler, da sempre incline all’esoterismo: è tempo di tornare in Asia, sulle tracce della setta de “il Re del Mondo”. Ma qualcosa va storto e Ignaz Trebitsch-Lincoln muore nel 1943 a Shanghai, probabilmente avvelenato; la leggenda vuole che siano stati gli stessi nazisti, irritati da alcune frasi in favore degli ebrei. Fine.

No, non è ancora finita; almeno non lo è per i russi, convinti di averne ritrovato il cadavere a Berlino, nel 1945, al centro di un cerchio composto da altri sei monaci tibetani morti, tutti vestiti con uniforme tedesca. Lui sarebbe l'unico occidentale e l'unico a indossare guanti verdi.

Ma che storia è?

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori