15 Agosto, 1915

I russi sperano in un aiuto

Si dice che “l’appetito vien mangiando” e sul fronte orientale la Germania sembra insaziabile. Negli scontri intorno a Kaunas vengono catturati oltre 1.700 russi; in Polonia gli austro-tedeschi spezzano la linea zarista a Brańsk, fanno altri 5.000 prigionieri, passano il Bug a est di Drohiczyn e conquistano Łosice e Biala.
Siamo a meno di quaranta chilometri da Brest-Litovsk, la fortezza cardine della nuova strategia difensiva di Pietrogrado.
Quanto sia difficile lo scenario orientale ce lo fa capire anche una lettera scritta da Millerand, Ministro della Guerra francese: «L’esercito russo si sta ritirando da tre mesi, le perdite quotidiane sono enormi. Secondo gli ufficiali di ritorno dal fronte è impossibile descrivere gli orrori di questa lotta, l’artiglieria è priva di munizioni e la fanteria non ha i fucili. Ovunque si pone la stessa domanda: cosa stanno facendo i francesi?»
Sì, dalle parti di Pietrogrado apprezzerebbero una maggiore collaborazione, un’offensiva in grado di distrarre gli austro-tedeschi e far respirare i russi. Purtroppo però il fronte occidentale è bloccato; per ora non se ne fa nulla.

Davide Sartori

 

 

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Epidemia di colera in Ungheria.
  • I Governi dell’Intesa fanno una offerta condizionata alla Serbia riguardo ai territori da acquisire.
  • Si conclude con oltre 29 milioni di schede ricevute l'attività di schedatura a fini elettorali approvata con il National Registration Act.
  • Impressionante racconto di intrighi tedeschi pubblicato sul New York World.

Fronte occidentale

  • Violenti bombardamenti sul fronte dell’Yser.

Fronte orientale

  • Presi prigionieri 1.730 russi fuori Kaunas.
  • Rotta la linea russa a Brańsk (sul Nurzec), presi 5.000 prigionieri.
  • Gli austro-tedeschi attraversano il Bug a est di Drohiczyn.
  • Gli austro-tedeschi conquistano ŁosiceMiędzyrzecBiała (ovest di Brest-Litovsk).

Fronte italiano

  • Venezia bombardata da un idrovolante.

Fronte asiatico ed egiziano

  • Finiscono le operazioni di sbarco a Suvla.

Parole d'epoca

Per me è finita

di Rocco Egidio De Bonis (Sottotenente, tenente)

Tolmino (Tolmin), Slovenia

Siamo di rincalzo presso l'Isonzo. Il buio della morte non fa scorgere nulla intorno. Una pallottola di fucile spezza la colonna vertebrale ad un soldato, che muore senza emettere verbo. Una cannonata, proveniente dalla piana di Tolmino, asporta ad un altro il braccio sinistro e mezza spalla; alla fioca luce della lampadina elettrica vedo che la ferita è gravissima e che è inutile medicarlo, respira debolmente e il viso è di un pallore mortale. Gli domando se ha da manifestare qualche desiderio; mi bisbiglia che è contento di morire per la Patria, ma si rammarica di non rivedere più i vecchi genitori. Un fante della quarta, cui un proiettile è penetrato nell'addome è seduto sui sassi, con la schiena poggiata ad un sacchetto di terra; si lamenta da destare pietà.

Ha il volto cereo, le labbra bianche e gli occhi smorti; siamo da presso io e il collega Lucrezi, e a noi due raccomanda le sue ultime volontà. Cerchiamo infondergli coraggio, ma inutilmente; ci dice di comunicare alla famiglia la notizia con cautela e che si provveda al mantenimento del vecchio padre, della moglie e di un figlioletto di tre anni. "Dio mio, mi sento morire, aiutatemi, è finita per me!". Sono le sue ultime parole e la bell'anima vola in cielo, circonfusa di gloria.

 

Fonte: Espresso e Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano

 

DAL FRONTE

In Valle d'Adige un treno nemico blindato ed armato con cannoni di piccolo calibro e con mitragliatrici tentò un'incursione contro la nostra stazione di Serravalle. Fu facilmente respinto. Uguale sorte ebbero piccoli attacchi contro le nostre posizioni di Monte Maggio sull' altipiano a nord-ovest di Arsiero.
In Val Popena (Alta Rienz), il nemico assalì in forze le posizioni da noi recentemente conquistate, ma dopo vivo combattimento dovette retrocedere con gravi perdite.
In val di Sexten, nella giornata del 13 le opere di sbarramento nemiche non risposero più ai nostri tiri d' artiglieria.
Furono allora spinte innanzi le fanterie che progredirono fino alle pendici del Seikofl e di Croda Rossa.
Anche nella Conca di Plezzo e nella zona del Monte Nero le nostre fanterie sostenute dal fuoco di batterie pesanti campali, poterono compiere sensibili progressi. Contro l'ala destra estrema delle nostre posizioni a sud-est di Monfalcone venne tentato un attacco senza successo da un treno blindato ed armato di artiglierie leggere.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori