3 Febbraio, 1916

Parlamento canadese in fumo

«Stamane, verso le 7:00, navi nemiche hanno bombardato il porto di San Vito Chietino e gli impianti ferroviari di Ortona a Mare; si lamentano soltanto lievi danni materiali». Questo lo scarno comunicato giunto il 3 febbraio dalla costa adriatica.
La sortita della flottiglia asburgica non preoccupa. Qualche parola in più la si spende per l’Albania, dove la marcia austro-bulgara su Durazzo e Tirana prosegue senza intoppi. A Vienna si pubblicizza la simpatia delle popolazioni locali per l’esercito imperiale.
Il Montenegro è di certo meno radioso: a Podgorica, così come in tutto il Regno, infuria una penosa carestia.

Mentre in Europa è notte fonda, in Canada si fa sera. A Ottawa il Parlamento è in fiamme, i pompieri impiegheranno ore a domare l’incendio. L’impressione, perché di questo si tratta, è che sia stato doloso. «Il palazzo del Parlamento, un immenso braciere, rischiara i dintorni coperti di neve». Due le vittime accertate, ma all’appello mancherebbero anche un paio di vigili del fuoco.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il palazzo del Parlamento canadese a Ottawa è distrutto da un incendio, ritenuto doloso.
  • Il totale del prestito di guerra australiano è vicino a 21.000.000 di sterline.
  • Viene segnalata la vendita dei cereali rumeni a un consorzio austro-tedesco.

Fronte occidentale

  • I tedeschi bombardano Loos.

Fronte italiano

  • Verso le 7:00 di mattina, una flottiglia austro-ungarica effettua un’incursione contro Ortona e San Vito Chietino: lievi danni.

Fronte orientale

  • Riprende l’attacco russo in Bucovina.

 

Parole d'epoca

Fango rosso come sangue

di Paolo Ciotti, sottotenente

Là, terra solida, rocciosa, ghiaccio, neve, boschi sterminati; qua, la terra è rossa, morbida. Cede sotto il passo come carne frolla e la scarpa comincia ad incresparsi. Tratto tratto si è costretti ad un salto; è una trincea, un camminamento, un cunicolo: nel fondo, stracci, gavette frantumate, fiaschi rotti, scatolette vuote di carne in conserva, brandelli di ferro rugginoso, caricatori di ottone, cartuccie qua e là incastrate fra i sacchi di terra, che vomitano un fango rosso come sangue, casse di fucili schiodate, elmetti sforacchiati, scudi da trincea. Questa è la guerra, e buon per noi che vi passiamo ore cianciando.

Ma lassù, oltre il Podgora, c'è ancora terreno vergine, senza segni di passaggio e di conquiste. Un ultimo tratto di terreno in un camminamento angusto e stretto e siamo al Comando del Battaglione del I° Fanteria. Sentinelle, lumi, un vociare disuguale e scomposto. Sotto i ricoveri, brulica una folla di fanti che ci aspettano e ci vengono incontro perché alcuni hanno parenti ed amici nel nostro Reggimento. Un porta ordini ci accompagna in prima linea e ci raccomanda il silenzio perché il nemico è vicino. Diamo il cambio ai soldati del I°Fanteria che abbandonano lieti la trincea sussurrando un “finalmente”.

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pievese Santo Stefano

 

  

DAL FRONTE

CADORNA

In Valle Lagarina, il giorno 1, un nostro riparto esplorante appoggiato dal fuoco di artiglieria attaccò e disperse nuclei nemici a nord-ovest di Mori.

Nella zona tra Astico e Torra, la sera dell' 1, drappelli nemici in vesti bianche sostenuti da mitragliatrici avanzarono contro le nostre posizioni lungo la fronteCima Norre-Millegrobe; furono contrattaccati e respinti.

In Valle Sugana l' attività aggressiva delle nostre fanterie provocò nuovi favorevoli scontri con l' avversario tra Roncegno e Ronchi.

Sull' Isonzo azione intermittente delle artiglierie.

La nostra bersagliò truppe nemiche transitanti per il nodo stradale di Rusic, a nord-est di Gorizia.

Sul Carso un nostro riparto, penetrato di sorpresa in un trinceramento nemico nella zona di San Martino, vi prese alcuni prigionieri, fucili e bombe a mano.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori