Progressi invisibili
Dopo neanche una settimana è ora di dire basta. Ci pensa il meteo a porre fine al massacro: pioggia e neve rendono impraticabile il terreno. Il 16 marzo la quinta battaglia dell’Isonzo può considerarsi conclusa; fanno altre 13.000 perdite sul conto.
I soldati al fronte iniziano a demoralizzarsi, sono stanchi di farsi uccidere per pochi metri. Il malumore serpeggia lungo le trincee, acuito dalle sempre peggiori condizioni di vita: le razioni non sempre bastano, gli indumenti non sono adeguati e il tempo è uno schifo.
Ora il problema è tenere buona l’opinione pubblica, alzare il morale del Paese: i giornali continuano a raccontare grandi vittorie e gesta eroiche, eppure i nomi che circolano non cambiano mai, si combatte sempre negli stessi posti. E allora un paio di domande sorgono spontanee.
Gorizia, “minacciata da mesi”, è ancora austriaca e i lievissimi progressi sul Sabotino non possono bastare.
A Verdun riprende la mattanza: i reiterati attacchi tedeschi si infrangono sulle postazioni di le Mort Homme.
A Parigi si dimette Gallieni, “motivi di salute”; il nuovo Ministro della guerra francese è il Generale Roques.
Anche la Germania è alle prese con un cambio al vertice: a sostituire von Tirpitz al Ministero della Marina sarà il più malleabile Eduard von Capelle. L’Ammiraglio non fa in tempo a occupare la sua poltrona che incappa subito nella prima grana: un sommergibile tedesco silura, senza preavviso, il piroscafo olandese Tubantia. Aver perso uno dei suoi migliori transatlantici e il relativo carico non va giù ad Amsterdam; per Berlino si apre l’ennesimo, aspro, contenzioso diplomatico.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Gallieni, Ministro francese della guerra, si dimette per ragioni di salute; gli succede il Generale Roques.
- Conclusa la controversia del carbone nel Galles del sud.
- L’Ammiraglio von Capelle succede a von Tirpitz come Ministro della Marina tedesco.
- Arriva a Roma il Principe ereditario Alessandro di Serbia, accolto con grandi dimostrazioni di simpatia dalla popolazione.
Fronte occidentale
- Battaglia di Verdun: respinti vari attacchi tedeschi alle posizioni di le Mort Homme.
- La battaglia continua a infierire ininterrotta attorno a Verdun, ma l’asse delle operazioni tedesche si sposta dalla sinistra alla destra della Meuse.
Fronte italiano
- Gli attacchi italiani sull'altipiano carsico sono interrotti. Gli austro-ungarici, nella notte sul 16, occupano il cosiddetto "Trucchetto del Mrzli".
Fronte d’oltremare
- Le truppe del Sudan avanzano da Nahud verso il Darfur.
Operazioni navali
- Un sottomarino tedesco affonda il grande transatlantico olandese “Tubantia”, senza avvertimenti, al largo di Harwich. Ne nasce un grave incidente diplomatico.
Parole d'epoca
Pasquale Attilio Gagliani
Prigionieri
Tutto è tornado calmo.
Stamani sono passati una ventina di prigionieri, fra cui un ufficiale, presi nelle prime ore del mattino
sulla “buca dei bersaglieri”.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
In Valle Lagarina, nell' Alto Astico e in Valle Sugana, duelli delle artiglierie e scontri di riparti con esito a noi favorevole.
Sull' Alto Isonzo la densa nebbia limitò ieri l' attività dell' artiglieria che fu più intensa sulle alture ad ovest di Gorizia.
Sul Carso dura lotta accanita per il possesso delle posizioni da noi conquistate nella zona di San Martino.
Nella notte sul 15, dopo violento fuoco di artiglieria e di fucileria, l' avversario pronunziò due impetuosi attacchi giungendo sino al margine delle nostre nuove trincee; fu ogni volta vigorosamente ricacciato e lasciò il terreno ricoperto di cadaveri. Al mattino l' artiglieria rinnovò l' azione, persistendovi con crescente violenza fino a notte; ma la saldezza delle nostre fanterie ed il costante ed efficace appoggio delle artiglierie permisero di mantenere le contrastate posizioni.
Lungo il rimanente della fronte continuarono gli attacchi di nostri riparti che con lancio di bombe sconvolsero in più punti le difese dell' avversario infliggendogli perdite e provocando violente esplosioni.
Firmato: CADORNA