29 Marzo, 1916

La Conferenza Alleata vista da Berlino

Se una fazione glorifica la conferenza di Parigi, dall’altro lato della barricata se ne svilisce il senso. Per la stampa tedesca «la Germania e i suoi alleati non hanno bisogno di inquietarsi. Qualunque cosa decida l’Intesa, l’aspetteremo con la certezza della vittoria e la massima calma».
Il Lokal-Anzeiger gioca duro: «Sorprende che questa unione di sforzi non sia stata raggiunta al principio della guerra. Gli statisti dell’Intesa temevano una conferenza, è l’unica spiegazione. Con la discussione dei particolari e delle difficoltà sarebbero emersi tutti i dissidi degli Alleati. Ora la conferenza gli apparve come unica ancora di salvezza».

Il 29 marzo la Russia manda a casa un altro Ministro della guerra: Polivanov è durato nove mesi, il suo successore è il Generale Dimitry Shuvayev. Pietrogrado deve fare i conti anche con il disgelo: la neve si scioglie, i rivoli d’acqua trasformano il fronte in palude e tutto si ferma. 

 A Verdun i tedeschi penetrano nel villaggio di Malancourt, ci sono voluti due giorni di combattimenti. Nel tira e molla i francesi riprendono una parte delle posizioni di Avoucourt.
Molto attivo il fronte italiano. Gli austro-ungarici vengono respinti tra il Podgora e il Sabotino, le innumerevoli perdite hanno fruttato qualche lieve vantaggio intorno a Gorizia.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Disordini in Olanda.
  • Si dimette il Generale Oka Ichinosuke, Ministro giapponese della guerra.
  • Il Generale russo Polivanov si dimette come ministro della guerra, gli succede il Generale Dimitry Shuvayev.

Fronte occidentale

  • Battaglia di Verdun: i tedeschi entrano nel villaggio di Malancourt; i francesi recuperano in parte Avocourt.

Fronte orientale

  • Il disgelo sul fronte russo costringe alla sospensione delle operazioni.

Fronte italiano

  • Gli austro-ungarici, impiegando considerevoli forze di riserva, attaccano le posizioni tra Podgora e il Sabotino. Più volte respinti, sono alla fine contrattaccati e sconfitti con gravi perdite.
  • Fine degli attacchi nel settore di Gorizia; lievi vantaggi austro-ungarici.
  • In tre giorni di continui combattimenti gli italiani conquistano un esteso trinceramento a est di Selz, facendo numerosi prigionieri e un ricco bottino.

Parole d'epoca

La collina di Selz è nostra

di Alfonso Onofrii, militare

All’ora stabilita i tre plotoni mossero all’attacco e sorpresero gli austriaci ancora nei ricoveri, per cui l’azione si svolse a nostro favore fin dall’inizio. Il nemico si arrendeva, mentre dalla seconda linea partivano all’attacco i rincalzi. Fu in questo momento che decisi di intervenire.
Uscii con i miei soldati, ci attestammo alla sommità della collina nel momento che il nemico stava per raggiungerla e con un nutrito lancio di bombe a mano arrestammo la loro avanzata, costringendoli a ritirarsi.
La collina era avvolta in una nube di fumo per l’intensità delle esplosioni, mentre tra uno scoppio e l’altro si udivano nettamente le scariche delle mitragliatrici e gli scoppi delle bombe a mano: un vero inferno.

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano

DAL FRONTE

In Valle Vermiglio (Noce) tiri efficaci delle nostre artiglierie dispersero truppe nemiche intente a lavori di difesa.
Lungo le linee ferroviarie e rotabili di Valle Lagarina e di Valle Sugana continuano movimenti di treni e di truppe nemiche disturbati ovunque possibile dalle nostre artiglierie.
A Cima Valpiana (tra Valle Calamento e Valle Campelle) nostri drappelli attaccarono e dispersero nuclei di lavoratori nemici.
Contro le posizioni da noi conquistate alla Selletta Freikofel ed al Passo del Cavallo (Alto But) le artiglierie nemiche spiegarono ieri grande attività. Le nostre ribatterono con efficacia e fugarono piccoli riparti nemici che iniziavano un attacco.
Lungo la fronte dell' Isonzo intensa attività delle artiglierie.
Sul Carso furono nella mattina di ieri respinti attacchi che il nemico tentava in concorso all' azione svolgentesi sulle alture di Gorizia menzionata nel precedente bollettino.
Fra Vermegliano e Monfalcone nostri riparti di fanteria contrattaccarono con successo e presero al nemico qualche diecina di prigionieri.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori