Bucarest si scontra con la realtà
A Bucarest devono fischiare le orecchie. In Europa ognuno dice la sua: “La Romania avrebbe dovuto attaccare in Dobrugia e non in Transilvania” – “Al contrario! Avrebbe dovuto mantenersi concentrata sulla Transilvania, ignorando la Dobrugia”. Se avesse fatto questo, se avesse fatto quell’altro. Ha sbagliato qui; no, ha sbagliato lì. Per quanto la si cerchi, non c’è una formula magica, nessun piano geniale. Bucarest è entrata in guerra sopravvalutando le sue forze e sottovalutando quelle nemiche; le attuali difficoltà ne sono la logica conseguenza e nessuno può sapere come andrà a finire. Ciò nonostante giudizi e opinioni si affannano in svariate profezie. Il 15 ottobre i giornali pubblicano un’intervista a Radoslavov, Premier bulgaro: «Quando avremo sbrigato i conti con la Romania sarà fatto un passo verso la pace. Con Bucarest neutrale, l’Intesa sperava nel suo intervento come fosse un atto risolutivo; ora questa speranza è scomparsa. Liquidata la Romania, la via del Mar Nero sarà aperta e vi sarà la possibilità di una pace onorevole. Non dico che debellare Bucarest sia per forza un fattore decisivo, ma se la Russia meridionale corresse qualche pericolo, i circoli di Pietrogrado potrebbero anche appoggiare correnti favorevoli alla pace».
Il ragionamento potrebbe anche filare, ma quante volte la logica è uscita sconfitta da questa guerra? Il cammino non è affatto così lineare.
Dall’altro lato della barricata, le opinioni pubbliche dell’Intesa invocano l’ormai abusato concetto di fronte unico per alleggerire il peso sulla Romania. “Attacchiamo tutti e tutti insieme”. Sì, ma il maltempo autunnale? E la spossatezza dei soldati, alle prese con mesi di offensive? L’Italia, per esempio, ne ha appena chiusa una; la Russia combatte ormai priva di inerzia; in Francia il massacro continua senza per questo aver spostato gli equilibri. L’unica offensiva ancora in piedi è quella macedone, troppo poco per salvare da sola Bucarest.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Dimostrazioni anti-Intesa ad Atene.
- Nel terzo convegno repubblicano delle Provincie meridionali e della Sicilia a Napoli, l’on. Colaianni dichiara che oggi i repubblicani d’Italia seguono l’esempio di Mazzini e di Garibaldi, “combattendo a fianco della monarchia, per altissime finalità che superano le forme politiche".
Fronte occidentale
- I britannici fanno progressi a Schwaben Redoubt e nei dintorni di Thiepval.
Fronte italiano
- Gli italiani continuano ad avanzare sul Monte Pasubio.
Fronte meridionale
- Intensi combattimenti a Rucăr.
- Attività d’artiglieria sul Danubio.
- Duri scontri sul fronte del Crna.
- Serres bombardata dagli inglesi.
Fronte asiatico ed egiziano
- I britannici assaltano Magharah (sud del Sinai).
Parole d'epoca
Notti in trincea
di Cesare, detto Gino, Ricceri,
47° reggimento fanteria, brigata Ferrara. Poi 220° fanteria, Brigata Sele. Poi 278° fanteria, brigata Vicenza, caporalmaggiore
Carissima Madre
Dalla trincea ti invio nuovamente queste poche di righe onde farti sapere il mio buono stato di salute come il simile spero di tutte voi. Però non ò tanto da lamentarmi perché fin’ora pare che la cosa sia calma solo un piccolo continuo di qualche fucilata e di qualche mitragliatrice ma del resto siamo al coperto ma però se in questo momento la cosa e calma credi che fà presto anche a canbiare e che in termine di un minuto diventa un inferno.
Cara Madre però devi ancora sapere che dal primo giorno che mi trovo sotto le armi il lavoro è sempre stato notturno sempre nell’oscurità tanto il tempo sia bello come pure sia brutto. Anche in questo momento credi che alla sera verso le nove mangiamo il rancio.)
rancio che deve servire fino alle nove del giorno successivo dove anche questo arriva sempre di notte e come si suol dire da noi cioè che noi facciamo sempre mezza cena e non ci è da lamentarsi perché qui è un punto che arriva presto perché del resto le altre volte abbiamo mangiato sempre alla mezzanotte le due […]. Dunque appena mangiato il rancio verso le nove e mezza ci rechiamo al lavoro fino alle 4 del mattino sempre in mezzo a queste Famose Fucilate quando non arriva altro ed il nostro lavoro consiste sempre nel far ripari cioè riempiendo sacchi a terra trincee insomma bisogna far tutto. Molto ancora avrei da dirti di più e molto peggiore ma questo mi riserverò di spiegartelo in altro momento. Altro non ò per il presente da aggiungerti saluta tanto le sorelle chi ti domanda di me più ricevi i miei più cari ed affettuosi saluti tuo figlio Gino
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Sulle pendici del Pasubio nuovi attacchi nemici furono respinti dalle nostre truppe, che con un vigoroso contrattacco progredirono ancora verso il Roite. Nella zona di Cosmagnon, una intera batteria nemica di quattro cannoni da montagna con abbondanti munizioni è caduta in nostro possesso. In Valle di Posina forze nemiche sorpresero un nostro posto avanzato ad ovest di Tovo. Accorsi i rincalzi, l' avversario fu completamente ricacciato. Lungo la rimanente fronte azioni delle artiglierie. Le nostre bombardarono obbiettivi militari in Predazzo (Avisio); quelle nemiche lanciarono alcune granate su Gorizia.
Firmato: CADORNA