Berna non seguirà Washington
La prima a rispondere all’appello americano è la Svizzera: assente. Gli elvetici fanno capire in maniera ufficiosa di voler esprimere tutte le proprie riserve alla Germania, ma non romperanno le relazioni diplomatiche con Berlino. «Manterremo la più stretta neutralità e rispetteremo gli impegni presi prima e durante la guerra». Le voci di improbabili invasioni e la completa dipendenza commerciale dai quattro belligeranti al confine devono aver avuto un loro peso.
L’Olanda e i tre regni scandinavi fanno melina, non si sono ancora espressi, ma anche Svezia, Norvegia e Danimarca dovrebbero adottare la stessa linea di condotta: protestare sì, rottura no. Più propensi ad aderire al passo statunitense sembrano i Paesi sudamericani; in Brasile, Cile e Argentina c’è grande fermento.
Dal canto suo Berlino cerca di indorare la pillola: «La lotta è per la nostra esistenza. […] Speriamo si comprendano le necessità che hanno indotto la Germania alla grave decisione». Un paio di approdi “sicuri” sono previsti, peccato siano insufficienti.
Meno comprensivi i giornali tedeschi. Molti si lagnano e rimproverano ai neutrali due pesi e due misure tra le conseguenze del blocco britannico e di quello germanico. «Un popolo minacciato dalla fame deve scegliere da sé i mezzi per difendersi. Perciò, soprattutto adesso, ci è indifferente cosa dica l’estero neutrale a proposito della guerra sottomarina illimitata».
A fari spenti i britannici ottengono una discreta vittoria in Egitto il 5 febbraio: il corpo principale dei ribelli senussi viene ingaggiato e distrutto nell’oasi di Siwa; i superstiti evacuano l’area, ma per molti le porte della ritirata si sono già chiuse.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La Svizzera risponde agli U.S.A. e decide di non interrompere le relazioni diplomatiche con la Germania.
- Riferendosi alla rottura con gli U.S.A. Berlino sostiene che “la lotta è per la nostra esistenza. Per noi non ci può essere ritirata”.
- Annunciata una conferenza russa sul futuro della Polonia.
Fronte orientale
- A 16 km. a sud di Kieselin (Volinia) gli austro-tedeschi attaccano le posizioni russe, ma vengono respinti.
Fronte italiano
- Il fronte italiano viene pesantemente attaccato dagli austro-ungarici in vari settori. Tutti gli attacchi vengono respinti.
Fronte asiatico ed egiziano
- I britannici prendono l’oasi di Siwa e tagliano la ritirata ai senussi che non l'hanno ancora evacuata; catturato Munasib Pass.
Parole d'epoca
Cuoco, per mia fortuna
di Felice Modena militare
Dopo un periodo provvisorio al Buffet della Stazione di Milano in attesa del passaporto e del necessario per recarmi in Germania a Bad Kreuznach. Con l’aiuto di un segretario tedesco conosciuto in Francia venni assunto come commis di ristorante all’Fiotei Kurhaus casa di recente costruzione questo e per la mia ignoranza della lingua e anche per la poca esperienza a detto servizio, assai difficile, non potetti rimanere e passai all’Hotel Brauenhof casa tipo “table d’hote” e lì rimasi fino alla fine dell’estate quindi passai a Pirmasens Vestfalia, dipoi a Treviri indi a Wiesbaden di poi a Stoccarda. Qui mi sorprese la guerra del 1914. Essendo in quel tempo ormai sui diciannove anni vedevo il pericolo che se anche l’Italia fosse entrata nel conflitto avrei dovuto a mia volta essere richiamato in patria, così pensai di portarmi in Isvizzera a Righi Calt-Bad, indi a Lucerna all'Hotel Steiserhof, ma ormai tutti si rifugiavano in Isvizzera così che un ordine di rimpatrio ci obbligava a rientrare in patria, così tomai a casa.
Non essendo ancora la mia classe richiamata andai a Santa Margherita Ligure all’Hotel Strand, dove rimasi fino al maggio 1915 allorché avendo anche l’Italia dichiarato guerra e di conseguenza decretato la mobilitazione generale anch’io dovetti seguire la sorte della mia classe per quanto con qualche mese di ritardo dato avevo mio fratello Gino già alle armi. Primo luogo di chiamata fu Firenze al 9° Artiglieria in seguito passai a Spezia aggregato al 2° Fortezza; era un fatto un po’ curioso data la mia corporatura essere un artigliere da fortezza, ad ogni modo essendo questo corpo assai privilegiato per la sua mole di tiro, questa è stata una grande fortuna. Dopo circa 6 mesi di istruzione andammo al fronte e precisamente sul Monte Coglians sopra l’Isonzo. Qui ebbi un’altra fortuna, di passare cuoco al Comando di Gruppo dove rimasi quasi per tutto il tempo del conflitto pur cambiando continuamente zona. Fui a Oppachiesella sul Carso, in Val Lagarina , Brentonico ed in seguito alla ritirata di Caporetto sul Piave a Fossalto.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Qualche azione d' artiglieria sulla fronte Tridentina; la nostra disperse nuclei sull' altopiano di Tonezza. Nell' Alto Degano la notte sul 4 dopo breve, ma violento fuoco d' artiglieria contro le nostre posizioni fra Monte Navagiust e Forcella di Ombladet, un reparto nemico tentò un' irruzione. Fu subito ricacciato. Sulla fronte Giulia continuò ieri l' attività dell' artiglieria nemica contro le nostre linee sul Carso, da Quota 144 alla pianura del Deserto (Lisert). La nostra reagì con vigore e provocò incendi a nord di Duino.
Firmato: CADORNA