Rifiatare
Conclusa la nostra offensiva, il fronte italiano rifiata. Il 29 maggio si registrano solo operazioni di dettaglio: noi completiamo la conquista di alcune trincee vicino Medeazza, sul Carso; l’esercito austro-ungarico lancia un paio di contrattacchi, soprattutto sul Vodice, ma senza esito. Prima di tutto leccarsi le ferite.
Ancora più esitante il fronte occidentale. I bollettini ufficiali britannici, francesi e tedeschi concordano, sono scarni e accennano solo agli immancabili diverbi a cannonate e a qualche limitata sortita di pattuglie.
Nel Mediterraneo affonda, con 56 vittime, il piroscafo francese “Yarra”, mentre nel Mar Nero tornano a farsi sentire i russi, bombardando le coste dell’Anatolia.
Dall’America il Times interrompe la striscia di ottimismo: l’impegno a fondo nella guerra non è ancora stato digerito del tutto da una buona parte di statunitensi, in molti pensavano a un intervento «a scartamento ridotto».
Il Paese, forse, è meno compatto di quanto raccontato fin qui, l’opinione pubblica sembra ancora un po’ «perplessa, apatica», parole del Times.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Vossug ed Dowleh, Primo Ministro e Ministro degli esteri persiano, presenta le dimissioni.
- Henderson si reca in Russia per una missione speciale.
Fronte occidentale
- Pesanti azioni d’artiglieria e piccoli pattugliamenti vicino Saint-Quentin e in Champagne.
Fronte italiano
- Gli italiani conquistano le trincee vicino Medeazza (sud del Carso).
- Fallisce l’attacco austro-ungarico sul Vodice.
Operazioni navali
- Il piroscafo francese “Yarra” silurato nel Mediterraneo: 56 perdite.
- Affonda l’H.M.S. “Hilary”: 4 perdite.
- Raid navale russo sulla costa dell’Anatolia.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 732 – 29 MAGGIO 1917 - ORE 18:00
Sul Carso il nemico spiegò ieri grande attività di artiglierie e di bombarde, per disturbare l’alacre lavoro di rafforzamento delle nostre linee. Un suo attacco tentato contro le nostre posizioni lungo la ferrovia ad oriente di San Giovanni di Duino, fu respinto col fuoco.
Ad est di Gorizia, nella notte sul 28 e per tutta la giornata di ieri, il nemico rinnovò con le sue artiglierie d’ogni calibro intensi concentramenti di fuoco contro l’altura di Quota 126, a sud di Grazigna. Il tempestivo intervento delle nostre batterie disperse più volte i suoi riparti d’assalto che si stavano radunando nelle trincee avanzate. Non meno violenta fu l’azione delle artiglierie nella zona del Codice contro le nostre posizioni di Quota 652. Un attacco in forze sferrato al mattino da forti riparti nemici contro la sommità dell’altura s’infranse sotto la pronta reazione delle nostre truppe. Per contro, vincendo la tenace resistenza del nemico, appostato in caverne, le nostre fanterie compirono ieri importanti progressi sul versante sud-est dell’altura stessa, affermandovisi saldamente.
Nel settore di Plava ricacciammo l’avversario verso il fondo ricacciamo l’avversario verso il fondo del vallone ad oriente di Globna, catturando un centinaio di prigionieri. Il numero totale dei prigionieri presi sulla fronte Giulia dal giorno 14 è stato accertato in 23.681 dei quali 604 ufficiali.
Si sta procedendo all’accertamento dell’abbondantissimo bottino fatto nel corso della battaglia; abbiamo già contato 36 cannoni, dei quali 13 di medio calibro, 148 mitragliatrici e 27 bombarde, oltre a rilevanti quantità di fucili e di materiali da guerra d’ogni genere.
Generale CADORNA