Francia e Russia: così lontane, così vicine
Primo giugno 1917: i francesi occupano Missy-aux-Bois; guai però a dirlo in giro. Sì, perché quella non è una manovra bellica, quelli sono un reggimento di ammutinati. L’Alto comando li chiama “atti di indisciplina”, suona meglio, fa meno impressione, ma la sostanza non cambia: Parigi sta perdendo i suoi uomini. Ne hanno passate troppe e si sentono traditi da promesse come quelle di Nivelle, quelle di una soluzione dietro l’angolo. Ingannati anche dalla rappresentazione del nemico, un nemico descritto come subumano, una creatura infernale. Eppure qualcosa non torna perché: «Le lettere dei prigionieri sono come le nostre, parlano di miseria e disperazione. Quelle canaglie sono uguali a noi».
Una parte di responsabilità ce l’hanno anche i giornali, che in trincea arrivano, magari un po’ in ritardo, ma arrivano. E allora immaginate di aver perso i vostri migliori amici, al plurale; immaginate di averli persi in un attacco inutile, ordinato giusto per mettere un po’ di pressione a quel nemico; immaginate di averli visti, o sentiti, agonizzanti per ore, piangenti.
Ecco, ora però avete un giornale davanti agli occhi e leggete di strategie geniali, di artiglierie capaci di non lasciare un solo tedesco in vita, leggete di vittorie gloriose e perdite minime, o peggio irrilevanti. No, “irrilevanti” non lo puoi accettare.
La realtà è drammatica per l’esercito francese. Sempre più soldati si rifiutano di attaccare; difenderanno la patria da ogni assalto tedesco, ma non vogliono essere loro a prendere l’iniziativa. Le corti marziali iniziano a moltiplicarsi, così come gli arresti e, di conseguenza, le condanne. Ma non puoi punirli tutti, sono troppi.
E poi c’è sempre lo spettro russo: nessun Comandante ama il rischio di importare un’insurrezione. Già, perché i soldati francesi leggono anche altre cose sui giornali, per esempio gli echi della rivoluzione russa. A Kronštadt operai e soldati si ribellano al Governo provvisorio, si rifiutano di riconoscerlo, proclamano l’autonomia e annunciano di voler trattare solo con il Soviet di Pietrogrado. La contemporaneità è curiosa, ma c’è una differenza tra Missy-aux-Bois e Kronštadt: quello francese è a malapena un villaggio a sud dell’Aisne; quella russa è la piazzaforte dirimpettaia alla capitale, è la principale stazione per flotta del Baltico, ha un arsenale imponente e cantieri fondamentali. Oggi l’asse russo-francese è intrecciato fittissimo e ruota attorno alla rivoluzione.
A Parigi il Primo ministro Ribot rifiuta di rilasciare i passaporti ai socialisti diretti a Stoccolma: «Il progetto della conferenza internazionale ha già turbato l’opinione pubblica, è stato avversato dal leader belga Vandervelde e, soprattutto, rischia di lasciar supporre che un partito si possa sostituire a un Governo. La pace di domani non potrà essere l’opera di un partito; se i socialisti si riunissero, i cattolici pretenderebbero lo stesso. La pace non potrà essere che una pace di tutta la Francia».
Non solo non verranno rilasciati passaporti per Stoccolma, ma non verranno rilasciati neanche per Pietrogrado, almeno finché la conferenza internazionale non sarà terminata. «In nessun caso si faranno incontrare personalità francesi con agenti nemici».
Londra non sembra pensarla così e apre alla partecipazione laburista.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Parigi non concederà i passaporti ai delegati francesi per la conferenza di Stoccolma.
- Il Partito laburista inglese nomina i delegati per Stoccolma e Pietrogrado.
- Rivolta socialista a Kronštadt contro il Governo provvisorio russo.
- Lord Devonport si dimette dalla carica di Food Controller.
Fronte occidentale
- Continuano gli scontri d’artiglieria sul saliente di Wytschaete.
- I tedeschi attaccano e avanzano un po' vicino Laffaux Hill (Chemin de Dames).
- Durante "l’offensiva primaverile” gli Alleati catturano 52.000 tedeschi (inclusi 1.000 ufficiali), 446 cannoni e 1.000 mitragliatrici.
- Dall’inizio della guerra i britannici hanno preso 76.067 prigionieri sul fronte occidentale.
- Il Royal Naval Air Service bombarda duramente Zeebrugge, Ostenda e Bruges.
Fronte italiano
- Gli italiani respingono un violento attacco austro-ungarico sul Vodice.
- Gli italiani attaccano con successo a sud di Castagnevizza (Carso).
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 735 - 01 GIUGNO 1917 - ORE 18:00
Notevole attività delle artiglierie nel settore settentrionale del Carso e sul tratto di fronte da Gorizia a Plava. Nella zona del Vodice, la notte sul 31 l'avversario ammassate numerose truppe, lanciò un violento attacco contro le nostre posizioni sulle alture di Quota 592 e 652. L' assalto preparato da intenso fuoco d' artiglieria e condotto con ostinazione ed impeto, fallì completamente per la salda resistenza delle nostre truppe e gli aggiustati tiri delle nostre batterie, che dispersero le dense masse di rincalzo. Il nemico subì perdite gravissime e lasciò nelle nostre mani 83 prigionieri, dei quali 3 ufficiali. Piccoli scontri a noi favorevoli tra nostri riparti avanzati e pattuglie nemiche in ricognizione si ebbero alla testata del torrente Dogna e nella Valle del Posina.
Nella passata notte velivoli nemici compirono un’incursione su Udine e Cervignano, gettando bombe incendiarie. Il fuoco delle nostre batterie controaeree li costrinse a desistere dall' impresa. Sono segnalati lievissimi danni materiali ed un ferito nella popolazione civile.
Subito dopo, nostri aviatori levatisi a volo, bombardarono con successo impianti militari di Barcola, a nord di Trieste, ritornando incolumi ai propri campi.
Albania - Nella notte sul 28, a 25 chilometri a sud est di Barat, le nostre bande albanesi attaccarono truppe irregolari nemiche alla testata del fiume Osum. Il combattimento continuò accanito per tutto il giorno 28 e nella notte successiva, occupammo i villaggi di Cerevoda, Velisest, Osoja e Cafa, resistendovi poi vittoriosamente a contrattacchi di truppe regolari nemiche in rinforzo.
Generale CADORNA