Relazioni difficili
Dalle minacce si starebbe passando ai fatti. I giornali di New York danno per chiusa la lista di Paesi tagliati fuori dalle esportazioni americane. In cima ci sono ovviamente i nemici dichiarati e i loro alleati, con annesse le eventuali colonie, i protettorati e i territori occupati. Più interessanti gli altri membri dell’elenco. Ci sarebbe la Grecia, in teoria amica, quindi tutta una serie di neutrali: la Spagna, la Svizzera, l’Olanda, la Danimarca, la Norvegia e la Svezia.
Restiamo in Svezia, perché il polverone diplomatico sulle sue relazioni con la Germania continua a saturare l’atmosfera internazionale. La diplomazia russa contatta gli Alleati, cerco di parafrasare: “Occhio, perché se Stoccolma decidesse oggi di invadere la Finlandia noi saremmo finiti. Quindi bene l’indignazione della stampa, ma cerchiamo di usare toni un po’ meno esasperati”.
I giornali dell’Intesa si sono scatenati, molti si sono rivolti al popolo svedese chiedendo, a volte quasi intimando, di dimostrare il proprio onore e lealtà rovesciando il Governo. In Svezia si avvicinano le elezioni, ma secondo Pietrogrado tutto quest’odio potrebbe essere visto come un’ingerenza straniera e ottenere il risultato opposto a quello sperato.
Berlino ha già fatto una prima mossa: si è scusata con Stoccolma, esprimendo «vivo rammarico per le noie causate dall’incidente di Buenos Aires». Dai, chiamiamolo “incidente”.
La Germania ha scritto anche a Buenos Aires, tergiversando un po’ e provando a sconfessare il proprio Ambasciatore, ma senza neanche crederci troppo. Tra l’altro il Governo argentino, passata la sbornia di adrenalina, si è fatto più tentennante. Il Conte Luxburg dovrà andarsene, ma faccia pure con calma. Il Governo è stato preso alla sprovvista da qualcosa di più grande di lui, ma la titubanza non è detto sia sulla stessa lunghezza d’onda del Paese.
I russi sono protagonisti anche in Francia. Il corpo di spedizione, inviato sul fronte occidentale, è già da un po’ lontano dalla prima linea, nessuno si fida troppo dopo la rivoluzione, ancora meno dopo gli ammutinamenti nell’esercito francese e le notizie da Pietrogrado. È stato spedito nel campo di La Courtine, dove già da un paio di mesi crea problemi di indisciplina, arrivando quasi all’autogestione ed esigendo il rimpatrio.
La situazione si è aggravata e il 17 settembre l’esercito francese reprime la rivolta. Il corpo di spedizione russo verrà frazionato e rinchiuso in vari campi di prigionia.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Da New York si annuncia che il Governo americano ha deciso di non concedere alcuna licenza di esportazione per la Germania (comprese le colonie, i possessi e i protettorati), l’Austria-Ungheria, l'Albania, il Belgio occupato, la Bulgaria, la Turchia, la Spagna, la Danimarca (con colonie, possessi e protettorati), la Grecia, l'Olanda, il Lussemburgo, la Norvegia, la Svezia e la Svizzera.
- La Germania si scusa con l’Argentina e la Svezia per i problemi causati dal Conte Luxburg.
- Le Potenze centrali decretano la nomina del Consiglio regionale polacco.
Fronte occidentale
- Represso un ammutinamento del contingente russo nel campo di La Courtine.
Fronte orientale
- Fronte di Riga: continuano gli scontri fra le postazioni avanzate.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 842 – 17 SETTEMBRE 1917 - ORE 18:00
Sulla fronte Tridentina, in Val Giudicarie, nuclei nemici che tentavano avvicinarsi ai nostri posti avanzati vennero dispersi a fucilate.
In Carnia una maggiore attività dell’artiglieria avversaria provocò vivace reazione della nostra nell’Alto But e in Val Fella.
Sull’Altopiano di Bainsizza, nella notte sul 16, il nemico tentò con quattro successivi contrattacchi di rioccupare il terreno perduto nel giorno precedente. Fu costantemente respinto dai bravi difensori che catturarono 73 prigionieri, tra i quali due ufficiali.
Generale CADORNA