Guai in paradiso
Maledetta stampa. Roma ha un problema con il mondo dell’informazione, non tanto il nostro, ma quello francese, non controllabile. Nelle ultime settimane i quotidiani d’oltralpe si sono permessi di muovere critiche severe all’Italia. Caporetto ha lasciato il segno: nel mirino finiscono i soldati e soprattutto l’Alto Comando, qualcuno ha persino proposto di sostituirlo con ufficiali francesi, come se fin qui avessero fatto miracoli; molti si chiedono perché non siano ancora state mobilitate le classi più anziane. «Comodo invocare il fronte unico per chi ha sempre economizzato i sacrifici». Tra l’altro c’era già stato un precedente illustre: i giornali francesi avevano descritto nei minimi dettagli anche la rivolta di Torino, argomento tabù per i nostri quotidiani.
Il 23 novembre Sonnino si lamenta con il nostro Ambasciatore a Parigi: «Gli ultimi avvenimenti militari hanno messo alla prova l'animo francese verso di noi, che non ha potuto più soffocare l'antica e mal celata animosità. La stampa si è affrettata a cogliere l'occasione per potere finalmente riprendere i suoi aspri apprezzamenti e il tono di ostentata superiorità».
Guai in paradiso. Dando per buona l’immagine paradisiaca che l’Intesa dà di sé stessa. Nel segreto delle nostre comunicazioni diplomatiche c’è anche chi definisce la politica francese “partigiana, subdola e provocatoria”.
Ben altra l’atmosfera a Londra. Tutti i campanili d’Inghilterra suonano a festa ed è la prima volta dall’inizio della guerra. Celebrano la vittoria a Cambrai, diffondono entusiasmo. Sul campo di battaglia però ci si avvia a un nuovo, sostanziale, stallo: i britannici attaccano il bosco di Bourlon, nel tentativo di completare un successo altrimenti a metà.
Incompiuto è anche il tentativo tedesco di soccorrere il Generale von Lettow-Vorbeck nell’Africa orientale. Mentre lo zeppelin LZ-104 sorvola il Sudan arriva l’ordine di abortire la missione e tornare indietro; l’ultima posizione nota del contingente tedesco è in mani britanniche e non si sa dove abbia ripiegato von Lettow-Vorbeck.
In Russia il Governo Lenin emana il decreto di smobilitazione, un po’ per motivi ideologici, un po’ perché non c’è modo di mantenere le spese dell’esercito. Il leader bolscevico lavora anche per coinvolgere e attrarre le frange meno ostili degli altri schieramenti socialisti.
Della Russia parla Sir Robert Cecil, Sottosegretario di Stato britannico agli esteri: suggerisce di interrompere qualsiasi aiuto economico-militare fin quando i bolscevichi resteranno al potere; «il Governo russo o è con noi, o contro di noi».
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Governo di Lenin emana un decreto per il congedo dell’esercito russo.
- Discorso di Lord R. Cecil sui bolscevichi.
- Lebrun succede a Jonnart come Ministro francese per il blocco.
- Presso la Presidenza del Consiglio d’Italia è istituito un Alto Commissariato per provvedere all'assistenza morale e materiale dei profughi dalle terre invase. L'Alto Commissario è Luigi Luzzatti, assistito da due Commissari aggiunti.
- La Croce Rossa americana offre un milione per le famiglie dei richiamati italiani.
Fronte occidentale
- I britannici attaccano nella notte e avanzano sulla linea a sud-est di Ypres.
- Continua l’offensiva britannica verso le posizioni tedesche a ovest di Cambrai; i britannici attaccano Bourlon Wood.
- Byng promosso Generale dopo l’offensiva di Cambrai.
Fronte d’oltremare
- Lo zeppelin tedesco “L.-59”, arrivato in Africa, riceve l’ordine di interrompere la missione e ritirarsi.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 950 - 23 NOVEMBRE 1917 - ORE 18:00
Sull' Altipiano di Asiago il nemico puntando da nord sulla fronte Monte Tondarecar, Monte Badenecche, e ad ovest su quella Monte Castel Gomberto Melette. L' azione, preceduta da largo getto di granate a gas lagrimogeno, fu condotta con estrema violenza da ingenti forze sempre rinnovantisi, appoggiate da intenso fuoco di artiglieria. I nostri riparti della I° Armata con validissima resistenza e continui contrattacchi, riuscirono a tenere saldamente tutte le posizioni e a respingere l' avversario con perdite gravissime catturandogli 8 ufficiali e 191 uomini di truppa.
Tra Brenta e Piave con violentissimo tiro d' artiglieria, seguito dall' avanzata di dense ondate di fanteria, il nemico, all' alba, rinnovò l' attacco La lotta divampò asprissima e si protrasse l' intera giornata. Parecchie posizioni furono più volte perdute e subito riprese dalle truppe della 4a Armata che gareggiarono tutte in aggressività e bravura. Sul far della notte gli ultimi contrattacchi arrestarono definitivamente l' avversario al quale, anche da questa parte, la giornata di ieri è costata perdite ingenti.
GENERALE DIAZ