La fine e l’eternità
Il Governo italiano deve rispondere alle perplessità del Parlamento sulla politica annonaria e il compito spetta a Silvio Crespi, Commissario generale per gli approvvigionamenti e i consumi: «Oggi la nostra condizione granaria migliora in modo progressivo e costante. […] In Italia, come nei Paesi Alleati, non è mai esistita una vera e propria crisi dei viveri. […] Il Governo ha preso e prenderà tutti i provvedimenti necessari, ma bisogna anche saper scegliere il momento opportuno. La gatta frettolosa fa i gattini ciechi. C’è ancora molto lavoro da fare. […] Il popolo deve mantenersi fiducioso e perseverare in tutte le economie possibili e immaginabili. […] Continuerò a incontrare gli Alleati per risolvere i problemi».
Sì, ma oggi non possiamo perdere troppo tempo a parlare di Silvio Crespi, perché cento anni fa moriva Manfred von Richthofen. Moriva giovane il "Barone rosso", a neanche ventisei anni, come si conviene agli eroi, “tutti giovani e belli”.
Dopo un incidente nel 1917 il Comando tedesco aveva provato a limitarne i voli, perché perderlo a questo punto sarebbe stato uno shock nazionale. Ed è vero.
«Quando volo al di sopra delle trincee e i soldati gridano di gioia vedendomi e io guardo le loro facce grigie, consumate dalla fame, dalla mancanza di sonno e dalla battaglia, allora sono felice e mi rallegro. Dovresti vederli, spesso dimenticano il pericolo, saltano sulla tettoia sventolano i fucili e mi salutano. Questa è la mia ricompensa, madre, la mia ricompensa più bella». La citazione è senza fonte, ma vera o falsa poco importa, l’effetto sui soldati tedeschi era quello.
Il 21 aprile Manfred von Richthofen sta cacciando sul campo di battaglia della Somme. È incollato alla sua preda e vola basso, abbastanza da far giocare i canadesi al tiro al bersaglio: un proiettile gli si schianta nel torace e lui precipita circa un chilometro a nord-ovest di Vaux-sur-Somme. Oggi potete guardare su Google maps dove avvenne lo schianto: c’è un boschetto e soprattutto campi, tagliati in due dalla Route de Bray, una provinciale suppongo. E una targa lungo la strada, a ricordarlo.
Il suo corpo fu recuperato dagli australiani e gli Alleati gli tributarono un funerale con tutti gli onori militari: «Al valoroso e degno nemico». Meno fair play lo ebbero alcuni commentatori, pazienza. Dopo 80 vittorie certificate, ma sarebbero state di più, “Le diable rouge”, il più vittorioso pilota della Grande guerra, l’asso degli assi, non volerà più. Ma una leggenda può morire davvero?
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Nel Consiglio supremo interalleato di guerra il Generale Robilant sostituisce il Generale Giardino, chiamato al comando della IV Armata.
- Annunciata la costituzione del nuovo Consiglio di Versailles.
- Un decreto del Governo bolscevico proclama proprietà della Repubblica russa tutte le navi mercantili che si trovano nel Mar Nero.
- Il Visconte Motono, Ministro degli esteri giapponese, si dimette.
- I Vescovi cattolici australiani protestano contro le azioni del Governo in Irlanda.
- Sir M. De Bunsen inviato in missione in Sud America.
- Re Giorgio V invia un messaggio ai fabbricanti di munizioni.
Fronte occidentale
- Grande attività aerea e intensi bombardamenti su tutto il fronte.
- A Vaux-sur-Somme muore l'asso tedesco Capitano von Richthofen (il Barone Rosso).
- Scontri locali attorno Albert, Villers-Bretonneux e Robecq.
- Ripristinata la posizione franco-americana a Seicheprey.
- Risultato di 29 giorni di bombardamenti a Parigi: 118 morti e 236 feriti.
DAL FRONTE ITALIANO
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 21 APRILE 1918
Ad occidente di Mori nostri nuclei di assalto attaccarono le piccole guardie nemiche in regione di Sano e, dopo vivace lotta, riuscirono a distruggerne due e fugarne una terza: riportarono alcuni prigionieri.
Nella conca di Asiago le nostre artiglierie eseguirono ripetuti concentramenti di fuoco sulle linee nemiche e pattuglie britanniche con efficaci azioni di molestia inflissero perdite all’avversario.
Fronte della Macedonia: Nella notte sul 19, dopo intensa preparazione di fuoco, riparti nemici iniziarono l’attacco delle nostre posizioni di quota 1050, ma, arrestati dal tiro di sbarramento e prontamente contrattaccati, dovettero ripiegare con perdite.
Firmato: DIAZ