24 Giugno, 1918

Verità scomoda

«Una vera aurora di luce si leva sul nostro fronte. Non è possibile contenere l’ebbrezza, non è possibile armonizzare la narrazione degli eventi e la misura nei giudizi».
Dopo mesi difficili, l’Intesa aveva bisogno di una vittoria. L’Italia aveva bisogno di una vittoria. Il 24 giugno lo stivale si risveglia imbandierato, tricolore. Ha esultato, festeggiato in strada fino a notte fonda, davanti al bollettino affisso del Generale Diaz. E i giornali seguono a ruota: «I nostri animi, pieni di gioia e legittimo orgoglio, si aprono ora a legittime speranze. […] C’è una magnifica Italia, risorta e degna del suo successo»«Il Comando nemico era sicuro del successo iniziale, travolgente e disgregatore. In pochi giorni l’Italia avrebbe dovuto perdere tutto il Veneto. […] Non si è mai vista tanta vanagloria, sfoderata con tanta impudenza e soprattutto tanta insipienza». Una bella “sbornia”, ma calma, la guerra non è finita.

Vienna non riesce a tirarsi fuori dalle sue sabbie mobili. L’Imperatore Carlo ignora tutto e tutti e rifiuta le dimissioni del Premier Seidler, costringendolo a Governare con l’appoggio dei soli partiti tedeschi.

È un fiammifero acceso in una polveriera. Persino l’opposizione moderata dei socialisti ora rischia di scivolare verso l’intransigenza. Di riforme neanche si parla più, impantanate nel caos.

A Berlino il Reichstag ascolta la relazione di von Kühlmann, Ministro degli esteri: «La sorte della Polonia è oggetto di continui negoziati. La soluzione del problema polacco è determinante anche per le relazioni future tra Germania e Austria-Ungheria. […] È impossibile prevedere la fine della guerra. Nonostante i brillanti successi delle nostre armi, non si scorge nell’avversario una propensione alla pace. […] Il dominio del mondo è un’utopia, Napoleone l’ha dimostrato. Il popolo tedesco vuole solo vivere nei confini tracciati dalla Storia, forte, libero e indipendente. Vogliamo avere possedimenti d’oltremare conformi alla nostra grandezza, alla nostra ricchezza, alla nostra sperimentata abilità coloniale. Vogliamo mari liberi e la possibilità di portare il nostro commercio in tutte le parti del mondo. […] La Germania è pronta a ricevere proposte di pace».
Sembra il solito discorso, nulla di nuovo, ma non è così, perché von Kühlmann aggiunge una verità scomodissima: «Non vedo come si possa sperare nella fine del conflitto solo con la forza delle armi, servirà anche l’azione diplomatica. La nostra situazione militare ci permette questo linguaggio».
I conservatori prima sgranano gli occhi, poi insorgono, come se gli avessero insultato la madre.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il Ministro degli Esteri tedesco von Kühlmann interviene al Reichstag.
  • L’imperatore Carlo rifiuta le dimissioni di von Seidler.
  • Discorso di Lloyd George alla Camera dei Comuni sulla situazione generale.
  • Appello del Consiglio irlandese di reclutamento: gli irlandesi d’oltremare sono inorriditi per l'inazione in Irlanda.

Fronte occidentale

  • Un nuovo attacco tedesco alla collina di Bligny è respinto dagli italiani dopo un vivo combattimento.

Fronte italiano

  • Gli italiani attaccano a nord-ovest del Monte Grappa senza grande successo. Lungo il Piave le truppe italiane liberano completamente la sponda occidentale. Ulteriori 8.000 prigionieri.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 24 GIUGNO 1918

La giornata di ieri ha coronato la nostra vittoria. Addossato al Piave, in spazio sempre più ristretto, dalla ferrea pressione delle nostre truppe, fulminato senza tregua dalle artiglierie e dagli aeroplani, l’avversario dopo essersi disperatamente mantenuto per otto giorni, a costo di inauditi sacrifici, sulla destra del fiume, ha iniziato, la notte sul 23, il ripiegamento sulla sinistra. Il passaggio eseguito sotto il nostro tiro micidiale, è continuato nella giornata di ieri protetto da un forte schieramento di mitragliatrici e da truppe di copertura che, dopo ostinata resistenza, sono stati successivamente travolti dalle nostre truppe incalzanti.
Il Montello e tutta la riva destra del Piave, tranne un brevissimo tratto a Musile, dove la lotta continua, sono tornati in nostro pieno possesso. Sinora sono stati accertati oltre 4000 prigionieri. Un ingente bottino di armi materiali d’ogni specie è caduto nelle nostre mani. Uno straordinario numero di cadaveri austriaci ricopre il terreno della lotta a testimonianza dello sfortunato valore e della grande sconfitta avversaria.

Firmato: DIAZ

 

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori