Buco nell’acqua
“No” e “no”. Dopo quello di Washington, Vienna incassa il doppio rifiuto anglo-francese alla sua maldestra idea di conferenza. Il 17 settembre parlano in proposito Balfour e Clemenceau.
Secondo il Ministro degli esteri britannico, queste proposte non vengono avanzate per essere accettate, sono solo un tentativo di ottenere un vantaggio, dividere gli Alleati o influenzare l’opinione pubblica. «Più si studia il documento e lo si mette in relazione agli atti e alle parole tedesche, più è chiaro che questo progetto non potrebbe avvicinarci di un minuto alla pace. […] Non offre nessuna delle garanzie necessarie per una seria conversazione».
Balfour tira anche una stoccata a Berlino: «Come mai la Germania chiede soldi alla Russia, ma non vuole darli al Belgio?»
Se l’Inghilterra è dura, figuriamoci Clemenceau, il più anti-tedesco del globo terracqueo. «Il più terribile conto tra popoli sarà pagato. […] Sento dire che la pace non possa essere raggiunta con le armi. Questo non è quanto affermato dalla
Germania fino all’altro ieri, quando i suoi leader si dividevano i popoli come bestiame. Sia dunque come disse la Germania, per una pace giusta e salda, perché i popoli siano salvi dagli abomini del passato».
La Francia ha scelto la sua strada, la pace sarà ottenuta armi alla mano. E non potrebbe essere altrimenti con la Germania in ginocchio, capace ancora di menare fendenti, ma in ginocchio.
Sul fronte occidentale i tedeschi continuano a battersi, ci provano. L’offensiva Alleata è entrata nella fase di stanca, i progressi ci sono, ma non paragonabili a quelli ottenuti finora.
Al contrario l’Intesa corre in Macedonia, sfonda le linee bulgare e allarga la breccia ben oltre il sopportabile. L’esercito di Sofia si ritira, spesso in disordine; gli Alleati conquistano le creste e arrivano sulle sponde del Crna.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Ministro degli Esteri inglese, Balfour, in una colazione al Royal Colonial Institut dichiara che nelle proposte asburgiche nulla offre garanzia di serie conversazioni e che occorrono, prima, proposte esplicite.
- Al Senato francese Clemenceau pronuncia un discorso dichiarando che la guerra, ormai, può essere decisa solo con le armi e conclude: “Vogliamo una pace giusta e salda, perché i popoli siano salvi dalle abbominazioni del passato”. Il Senato decreta l'affissione del discorso.
Fronte occidentale
- Gli americani consolidano la loro linea fra le alture della Meuse e della Mosella.
- I britannici fanno progressi locali a nord-ovest di Saint-Quentin e in Belgio, vicino Ploegsteert.
- I francesi guadagnano terreno a nord-est di Soissons, catturando numerosi punti.
- I tedeschi contrattaccano a Mœuvres.
- Ottimi bombardamenti da parte della R.A.F. sugli obiettivi tedeschi.
Fronte orientale
- Da Vladivostok si annuncia la presa di Perm’ da parte dei cecoslovacchi.
Fronte italiano
- Gli italiani respingono un forte contrattacco a nord del Monte Grappa.
Fronte meridionale
- In Macedonia continua l’avanzata franco-serba; le truppe Alleate raggiungono il fiume Crna.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 17 SETTEMBRE 1918
A nord del Grappa, nella giornata di ieri, il nemico tentò con 5 contrattacchi di ritoglierci e vantaggi di terreno conseguiti alla testata della Val di Seren. Venne sempre nettamente respinto. Il numero dei prigionieri catturati nelle piccole azioni eseguite in questa regione, fra la Val Cesilla e il Colle dell’Orso, è salito a 442; vennero presi inoltre una ventina di mitragliatrici ed un cannoncino da trincea.
Nostri nuclei esploranti insegnarono vivaci lotte composti avanzati nemici sulle pendici del Nozzolo (Giudicarie) e a sud-est di Mori (Val Lagarina); raccolsero qualche prigioniero e quattro bombarda nemiche in Val di Brenta, presso lo sbarramento della Grotella; sorpreso e catturarono un piccolo posto avversario nella Valle dell’Ornic.
Artiglieria avversaria fu notevolmente attiva con tiri di molestia lungo il Piave e nella regione del Montello e fra Fagaré e Fossalta.
Velivoli nostri ed alleati bombardarono efficacemente impianti a Levico (Val Sugana) e campi d’aviazione avversari in Val d’Adige e nella pianura veneta. Tre aeroplani ed un pallone frenato nemici vennero abbattuti.
Firmato: DIAZ