26 Settembre, 1918

"Tout le monde à la bataille”

Il piano è pronto e ben studiato, gli uomini ci sono, l’artiglieria è in posizione, i rifornimenti pure; Foch ha tutto l’occorrente per fare il suo comodo. Gli Alleati guardano molto in là, all’enorme saliente da Ypres alla Meuse; ridotto quello hai vinto la guerra, senza se e senza ma.
Il primo pugno Foch lo sferra il 26 settembre tra Verdun e Reims, in direzione di Sedan e Mézières. Parigi smania per le due città e il relativo architrave ferroviario. La parola d’ordine del Generalissimo è: «Tout le monde à la bataille».
La patata bollente è nelle mani franco-americane, come a Saint-Mihiel, questa volta però i tedeschi non si stanno ritirando. L’esercito statunitense è chiamato a salire di livello. Ma se le armate del Kaiser difendono la linea, questo significa una sola cosa: tra pochi minuti una marea di ragazzi sarà morta. All’alba si esce dalle trincee. «La nostra artiglieria si scatenò sui tedeschi. Nello stesso istante i tedeschi aprirono il fuoco su di noi. Gli uomini iniziarono subito a cadere. Pianti e gemiti, urla e grida, laceravano l’aria e si potevano udire perfino in mezzo al rombo della battaglia. […] Non avevo mai visto nulla di simile, a parte la macellazione del maiale a Natale».

 Gli Alleati avanzano tra i cinque e gli undici chilometri, lungo un fronte di una trentina abbondante. Poi arrivano alla boscaglia e alle foreste delle Argonne e lì devono un attimo fermarsi. Tra i tanti villaggi catturati ci sono Montfaucon e Varennes, non c’è male, nonostante le perdite.

Mentre infuria la battaglia, i parigini, ancora ignari, leggono sui giornali un’intervista di Foch: «Non dovete immaginare un’immediata marcia fino al Reno. Il nemico è scosso, vacilla, ma resiste ancora».
Queste stesse parole sono spendibili per Hertling. A Berlino c’è aria di crisi politica, il Cancelliere traballa. La sinistra difenderà la patria, i socialisti sono disposti persino a entrare nel Governo per rinforzarlo, ma chiedono la revisione del trattato di Brest-Litovsk e le riforme interne, a cominciare dalla parlamentarizzazione; promesse mai mantenute. I pangermanisti, la destra conservatrice e reazionaria, loro vogliono chiudere il Reichstag e lasciare tutto nelle mani di Kaiser e militari. «La ferma volontà tedesca ci condurrà a una pace onorevole». No, l’ottusa volontà tedesca porterà alla morte dell’Impero. Ma è difficile farlo capire a chi spera ancora nei sottomarini, non sono molti, ma ci sono.

Speranze volatilizzate a Sofia. Sì, Skopje viene difesa alla morte, ma gli Alleati avanzano ovunque. Gli italiani si sono impossessati dei monti Baba e i britannici hanno conquistato Strumica, quello è territorio bulgaro. I negoziatori devono sbrigarsi a raggiungere il fronte.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • La missione del Conte Tisza in Bosnia è un completo fallimento.
  • Fine dello sciopero ferroviario in Inghilterra.

Fronte occidentale

  • Grande offensiva franco-americana su un fronte di 65 km. in Champagne e nelle Argonne, verso la Meuse. Le armate franco-americane avanzano per svariati chilometri, catturando Montfaucon, Varennes e altri villaggi.
  • Battaglia di Sommepy (fase iniziale dell’offensiva Meuse-Argonne).

Fronte meridionale

  • I britannici entrano a Strumica (Bulgaria).
  • I bulgari offrono una forte resistenza per conservare Skopje.
  • La cavalleria serba, colpendo a est di Štip, cattura Kočani.
  • Gli Italiani conquistano il massiccio dei monti Baba.

Fronte asiatico ed egiziano

  • Carica a Irbid, una fase della cattura di Damasco.

Operazioni navali

  • La U.S.S. “Tampa” viene affondata (117 morti).

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 26 SETTEMBRE 1918

Duelli di artiglieria di qualche intensità nella regione del Pasubio, nella zona di Cima di Val Bella, Col del Rosso e lungo il Piave fra Palazzon e Saletto; le nostre batterie provocarono un grande incendio accompagnato da esplosioni nelle retrovie nemiche del Pasubio e colpirono in pieno una colonna di carreggi sul Pianoro di Foza.
Nuclei nemici in esplorazione vennero messi in fuga da pattuglie e da posti avanzati a Bertigo (Asiago) e nella Valle dell’Ornic.

Firmato: DIAZ

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori