"Tout le monde à la bataille”
Il piano è pronto e ben studiato, gli uomini ci sono, l’artiglieria è in posizione, i rifornimenti pure; Foch ha tutto l’occorrente per fare il suo comodo. Gli Alleati guardano molto in là, all’enorme saliente da Ypres alla Meuse; ridotto quello hai vinto la guerra, senza se e senza ma.
Il primo pugno Foch lo sferra il 26 settembre tra Verdun e Reims, in direzione di Sedan e Mézières. Parigi smania per le due città e il relativo architrave ferroviario. La parola d’ordine del Generalissimo è: «Tout le monde à la bataille».
La patata bollente è nelle mani franco-americane, come a Saint-Mihiel, questa volta però i tedeschi non si stanno ritirando. L’esercito statunitense è chiamato a salire di livello. Ma se le armate del Kaiser difendono la linea, questo significa una sola cosa: tra pochi minuti una marea di ragazzi sarà morta. All’alba si esce dalle trincee. «La nostra artiglieria si scatenò sui tedeschi. Nello stesso istante i tedeschi aprirono il fuoco su di noi. Gli uomini iniziarono subito a cadere. Pianti e gemiti, urla e grida, laceravano l’aria e si potevano udire perfino in mezzo al rombo della battaglia. […] Non avevo mai visto nulla di simile, a parte la macellazione del maiale a Natale».
Gli Alleati avanzano tra i cinque e gli undici chilometri, lungo un fronte di una trentina abbondante. Poi arrivano alla boscaglia e alle foreste delle Argonne e lì devono un attimo fermarsi. Tra i tanti villaggi catturati ci sono Montfaucon e Varennes, non c’è male, nonostante le perdite.
Mentre infuria la battaglia, i parigini, ancora ignari, leggono sui giornali un’intervista di Foch: «Non dovete immaginare un’immediata marcia fino al Reno. Il nemico è scosso, vacilla, ma resiste ancora».
Queste stesse parole sono spendibili per Hertling. A Berlino c’è aria di crisi politica, il Cancelliere traballa. La sinistra difenderà la patria, i socialisti sono disposti persino a entrare nel Governo per rinforzarlo, ma chiedono la revisione del trattato di Brest-Litovsk e le riforme interne, a cominciare dalla parlamentarizzazione; promesse mai mantenute. I pangermanisti, la destra conservatrice e reazionaria, loro vogliono chiudere il Reichstag e lasciare tutto nelle mani di Kaiser e militari. «La ferma volontà tedesca ci condurrà a una pace onorevole». No, l’ottusa volontà tedesca porterà alla morte dell’Impero. Ma è difficile farlo capire a chi spera ancora nei sottomarini, non sono molti, ma ci sono.
Speranze volatilizzate a Sofia. Sì, Skopje viene difesa alla morte, ma gli Alleati avanzano ovunque. Gli italiani si sono impossessati dei monti Baba e i britannici hanno conquistato Strumica, quello è territorio bulgaro. I negoziatori devono sbrigarsi a raggiungere il fronte.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La missione del Conte Tisza in Bosnia è un completo fallimento.
- Fine dello sciopero ferroviario in Inghilterra.
Fronte occidentale
- Grande offensiva franco-americana su un fronte di 65 km. in Champagne e nelle Argonne, verso la Meuse. Le armate franco-americane avanzano per svariati chilometri, catturando Montfaucon, Varennes e altri villaggi.
- Battaglia di Sommepy (fase iniziale dell’offensiva Meuse-Argonne).
Fronte meridionale
- I britannici entrano a Strumica (Bulgaria).
- I bulgari offrono una forte resistenza per conservare Skopje.
- La cavalleria serba, colpendo a est di Štip, cattura Kočani.
- Gli Italiani conquistano il massiccio dei monti Baba.
Fronte asiatico ed egiziano
- Carica a Irbid, una fase della cattura di Damasco.
Operazioni navali
- La U.S.S. “Tampa” viene affondata (117 morti).
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 26 SETTEMBRE 1918
Duelli di artiglieria di qualche intensità nella regione del Pasubio, nella zona di Cima di Val Bella, Col del Rosso e lungo il Piave fra Palazzon e Saletto; le nostre batterie provocarono un grande incendio accompagnato da esplosioni nelle retrovie nemiche del Pasubio e colpirono in pieno una colonna di carreggi sul Pianoro di Foza.
Nuclei nemici in esplorazione vennero messi in fuga da pattuglie e da posti avanzati a Bertigo (Asiago) e nella Valle dell’Ornic.
Firmato: DIAZ