Minimizzare
Il Piave in piena fa ancora i capricci, impossibile passarlo in forze, ma italiani e britannici hanno occupato alcuni isolotti alle Grave di Papadopoli. Il vivo dell’azione è sempre sul Grappa: i guadagni sono tutti mantenuti o ampliati, le posizioni restano contese, ma il 25 ottobre i contrattacchi austro-ungarici vengono respinti; il Monte Pertica e il Valderoa sono espugnati, altri 2.000 prigionieri attraversano le linee italiane.
Ma nessuno parla di offensiva. È stato lo stesso Presidente del Consiglio Orlando a suggerire di minimizzare: «Necessità di ordine interno mi obbligano a non darle un gran rilievo. Considerate le trattative per un possibile armistizio, una parte del Paese si farebbe una penosa impressione da un successivo spargimento di sangue».
Sul fronte occidentale i combattimenti sono altrettanto violenti per gli americani, incastrati a nord di Verdun; per i francesi, attivi tra l’Oise e la Serre; per i britannici, che si lavorano le regioni a nord e sud di Valenciennes.
Dall’Alto Comando tedesco sarebbe partito un ordine del giorno categorico, poi ritirato: «Combattere fino alla fine». Pare fosse farina di Ludendorff, accecato dalle «indegne» parole di Wilson. Berlino avrebbe apprezzato poco.
Il Ministro degli esteri Solf dichiara due cose: la prima è il rapporto di una Commissione composta da uno spagnolo, un olandese e un belga a scagionare dalle accuse rivolte all’esercito tedesco durante la ritirata, notizia però smentita da Amsterdam; la seconda, più interessante, riguarda l’ultima risposta data a Washington: «Per l’Alsazia-Lorena e la Polonia, ci siamo dichiarati d’accordo di sistemare le due questioni nei negoziati di pace. […] L’esercito non è sconfitto e la patria non è crollata. Alla volontà di annientamento nemica dobbiamo opporre la volontà tedesca di lotta».
A proposito di volontà, in Germania crescono le fila di chi chiede la testa del Kaiser; le parole di Wilson pesano.
L’altro Imperatore, Carlo, accoglie le proposte ungheresi di indipendenza. Verranno presentati al Parlamento per l’approvazione definitiva; lo storico compromesso austro-ungarico del 1867 è sfasciato, il dualismo si avvia al capolinea. Anche la minoranza italiana, con il deputato Conci, dichiara di considerare i territori irredenti virtualmente staccati da Vienna.
Un passaggio nei teatri secondari va fatto: nei Balcani gli Alleati liberano Kragujevac e Ćuprija; in Siria i ribelli arabi combattono nelle vie di Aleppo per cacciare gli ottomani dalla preda più ghiotta della regione; in Mesopotamia i britannici marciano verso i pozzi petroliferi di Mossul e occupano Kirkuk.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Da Budapest si annuncia che l'Imperatore Carlo accolse le proposte del Gabinetto Wekerle per assicurare piena autonomia e indipendenza dell'Ungheria e che tali proposte saranno presentate all'approvazione del Parlamento. Il compromesso fra Austria e Ungheria del 1867 è distrutto.
- Alla Camera austriaca l'on. Conci dichiara che, in base alle domande poste dal Presidente Wilson e accettate dalle Potenze centrali, gli italiani e i loro territori devono essere considerati come virtualmente staccati dall'Austria.
- L’Arciduca Joseph è nominato Comandante supremo delle truppe austro-ungariche sul fronte italiano.
- Al Reichstag tedesco due deputati dichiarano che il Kaiser deve abdicare.
Fronte occidentale
- Fine della battaglia delle Selle.
- Duri combattimenti per gli americani a nord di Verdun.
- I francesi attaccano con successo fra i fiumi Serre e Oise e fra Rethel e Sissonne.
- Gli anglo-francesi avanzano a est e nord-est di Courtrai.
- Ulteriore avanzata britannica fra Le Quesnoy e Maing.
Fronte italiano
- Le truppe italiane nella regione del Grappa respingono disperati contrattacchi austro-ungarici e conquistano i monti Pertica e Valderoa, facendo più di 2.000 prigionieri.
- Trenta idroplani italiani e quattordici americani bombardano efficacemente navi e capannoni per aerei a Pola.
Fronte meridionale
- I serbi raggiungono Kragujevac e Ćuprija (tra i 70 e i 100 km a sud del Danubio).
Fronte asiatico ed egiziano
- Le colonne britanniche sono sulle posizioni turche alla confluenza tra il fiume Zab e il Tigri.
- La cavalleria britannica occupa Kirkuk.
- Battaglia di Aleppo tra i ribelli arabi e gli ottomani.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 25 OTTOBRE 1918
Aspri combattimenti si sono svolti nella mattinata di ieri nella regione del Monte Grappa. Nostri reparti, malgrado la pioggia dirotta sopravvenuta, attaccarono risolutamente alcuni tratti delle formidabili posizioni avversarie, riuscendo a strappare e a mantenere il possesso di importanti punti di appoggio nelle zone occidentale e settentrionale del massiccio, e a stabilirsi sulla sponda nord del torrente Ornic, nella conca di Alano. Il nemico, che oppose accanita resistenza, subì perdite rilevanti.
Sul Piave, alle Grave di Papadopoli, vennero occupati alcuni isolotti; i presidii nemici furono fatti prigionieri. Nel settore Posina-Astico e in Val d'Assa posti avanzati avversari vennero annientati. Sull’altopiano di Asiago pattuglie nostre e alleate eseguirono con successo piccoli colpi di mano.
Il numero complessivo dei nemici catturati, dalle ore 24 del giorno 23 alla mezzanotte del giorno 24, è di 84 ufficiali e 2791 uomini di truppa. Le avverse condizioni atmosferiche hanno impedito qualsiasi attività aerea.
Firmato: DIAZ