Il Kaiser abdica, no, anzi sì
Quando la situazione precipita lo fa in fretta. A Berlino la priorità è una sola: evitare che la rivoluzione sfoci in guerra civile. Per farlo, il Cancelliere Max del Baden gioca la sua carta migliore: il 9 novembre annuncia l’abdicazione del Kaiser, nonostante Guglielmo II non abbia ancora accettato nulla. Subito dopo fa l’unica mossa sensata, anche se non potrebbe farlo: si dimette e nomina lui il suo successore. Il nuovo Cancelliere è un leader socialista, Ebert; Max del Baden ha così evitato di lasciare il potere nelle mani dell’estrema sinistra.
A Berlino, come in molte altre città, si proclama la Repubblica e si festeggia.
Al Quartier Generale di Spa il Kaiser vorrebbe lottare. Chiede un parere ai vertici militari: “Altezza, no, ci dispiace, una decina di città sono già rosse e l’esercito non è più sotto controllo, non potremmo garantire la vostra sicurezza nemmeno qui”. In realtà ci sarebbe un’altra opzione, è il Generale Groener a lanciare la provocazione: “Potrebbe sempre andare al fronte a morire in battaglia”.
L’idea non è la più allettante, Guglielmo si convince e abdica per davvero. Incredibile a dirsi, lo fa prima di Carlo, ma Carlo è ormai un Re senza regno; anche a Lublino si è costituito un nuovo Governo, quello polacco.
La dinastia Hohenzollern si chiude così. I giornali scriveranno di un Kaiser «vittima ebbra della sua onnipotenza». Guglielmo II coltivava la speranza di passare per il nuovo Federico il Grande, parole di Churchill del 1914; credeva la Germania invincibile e la sognava ancor più maiuscola. Finì per distruggerla sotto un peso più enorme di lei.
In serata il Kaiser parte per l’esilio olandese. Non rimetterà più piede in Germania.
Sul fronte occidentale i britannici completano l’occupazione di Maubeuge e di Tournai; prossima tappa Mons. I francesi liberano Hirson e circondano Charleville-Mézières. Gli eserciti tedeschi sono stati divisi del tutto, non esiste più nessuna linea di comunicazione.
A questo punto la Romania rientra in scena per i saluti finali. Da Jassy manda un ultimatum al Generale Mackensen: “Lasciate il Paese entro ventiquattro ore, o vi cacceremo con la forza”.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Principe Max del Baden prima annuncia l’abdicazione di Guglielmo II, senza però averne atteso la risposta, poi si dimette, nominando il socialista Ebert suo successore.
- Guglielmo II, Kaiser di Germania, abdica. Rivoluzione a Berlino: proclamata la Repubblica.
- L'Imperatore Guglielmo scrive al Kronprinz di aver deciso di recarsi in Olanda. Il Kronprinz deve però rimanere al suo posto sino alla conclusione dell'armistizio.
- Kurt Eisner assume la Presidenza e il Ministero degli affari esteri della Repubblica bavarese.
- Jassy: riportate le dimissioni del Gabinetto Marghiloman; il Generale Coandă forma un nuovo Governo.
- Ultimatum rumeno al Feldmaresciallo von Mackensen: le truppe tedesche devono lasciare la Romania in 24 ore.
- Il Re d’Italia indirizza alle truppe di terra e di mare un solenne ordine del giorno di alto encomio.
- Lublino: si forma il Governo polacco.
- La federazione svizzera degli operai ordina uno sciopero generale per protestare contro la chiamata alle armi di truppe, mobilitate in previsione di disordini a Zurigo nell'anniversario della rivoluzione russa.
- L’Agenzia Svizzera pubblica una nota ufficiosa, nella quale è detto che il Consiglio federale, convinto del coinvolgimento della delegazione russa nella propaganda bolscevica in Svizzera, ha deciso di rompere ogni relazione e invita la missione a lasciare il Paese.
- Discorso di Lloyd George alla Mansion House di Londra.
Fronte occidentale
- I britannici completano l’occupazione di Maubeuge e Tournai e approcciano Mons.
- I francesi circondano Mézières e occupano Hirson. La ritirata tedesca si accentua su tutto il fronte.
Fronte asiatico ed egiziano
- La Francia occupa Alessandretta (costa mediterranea a nord della Siria).
Fronte d’oltremare
- In Rhodesia successo delle truppe tedesche del Colonnello von Lettow-Vorbeck.
Operazioni navali
- L’H.M.S. “Britannia” (corazzata) colpita da un siluro e affondata al largo di Gibilterra (40 vittime).
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 9 NOVEMBRE 1918
Le nostre truppe ovunque accolte dalle popolazioni col massimo entusiasmo, proseguono i movimenti conseguenti alle clausole dell’armistizio.
Ieri venne occupato il passo di Raschen.
Le relazioni che pervengono al Comando Supremo riconfermano il magnifico slancio e il valore dimostrati da tutte le nostre truppe di ogni arma, corpo e servizio.
Sono segnalati per l’onore di particolare citazione i battaglioni alpini Pieve di Cadore ed Exilles, l’11.o Battaglione bersaglieri ciclisti, il reggimento Lancieri di Mantova e la settima squadriglia automitragliatrici blindate.
Firmato: DIAZ