La situazione degenera in fretta
La situazione sta degenerando in fretta. Il Consiglio dei Ministri austro-ungarico ha preso la sua decisione. Tschirschky, l’Ambasciatore tedesco a Vienna, contatta il Cancelliere Bethmann-Hollweg: il documento redatto dal Parlamento austriaco preclude l’accettazione serba. Anche il Kaiser Guglielmo II viene avvisato.
È il 14 luglio, ma per inoltrare l’ultimatum si aspetterà il 23, quando il Presidente della Repubblica francese Poincaré sarà ripartito dalla visita a San Pietroburgo.
Non ci sono fughe di notizie. Tutti, o quasi, si aspettano un conciliante passo diplomatico. Spesso la stampa parla delle tensioni come episodi generalizzati, ma locali.
I serbi sono però in fermento. La morte di Hartwig aggiunge pressione a un ambiente sul punto di esplodere. Speculare sulle circostanze non aiuta; qualche giornale ipotizza un avvelenamento. Che Hartwig fosse amatissimo è indubbio: i serbi ottengono di poter seppellire il Ministro russo a Belgrado; vogliono erigergli un monumento.
Pasic prova a mantenere l’ordine pubblico; invia uno spropositato numero di gendarmi a proteggere l’Ambasciata asburgica. Ma i cittadini ungheresi, austriaci e tedeschi non si fidano, hanno paura. Attraversano il Danubio e affollano gli alberghi di Semlino, in territorio amico.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Consiglio dei Ministri austro-ungarico decide definitivamente una azione contro la Serbia.
- L'Ambasciatore tedesco in Austria Tschirschky riferisce al suo Governo a Berlino che l'ultimatum sarà consegnato alla Serbia il 25 luglio (in realtà sarà consegnato il 23 luglio) e che sicuramente sarà rifiutato, aprendo la strada alla guerra.
Parole d'epoca
Ludwing von Flotow
Ambasciatore tedesco in Italia
Resoconto dopo un incontro con un ministro italiano, si presume il Ministro degli esteri,il marchese di San Giuliano
Il Ministro ha sostenuto con la piú grande energia il punto di vista seguente: l'Austria non potrebbe reclamare a Belgrado contro la propaganda panserba finché essa non si manifestasse in Austria stessa con dei fatti.
L'assassinio dell'erede del trono non può venire considerato come effetto di tal propaganda perché non é stato commesso da un suddito serbo. Se l'Austria avesse l'intenzione di reprimere con la violenza le aspirazioni nazionali serbe sarebbe impossibile al governo italiano di seguirla in simile terreno.
L'attaccamento all'idea di nazionalità ed ai principi liberali impediscono all'Italia di mettersi su questa via...
Gli ho segnalato immediatamente le molte ragioni per le quali ero sempre convinto che l'alleanza con l'Austria fosse per l'Italia la migliore politica e che dissensi passeggeri come quelli odierni dovessero essere sormontati.
Il ministro mi dichiarò che,fin quando fosse rimasto a quel posto, avrebbe tentato di influire in tal senso; ma lavorava senza troppa speranza.