Si svegliano le Potenze dell'Intesa
In tutto l’Impero austro-ungarico continuano gli arresti. L’inchiesta sul duplice omicidio è complessa. Il Governo passa una buona parte del tempo a smentire le notizie pubblicate dalla stampa.
Il giornale Az Est cita un telegramma anonimo: «Entrambi i cavalli sono stati venduti bene». Qualcuno l’avrebbe spedito il giorno dell’attentato al maggiore Pibricevic.
Nell’incertezza generale, cominciano a muoversi le potenze della Triplice intesa.
Britannici, russi e francesi avrebbero mobilitato le proprie diplomazie in Serbia. Studiano i provvedimenti capaci di rassicurare l’Impero asburgico.
I giornali di domenica 12 luglio pongono la questione albanese al centro dell’attenzione. La Stampa riporta l’aggravarsi delle tensioni religiose; in particolare nei dintorni di Durazzo.
I commissari europei parlano con gli insorti per organizzare uno scambio di prigionieri. Le notizie sono rassicuranti, ma i parlamentari tornano a piedi: gli hanno rubato la carrozza.
C’è una certezza: il Principe Guglielmo di Wied, nominato dalle Potenze europee, non piace a nessuno. E non fa nulla per migliorare la sua posizione; dell’idioma albanese conosce sì e no dieci parole. La guerra l’ha reso paranoico; La Stampa definisce i suoi provvedimenti «stravaganti». Di persona fa solo due cose: passa in rivista le truppe e consegna bandiere ai volontari appena sbarcati.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Da Berlino l’Ambasciatore austriaco Szògyény, riferisce che tutti nel Governo tedesco vogliono che l'Austria-Ungheria dichiari guerra alla Serbia, e sono stanchi dell’indecisione austriaca sull'opportunità di scegliere tra la guerra o la pace.
- A Vienna Berchtold, Ministro degli esteri austriaco, mostra all’Ambasciatore tedesco Tschirschky la prima bozza dell'ultimatum contenente "richieste inaccettabili", e promette che sarà presentato ai serbi dopo il vertice franco-russo tra il Presidente francese Poincaré e lo Zar Nicola II.
Parole d'epoca
Anonimo
Lettera anonima al Re Vittorio Emanuele
Archivio Italiano Tradizione Epistolare in Rete
Osservate attentamente, e ponderate, o Vittorio Em. Re d'Italia.
Perché avete richiamato sotto alle armi la classe del 1891 a tempo indeterminato? Credete proprio di cavarvela bene?
Non sarà certo così, ve lo assicuriamo. Sapete che esiste l'anarchia, conoscete la fine di vostro padre, e vi compiacete di tormentare la quiete del nostro animo, col rapirci i nostri cari figli e farci versare continuamente lagrime amare.Non ànno forse i nostri cari sofferto abbastanza nelle terre Africane?
Sentite, e alle corte: Sospenderete subito questa classe? Noi allora staremo al nostro posto. O non sospenderete, allora i nostri Revolver faranno su voi il loro effetto. È ora di finirla perdio! Vi diamo otto (8) giorni di tempo e decidetevi.
Un gruppo d'anarchici. (pronti anche se le cose andranno male di cavarvi la pelle togliete questo incoveniente e sarete salvo)
A.S. Maestà il Re Vittorio Emanuele Roma