La guerra è finita
Siamo all’ultimo atto del dramma, un dramma durato 1568 giorni. Nella campagna francese intorno a Compiègne, a Rethondes, mancano due ore abbondanti all’alba, è scuro, ma si dorme poco, o niente. Alle 5:10 di lunedì 11 novembre 1918 il capo della delegazione tedesca, Matthias Erzberger, firma l’armistizio. Lo fa nonostante le pesantissime condizioni imposte dagli Alleati, lo fa dopo aver lamentato l’overdose di severità, lo fa lanciando però un sinistro e forse involontario monito: «Una Nazione di 70 milioni di abitanti soffre, ma non muore».
Se voleste visitare il vagone dove fu apposta la firma dovreste accontentarvi del gemello. Quando la Francia verrà sconfitta dai nazisti, Hitler le farà firmare la resa nello stesso vagone del 1918, poi lo porterà in Germania, dove finirà distrutto.
Il trattato d’armistizio con i tedeschi è più corposo dei suoi fratelli maggiori. La prima sezione riguarda il fronte occidentale:
- Sgombero delle regioni invase, compresa l’Alsazia-Lorena e tutti i territori a occidente del Reno. Sì, anche loro saranno occupati dagli Alleati e vantano le tre
enormi teste di ponte di Mainz, Coblenza e Colonia. Per sicurezza, su tutta la sponda orientale del fiume sarà allestita una striscia neutrale demilitarizzata, larga dieci chilometri. Dettaglio: il costo delle forze di occupazione è a carico di Berlino.
- Rimpatrio di tutti i civili e dei prigionieri di guerra, ma senza reciprocità, perché gli Alleati pensano di impiegare i tedeschi nella ricostruzione.
- Consegna di svariato materiale bellico, degli stabilimenti industriali e dei depositi di qualsiasi genere nei territori occupati. Gli Alleati avranno il diritto di requisizione.
- Consegna di vie e mezzi di comunicazione, di 5.000 locomotive, 150.000 vagoni e 5.000 camion.
- Il Comando tedesco collaborerà all’identificazione e la bonifica di ogni campo minato, o altri pericoli.
Fronte orientale:
- Ritiro entro i confini del 1914 di tutte le truppe e gli agenti nei territori dell’ex Impero russo, dell’Austria-Ungheria, della Turchia e della Romania.
- Cancellazione dei trattati di Brest-Litovsk, di Bucarest e di quelli addizionali.
- Fine di ogni tipo di requisizione destinata alla Germania.
- Libero accesso Alleato ai territori evacuati dai tedeschi, sia attraverso Danzica, sia dalla Vistola.
Clausole navali:
- Consegna di tutti i sottomarini e di una parte consistente della flotta di superficie. Disarmo e confino sotto la sorveglianza Alleata del resto della flotta e delle forze aeree.
- Per garantire il libero accesso al Baltico sarà occupata qualsiasi opera di difesa dal Kattegat in poi.
- Eliminazione di tutti i campi minati e degli ostacoli nelle acque territoriali tedesche e non.
- Consegna dei depositi e di tutti i materiali sulla costa belga e sgombero dei porti sul Mar Nero.
- Liberazione e restituzioni, senza reciprocità, di tutte le imbarcazioni catturate, compresa la flotta russa.
- Cancellazione di ogni restrizione al commercio imposta ad altre Nazioni.
- Mantenimento delle attuali condizioni di blocco. Se necessario, gli Alleati prenderanno in considerazione il vettovagliamento della Germania durante l’armistizio.
Clausole finanziarie:
- Risarcimento di ogni danno causato.
- Restituzione di tutto il denaro, le azioni, l’oro e i valori requisiti dalla Germania.
La durata dell’armistizio è fissata in trentasei giorni, prorogabili. Tutte le ostilità cesseranno sei ore dopo la firma.
A preoccupare davvero Berlino sono le clausole finanziarie, la consegna dei mezzi di trasporto e la continuazione del blocco; il rischio è di aggravare la crisi alimentare. Poche ore dopo la firma, il Governo tedesco e quello bavarese già scrivono al Presidente Wilson, pregandolo di mitigare le «annientanti» condizioni imposte: «Invochiamo un atto di magnanimità, o sarà la rovina della Germania democratica. […] Nel creare il nuovo mondo va dimenticato l’odio del vecchio».
E qui torniamo al monito di Erzberger: morire di fame non aiuta il clima di distensione, né l’idea di fratellanza. Inoltre si deve evitare che la Germania diventi una nuova Russia, in preda all’anarchia prima e al bolscevismo poi. Wilson, uno abituato a guardare avanti, ha già intuito il problema. Non a caso gli dedica un passo nel discorso della vittoria: «Il Consiglio di Guerra di Versailles prende provvedimenti per alleviare la scarsità di cibo nell'Europa centrale. La fame genera follia e l’Europa centrale è in rivolta. Le nazioni libere devono aiutare chi si è appena liberato. La pace deve consentire ai tedeschi di vivere felici e in sicurezza».
A Berlino si forma il Governo di coalizione socialista, maggioritari e minoritari insieme. Gli ufficiali barricati nel castello imperiale si arrendono e Karl Liebknecht, leader della lega spartachista, vi issa la bandiera rossa. Rosa Luxemburg viene liberata. Nella girandola di abdicazioni tocca ai Granduchi di Hesse, Mecklengurg e Saxe-Weimar, mentre quello di Oldenburg viene detronizzato.
Al di là del confine meridionale anche l’Austria si proclama Repubblica; a oriente la Polonia è ufficialmente un nuovo Stato, con il Direttorio installatosi a Varsavia; viene riconosciuto il Governo lettone e se ne forma uno nuovo in Estonia. Tantissima roba.
Bene, ma tutto questo si svolge lontano dal fronte. Lì, fino alle 11:00, si combatte ancora e lo si fa sul serio. Per conferma bisognerebbe chiedere a Henry Gunther, americano di Baltimora, ma non si può, perché entra nella Storia dalla porta sbagliata: viene ucciso alle 10:59 sulla Meuse, un minuto prima del cessate il fuoco; è l’ultimo morto della Grande Guerra. A fargli compagnia almeno altri nove milioni di soldati, ma probabilmente siamo più vicini ai dieci. E almeno sette milioni di civili, stroncati dalla guerra, o dalle sue privazioni. In totale i decessi si aggirano tra i sedici e i diciannove milioni. Senza contare i feriti gravi, i mutilati e chi non tornerà più come prima, gli “scemi di guerra”, definizione oscena.
La nuova Europa è l’immenso cimitero dei suoi figli, della sua meglio gioventù. Per citare una centenaria canzone serba: «Se il mare diventasse tutto inchiostro e la volta del cielo un foglio di carta, inchiostro e carta non basterebbero a scrivere le nostre pene».
Alle 11:00 cessano le ostilità sul fronte occidentale. I soldati sono euforici, sorridono, ma non urlano, perché «le grandi gioie, come le grandi tristezze, sono mute». Restano un attimo senza fiato, poi si sente solo un mastodontico sospiro di sollievo, dai Vosgi al mare.
A Londra si festeggia. Come? Sparando colpi di cannone. Dev’essere lo humor britannico; “bene, ma non benissimo”. «Passa nell’anima del mondo un’onda di gioia e di commozione».
La Grande Guerra è finita. È finita per tutti, ma non per Paul von Lettow-Vorbeck: il Comandante tedesco in Africa orientale pretende una conferma e prima di arrendersi farà in tempo a registrare un ultimo successo in Rhodesia, un paio di giorni dopo la capitolazione della Germania.
I tre grandi imperi di Berlino, Vienna e Costantinopoli sono morti e sepolti. Sarebbero quattro, ma la Russia resterà un impero, o comunque tornerà a esserlo in breve tempo come Unione Sovietica. E ne è nato uno nuovo, quello statunitense: impero diverso, moderno, dominante ancora per parecchio tempo. Con la guerra tramonta anche l’era europea: il vecchio continente è stato il centro del mondo fino al 1918, non lo sarà più.
Ora però bisogna organizzare il futuro e ci sta bene una domanda che l’onorevole Meda si pose in un’intervista del 1916: «All’età del ferro seguirà subito l’età dell’oro?» La sua risposta fu ovviamente “no”.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La Germania firma l’armistizio con gli Alleati alle 5:10 del mattino. Le ostilità su tutti i fronti cessano alle 11:00. Grandi festeggiamenti in Inghilterra e Francia.
- Formata la coalizione dei Ministri tedeschi socialisti.
- Appello di Solf, Ministro degli esteri tedesco, al Presidente Wilson per mitigare i termini dell’armistizio.
- Il Kronprinz chiede al Cancelliere Ebert di poter ricondurre in ordine le truppe in patria, ma gli viene negato. Quindi scrive a Hindenburg e depone il comando.
- Abdicazione dei Granduchi di Hesse, Mecklengurg e Saxe-Weimar. Il Granduca di Oldenburg viene detronizzato.
- Si annuncia che nel granducato di Assia fu proclamata la Repubblica.
- Gli ufficiali, barricatisi nelle rimesse del castello imperiale a Berlino, si arrendono. Nel conflitto si sono avuti una cinquantina di morti e 200 feriti. Liebknecht si reca al castello imperiale e vi inalbera la bandiera rossa.
- Il Direttorio polacco si stabilisce a Varsavia; deposto il Consiglio di Reggenza. Proclamata la Polonia.
- Un nuovo Governo nazionale in Estonia ordina la mobilitazione generale.
- Il Consiglio di Stato austriaco delibera di presentare una mozione per la soppressione dell’Imperial-Regio Governo austro-ungarico. I poteri passano nelle mani del Consiglio di Stato austro-tedesco e l’Austria viene proclamata una Repubblica.
- Gli inglesi riconoscono come indipendente il Governo lettone.
- Messaggio di Re Giorgio all’Impero britannico.
- Discorso del Presidente Wilson a Washington.
- Fiume: si celebra il compleanno del Re d'Italia.
- Espulsione della missione bolscevica dalla Svizzera.
Fronte occidentale
- I britannici catturano Mons prima dell’alba.
- Il fronte britannico si estende da vicino Montbilart (est di Avesnes) a nord di Grammont (Belgio).
- Fine della battaglia di Sambre.
- Il Comando supremo francese annuncia la disfatta definitiva del nemico.
Fronte italiano
- Un bollettino del Comando supremo italiano annuncia che il computo dei prigionieri e dei cannoni catturati agli austro-ungarici dal 24 ottobre alle ore 15:00 del 4 novembre non è ancora ultimato e che sinora furono contati 10.653 ufficiali, 416.116 soldati e 6.818 cannoni.
- Le truppe italiane giungono al Brennero.
Fronte meridionale
- Corfù: un comunicato ufficiale serbo annuncia che le truppe serbe hanno passato la Sava e il Danubio, occupando Semlino (Zemun) e altre importanti località. In Bosnia hanno occupato Višegrad e sono partite in ferrovia per Sarajevo, chiamate dal Governo provvisorio e dal Consiglio nazionale.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 11 NOVEMBRE 1918
Nostre truppe hanno raggiunto il Brennero.
Le operazioni per accertare il numero dei prigionieri e dei cannoni catturati nella battaglia dal 24 ottobre alle ore 15 del 4 novembre, sono tuttora in corso. Finora è stato possibile contare 19.658 ufficiali. 416.116 uomini di truppa e 6818 cannoni.
Firmato: DIAZ
Il Testo dell'Armistizio
La convention d’armistice du 11 novembre 1918
Entre le Maréchal Foch, commandant en chef des armée alliées, stipulant au nom des puissances alliées et associées, assisté de l’amiral Wemyss, first lord of the sea, d’une part ;
Monsieur le secrétaire d’état Erzberger, président de la délégation allemande ;
Monsieur l’envoyé extraordinaire et ministre plénipotentiaire comte Von Oberndorff ;
Monsieur le général major Von Winterfeldt ;
Monsieur le capitaine de vaisseau Vanselow, munis de pouvoirs réguliers et agissant avec l’agrément du chancelier allemand, d’autre part, il a été conclu un armistice aux conditions suivantes :
A) Sur le front d’occident.
I) Cessation des hostilités, sur terre et dans les airs, six heures après la signature de l’armistice.
II) Évacuation immédiate des pays envahis: Belgique, France, Luxembourg, ainsi que de l’Alsace-Lorraine, réglée de manière à être réalisée dans un délai de quinze jours, à dater de la signature de l’armistice.
Les troupes allemandes qui n’auront pas évacué les territoires prévus dans les délais fixés seront faites prisonnières de guerre.
L’occupation par l’ensemble des troupes des Alliés et des États-Unis suivra, dans ces pays, la marche de l’évacuation.
Tous les mouvements d’évacuation ou d’occupation sont réglés par la note annexe n° 1, arrêtée au moment de la signature de l’armistice.
III) Rapatriement, commençant immédiatement et devant être terminé dans un délai de quinze jours, de tous les habitants des pays énumérés ci-dessus (y compris les otages et les prévenus ou condamnés).
IV) Abandon par les armées allemandes du matériel de guerre en bon état:
- 5.000 canons (dont 2.500 lourds et 2.500 de campagne) ;
- 2.500 mitrailleuses;
- 3.000 Minenwerfer ;
- 1.700 avions de chasse et de bombardement ; en premier lieu tous les D.7 et tous les avions de bombardement de nuit; A livrer sur place aux troupes des Alliés et des États-Unis, dans les conditions de détail fixées dans la note annexe n° 1, arrêtée au moment de la signature de l’armistice.
V) Évacuation des pays de la rive gauche du Rhin par les armées allemandes.
Les pays de la rive gauche du Rhin seront administrés par les autorités locales, sous le contrôle des troupes d’occupation des Alliés et des États-Unis.
Les troupes des Alliés et des États-Unis assureront l’occupation de ces pays par des garnisons tenant les principaux points de passage du Rhin (Mayence, Coblentz, Cologne) avec, en ces points, des têtes de pont de 30 kilomètres de rayon, sur la rive droite, et des garnisons tenant également les points stratégiques de la région.
Une zone neutre sera réservée, sur la rive droite du Rhin, entre le fleuve et une ligne tracée parallèlement aux têtes de pont et au fleuve, et à 10 kilomètres de distance, depuis la frontière de Hollande jusqu’à la frontière de Suisse.
L’évacuation par l’ennemi des pays du Rhin (rive gauche et rive droite) sera réglée de façon à être réalisée dans un délai de seize nouveaux jours, soit trente et un jours après la signature de l’armistice.
VI) Dans tous les territoires évacués par l’ennemi, toute évacuation des habitants sera interdite; il ne sera apporté aucun dommage ou préjudice à la personne ou à la propriété des habitants. Personne ne sera poursuivi pour délit de participation à des mesures de guerre antérieures à la signature de l’armistice.
Il ne sera fait aucune destruction d’aucune sorte.
Les installations militaires de toute nature seront livrées intactes; de même les approvisionnements militaires, vivres, munitions, équipements qui n’auront pas été emportés dans les délais d’évacuation fixés.
Les dépôts de vivres de toute nature pour la population civile, bétail, etc., devront être laissés sur place.
Il ne sera pris aucune mesure générale ou d’ordre officiel ayant pour conséquence une dépréciation des établissements industriels ou une réduction de leur personnel.
VII) Les voies et moyens de communication de toute nature, voies ferrées, voies navigables, routes, ponts, télégraphes, téléphones, ne devront être l’objet d’aucune détérioration.
Tout le personnel civil et militaire, actuellement utilisé, y sera maintenu.
Il sera livré aux puissances associées: 5.000 machines montées et 150.000 wagons en bon état de roulement et pourvus de tous rechanges et agrès nécessaires, dans les délais dont le détail est fixé à l’annexe n° 2 et dont le total ne devra pas dépasser trente et un jours.
Il sera également livré 5.000 camions automobiles en bon état, dans un délai de trente-six jours.
Les chemins de fer d’Alsace-Lorraine, dans un délai de trente et un jours, seront livrés, dotés de tout le personnel et matériel affectés à ce réseau.
En outre, le matériel nécessaire à l’exploitation dans les pays de la rive gauche du Rhin sera laissé sur place.
Tous les approvisionnements en charbon et matière première d’entretien, en matériel de voies, de signalisation et d’atelier seront laissés sur place. Ces approvisionnements seront entretenus par l’Allemagne, en ce qui concerne l’exploitation des voies de communication des pays de la rive gauche du Rhin.
Tous les chalands enlevés aux Alliés leur seront rendus.
La note annexe n° 2 règle le détail de ces mesures.
VIII) Le commandement allemand sera tenu de signaler, dans un délai de quarante-huit heures après la signature de l’armistice, toutes les mines ou dispositifs nuisibles qui auraient pu être prises (tels qu’empoisonnement ou pollution de sources ou de puits, etc.).
IX) Le droit de réquisition sera exerce par les armées des Alliés et des États-Unis dans tous les territoires occupés, sauf règlement de comptes avec qui de droit.
L’entretien des troupes d’occupation des pays du Rhin (non compris l’Alsace-Lorraine) sera à la charge du gouvernement allemand.
X) Rapatriement immédiat, sans réciprocité, dans les conditions de détail à régler de tous les prisonniers de guerre, y compris les prévenus et condamnés, des Alliés et des États-Unis. Les puissances alliées et les États-Unis pourront en disposer comme bon leur semblera.
Cette condition annule les conventions antérieures au sujet de l’échange des prisonniers de guerre, y compris celle de juillet 1918 en cours de ratification.
Toutefois, le rapatriement des prisonniers de guerre allemands, internés en Hollande et en Suisse, continuera comme précédemment. Le rapatriement des prisonniers de guerre allemands sera réglé à la conclusion des préliminaires de paix.
XI) Les malades et les blesses inévacuables, laissés sur les territoires évacués par l’armée allemande, seront soignés par du personnel allemand, qui sera laissé sur place avec la matériel nécessaire.
B) Dispositions relatives aux frontières orientales de l’Allemagne.
XII) Toutes les troupes allemandes qui se trouvent actuellement dans les territoires qui faisaient partie avant guerre de l’Autriche-Hongrie, de la Roumanie, de la Turquie, doivent rentrer immédiatement dans les frontières de l’Allemagne telles qu’elles étaient au 1er août 1914.
Toutes les troupes allemandes qui se trouvent actuellement dans les territoires qui faisaient partie avant la guerre de la Russie devront également rentrer dans les frontières de l’Allemagne définies comme ci-dessus, dès que les Alliés jugeront le moment venu, compte tenu de la situation intérieure de ces territoires.
XIII) Mise en train immédiate de l’évacuation par les troupes allemandes et du rappel de tous les instructeurs, prisonniers et agents civils et militaires allemands se trouvant sur les territoires de la Russie (dans les limites du 1er août 1914).
XIV) Cessation immédiate par les troupes allemandes de toutes réquisitions, saisies ou mesures coercitives en vue de se procurer des ressources à destination de l’Allemagne, en Roumanie et en Russie (dans les limites du 1er août 1914).
XV) Renonciation aux traités de Bucarest et de Brest-Litovsk et traités complémentaires.
XVI) Les Alliés auront libre accès aux territoires évacués par les Allemands, sur les frontières orientales, soit par Dantzig, soit par la Vistule, afin de pouvoir ravitailler les populations, et dans le but de maintenir l’ordre.
C) Dans l’Afrique Orientale.
XVII) Évacuation de toutes les forces allemandes opérant dans l’Afrique Orientale dans un délai réglé par les Allies.
D) Clauses générales.
XVIII) Rapatriement, sans réciprocité, dans le délai maximum d’un mois, dans des conditions de détail à fixer, de tous les internés civils, y compris les otages, les prévenus ou condamnés, appartenant à des puissances alliées ou associées, autres que celles énumérées à l’article III.
E) Clauses financières.
XIX) Sous réserve de toute revendication et réclamation ultérieure de la part des Alliés et des États-Unis:
Réparation des dommages
Pendant la durée de l’armistice, il ne sera rien distrait par l’ennemi des valeurs publiques pouvant servir aux Alliés de gage pour le recouvrement des réparations de guerre.
Restitution immédiate de l’encaisse de la banque nationale de Belgique, et, en, général, remise immédiate de tous les documents, espèces, valeurs (mobilières ou fiduciaires avec le matériel d’émission) touchant aux intérêts publics et privés dans les pays envahis.
Restitution de l’or Russe ou Roumain pris par les Allemands ou remis à eux.
Cet or sera pris en charge par les Alliés jusqu’à la signature de la paix.
F) Clauses navales.
XX) Cessation immédiate de toute hostilité sur mer et indication précise de l’emplacement et des mouvements des bâtiments allemands. Avis donné aux neutres de la liberté concédée à la navigation des marines de guerre et de commerce des puissances alliées et associées dans toutes eaux territoriales, sans soulever de questions de neutralité.
XXI) Restitution, sans réciprocité, de tous les prisonniers de guerre des marines de guerre et de commerce des puissances alliées et associées au pouvoir des Allemands.
XXII) Livraison aux Alliés et aux États-Unis de tous les sous-marins ( y compris tous les croiseurs sous-marins et tous les mouilleurs de mines) actuellement existants, avec leur armement et équipements complets, dans les ports désignés par les Alliés et les États-Unis. Ceux qui ne peuvent pas prendre la mer seront désarmés de personnel et de matériel et ils devront rester sous la surveillance des Alliés et des États-Unis.
Les sous-marins qui sont prêts pour la mer seront préparés à quitter les ports allemands aussitôt que des ordres seront reçus par T.S.F. pour leur voyage au port désigné de la livraison, et le reste le plus tôt possible.
Les conditions de cet article seront réalisées un délai de quatorze jours après signature de l’armistice.
XXIII) Les navires de guerre de surface allemands qui serons désignés par les Alliés et les États-Unis seront immédiatement désarmés, puis internés dans des ports neutres, ou à leur défaut dans les ports alliés désignés par les Alliés et les États-Unis.
Ils y demeureront sous la surveillance des Alliés et des États-Unis, des détachements de garde étant seuls laissés à bord.
La désignation des Alliés portera sur:
- 6 croiseurs de bataille
- 10 cuirassés d’escadre
- 8 croiseurs légers (dont 2 mouilleurs de mines)
- 50 destroyers des types les plus récents.
Tous les autres navires de guerre de surface (y compris ceux de la rivière) devront être réunis et complètement désarmés dans les bases navales allemandes désignées par les Alliés et les États-Unis, et y être placés sous la surveillance des Alliés et des États-Unis.
L’armement militaire de tous de tous les navires de la flotte auxiliaire sera débarqué.
Tous les vaisseaux désignés pour être internés seront prêts à quitter les ports allemands sept jours après la signature de l’armistice.
On donnera par T.S.F. les directions pour le voyage.
XXIV) Droit pour les Alliés et les États-Unis, en dehors des eaux territoriales allemandes, de draguer tous les champs de mines et de détruire les obstructions placées par l’Allemagne, dont l’emplacement devra leur être indiqué.
XXV) Libre entrée et sortie de la Baltique pour les marines de guerre et de commerce des puissances alliées et associées, assurée par l’occupation de tous les forts, ouvrages, batteries et défenses de tout ordre allemands, dans toutes les passes allant du Cattégat à la Baltique, et par le dragage et la destruction de toutes mines et obstructions dans et hors les eaux territoriales allemandes, dont les plans et emplacements exacts seront fournis par l’Allemagne, qui ne pourra soulever aucune question de neutralité.
XXVI) Maintien du blocus des puissances alliées ou associées, dans les conditions actuelles, les navires de commerce allemands trouvés en mer restant sujet à capture.
Les Alliés et les États-Unis envisagent le ravitaillement de l’Allemagne, pendant l’armistice, dans la mesure reconnue nécessaire.
XXVII) Groupement et immobilisation dans les bases allemandes désignées par les Alliés et les États-Unis de toutes les forces aériennes.
XXVIII) Abandon par l’Allemagne, sur place et intacts, de tout le matériel de port et de navigation fluviale, de tous les navires de commerce, remorqueurs et chalands, de tous les appareils, matériels et approvisionnements d’aéronautique maritime, de toutes armes, appareils, approvisionnements de toute nature, en évacuant la côte et les ports Belges.
XXIX) Évacuation de tous les ports de la Mer Noire par l’Allemagne et remise aux Alliés et aux États-Unis de tous les bâtiments de guerre Russes saisis par les Allemands dans la Mer Noire; libération de tous les navires de commerce neutres saisis; remise de tout le matériel de guerre ou autre, saisi dans ces ports, et abandon du matériel allemand énuméré à la clause XXVII.
XXX) Restitution, sans réciprocité, dans les ports désignés par les Alliés et les États-Unis, de tous les navires de commerce appartenant aux puissances alliées et associées, actuellement au pouvoir de l’Allemagne.
XXXI) Interdiction de toute destruction des navires ou de matériel avant évacuation, livraison ou restitution.
XXXII) Le gouvernement allemand notifiera formellement à tous les gouvernements neutres, et en particulier aux gouvernements de Norvège, du Danemark ou de la Hollande, que toutes les restrictions imposées au trafic de leurs bâtiments avec les puissances alliées et associées, soit par le gouvernement allemand lui-même, soit par des entreprises allemandes privées, soit en retour de concessions définies, comme l’exportation de matériaux de construction navales, ou non, sont immédiatement annulées.
XXXIII) Aucun transfert de navires marchands allemands de toute espèce sous un pavillon neutre quelconque ne pourra avoir lieu après la signature de l’armistice.
G) Durée de l’armistice.
XXXIV) La durée de l’armistice est fixe à trente-six jours, avec faculté de prolongation.
Au cours de cette durée, l’armistice peut, si les clauses ne sont pas exécutées, être dénoncé par l’une des parties contractantes qui devra en donner le préavis quarante-huit heures à l’avance. Il est entendu que l’exécution des articles III et XVII ne donnera lieu à dénonciation de l’armistice pour insuffisance d’exécution dans les délais voulus, que dans le cas d’une exécution mal intentionnée.
Pour assurer dans les meilleures conditions exécution de la présente convention, le principe d’une commission d’armistice internationale permanente est admis. Cette commission fonctionnera sous la haute autorité du commandement en chef militaire et naval des armées alliées.
Le présent armistice a été signé le 11 novembre 1918, à 5 heures (cinq heures), heure française.
Signé :
F. Foch
R.E. Wemyss
M. Erzberger
A. Oberndorff
Winterfeldt
Vanselow