24 Settembre, 1915

La diplomazia ha fallito

Il precipitare della situazione balcanica apre i processi nelle capitali dell’Intesa. Il primo a intervenire duro sulla politica estera Alleata è il francese Temps, che identifica nella lentezza della diplomazia la causa dei fallimenti a Sofia, Niš e Atene. «Ora è urgente portare un aiuto alla Serbia, o essa cederà agli austro-tedeschi il passo per Costantinopoli».
Al centro del dibattito internazionale c’è soprattutto la Grecia: le speculazioni e le ipotesi sulla futura attitudine del Gabinetto ellenico variano a seconda degli schieramenti; nessuno è in grado di prevedere il futuro con un minimo, ragionevole, margine di certezza. Già, perché il Governo greco ha promesso di soccorrere la Serbia in caso di attacco bulgaro, ma il trattato si riferirebbe alla sola Bulgaria; per Atene non sarebbe applicabile a un conflitto mondiale, contro Austria-Ungheria, Germania e Turchia. A confermare questo approccio sarebbe un diplomatico greco, in un intervista avrebbe spiegato: «Alle prese con un solo aggressore dovremmo mantenere la parola, ma se gli aggressori fossero tre, resteremmo tranquilli». Vero o no, difficile stabilirlo.

 L’altra grande incognita è la Romania. Bucarest è in una posizione molto scomoda: confina con l’Impero asburgico, con la Serbia, con la Bulgaria e con la Russia. Qualsiasi schieramento dovesse scegliere avrebbe molto da perdere. In più è economicamente legata alla Germania, ma è a maggioranza filo-Intesa.  Per ora si resta spettatori, ma c’è chi vuole alzare la guardia: i leader conservatori e nazionalisti Take Jonescu e Nicolae Filipescu chiedono la mobilitazione generale.

Davide Sartori

 

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il Premier bulgaro afferma che la mobilitazione non sarà diretta contro la Serbia.
  • Il Liquor Control Regulation (Regolamento sul controllo degli alcolici) viene applicato nell’area della Contea della “Grande Londra”.
  • I conservatori rumeni Take Jonescu e Nicolae Filipescu chiedono la mobilitazione dell’esercito.
  • In Nuova Zelanda viene approvato il National Registration Bill (il sistema di rilascio delle Carte d’Identità).

Fronte orientale

  • Vari scontri lungo tutto il fronte russo.
  • I tedeschi si accaniscono contro Dvinsk (Daugavpils), ma subiscono pesanti perdite.

Fronte meridionale

  • Gli aerei austro-ungarici bombardano Požarevac; gli austro-tedeschi tentano inutilmente di attraversare la Drina.

Parole d'epoca

I nemici gridano "cucù"

di Filiberto Boccacci, Caporalmaggiore di fanteria

Monte Mrzil, Slovenia

Cara la mia mammetta;
ho ricevuto la tua lunga lettera e te ne ringrazio tanto tanto. Ogni tua, ogni vostra lettera mi arreca una gioia indescrivibile, un conforto massimo. Ti ringrazio degli incoraggiamenti: ti giuro, cara mamma, che il coraggio non mi fa difetto: son di buon sangue! Però non ti nascondo che sono un pò stanco: non te lo dovrei dire; ma a te che mi comprendi più d’ogni altra persona, a te che qualche volta ho fatto inquietare, non nascondo nulla; si, sono un pò stanco. Vedi l’allegria non mi manca, l’appetito nemmeno, la mia salute è ottima, ma sento che avrei bisogno di almeno dieci giorni di riposo assoluto. Son contento di compiere il mio dovere di soldato, di figlio italiano, ne sono orgogliosissimo, e lo compierò fino all’ultimo, finché una sola stilla di sangue scorrerà nelle mie vene, ma con mio sommo rincrescimento, constato che non sono più quello di due mesi fa’.


Ti scrivo sopra una tavola che appoggio sulle ginocchia, entro il mio buco che il tempo e l’acqua hanno scavato nella roccia: 100 metri più su della mia casa vi sono gli austriaci, quindi per nascondere ai loro sguardi sempre vigili il piccolo chiaro della mia candela, ho coperto il mio alloggio con due tele da tenda: ecco, sto col mio reggimento, con tremila compagni, eppure mi sembra di star vicino a te, vicino alla mia famiglia, seduto innanzi al tavolino di cucina a parlare con voi del più e del meno, come facevamo quando ritornavo a casa presto... Mancano pochi minuti alle 10 di sera (me l’ha detto un mio compagno che dorme sotto terra vicino a me) e forse sarai andata a riposare; ma son certo che il tuo pensiero di madre affettuosa è rivolto a me, son certo che tu intuisci cosa io faccia in questo momento; vedi l’illusione è completa: converso con te, colla mamma mia.

Vuoi che ti dia una spiegazione un pò sommaria del luogo in cui mi trovo? ti servo subito.
Mettendo fuori la testa dal riparo, a destra ho il monte che scende quasi a picco: giù in fondo valle la luna fa sembrar d’argento un piccolo corso d’acqua ed illumina più in là i tetti delle casette di un villaggio; a sinistra, a 10 passi da me, vi sono le trincee, dove vegliano le sentinelle a guardia di chi riposa: innanzi, il monte scende dolcemente e si confonde laggiù, un pò lontano, con un bosco; in vetta a questo monte, lassù sul cucuzzolo vi sono i nemici. Di tanto in tanto mi giunge il loro grido imitante il «cu-cu» che serve forse per tener sveglia l’attenzione delle loro guardie; il silenzio che sarebbe profondo quassù, specialmente di notte, viene interrotto da qualche fucilata, dal sibilo di qualche bombetta che quasi sempre scoppia molto lontano da me: il rimbombo dello scoppio si ripercuote più volte per la valle in modo strano. Ogni cinque minuti un nostro colpo di cannone passa sulla nostra testa sibilando e batte nelle loro trincee: qualche volta viene seguito da un grido, da un lamento: segno buono: ha picchiato!

Ecco su per giù com’è una notte di guerra. Ma però mi sono abituato completamente, e non mi fanno più alcun effetto questi rumori che prima mi sembravano tristi, quasi paurosi.
Se tu mi vedesti come sono imbacuccato! Son sicuro, non mi riconosceresti. Fa un freddo birbone che di tanto in tanto mi costringe a soffiarmi sulle dita. Quest’anno posso dire che l’estate non sia venuta per me.

Questa notte dovevamo nuovamente andare in riposo; ma il Regg.to che doveva darci il cambio è stato mandato di rinforzo ad altre truppe e quindi resteremo quassù fino a nuovo ordine.

Avevo mandato via tanti animaletti, accidenti! sono ritornati! Vedi è un incomodo: nel meglio che sto per sentir caldo, sento un pizzico in qualche punto difficile del corpo e lì per... grattare son costretto a disfare la mantellina, la coperta, i guanti ecc. ecc. Se tu sapessi che nervi! eppure vi rido sopra; infatti, non fà ridere il morso di un pidocchio? (scusami)

Dunque: mi vuoi mandare la polvere disinfettante? Mandamela pure: accetto tutto: siccome ci passano le mutande di lana, le camicie di flanella e tutti gli altri oggetti invernali, fa a meno di mandarmi altra roba di lana. Mettici ingredienti mangerecci, come salame, scatolette di sardine, di tonno, qualche salsiccia di fegato di quelle nere, come piacciono a me.
Inoltre mi occorrerebbe un asciugamano, un pettine (fitto e rado) un paio di pezzi di sapone alla glicerina per aiutare il viso a sopportare il freddo. E l’orologio? Quanto me lo fate sospirare... Beh, speriamo che giunga presto insieme al salame ecc. ecc.

Questa mattina ho ricevuto la lettera del comm. Venezian e ieri quella del babbo. Risponderò al sig. Commendatore domani ed il babbo  leggerà la presente. Faccio i miei complimenti alla mia piccola Irene che cresce a vista d’occhio graziosa e gentile... (non si gonfi d’orgoglio però)

E Umberto s’è dimenticato di me?

Siano sempre buoni tutti e due e qualche volta pensino a me.

Che Mario entri nella nuova vita con coraggio e con orgoglio.

Buona notte, cara mamma, smorzo o spengo, (come ti fa più comodo) il lume. Dì al babbo che a sua volta spenga la pipa, e tutti e due, carissimi, dormite d’un buon sonno: io cercherò di fare altrettanto.

Cara mamma, domattina distribuisci tanti bacioni a Mario, Umberto, Irene: al babbo no perché glie ne invio due entro questa lettera; a te tanti tanti
                tuo Filiberto

Tanti saluti alla famiglia La Porta.
Viva L’Italia

DAL FRONTE

Sull' altipiano a nord-ovest di Arsiero la forte posizione di Monte Coston è stata espugnata dalle nostre truppe.
Già con abile manovra avvolgente i nostri erano riusciti ad isolarla. Colonne nemiche tentarono allora sforzi vigorosi per arrestare i progressi del nostro accerchiamento coi violenti attacchi dei giorni 17, 18 e 22 costantemente infranti dalla salda resistenza delle nostre truppe. Ieri la posizione cadeva in nostro possesso. Il presidio, divisosi in gruppi, tentò per più vie di sfuggire all' accerchiamento; lasciò però nelle nostre mani 5 ufficiali, 118 uomini di truppa e grande quantità di munizioni, bombe a mano, esplosivi ed altri materiali.
Sul Carso la sera del 23 il nemico effettuò un attacco contro il bosco «Ferro di cavallo» da noi recentemente conquistato; dopo intensa azione di fuoco, dovette rinunciarvi.
Un velivolo nemico lasciò cadere tre bombe su Tonezza; nessuna vittima e nessun danno.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori