10 Novembre, 1915

Via alla quarta battaglia dell'Isonzo

Fine della ricreazione. La relativa pausa sul fronte italiano dura meno di una settimana. Il 10 novembre Cadorna ordina una nuova offensiva, il piano non cambia: il teatro principale è il Carso, la direttrice è su Gorizia e gli obbiettivi primari restano il monte Sei Busi, il San Michele, il Sabotino e il Podgora.
Piove, piove tanto, piove che Dio la manda. I soldati sono stremati, intirizziti; il morale è basso, si mangia poco e male, le uniformi zuppe e pesanti. Le trincee sono un inferno fradicio e gelato. Inizia così la quarta battaglia dell’Isonzo.

Dallo svizzero Journal de Genève arriva la descrizione dell’atmosfera tedesca: «Le città presentano il loro aspetto abituale, i cafè e i ristoranti sono colmi. A Berlino l’animazione è un po’ minore del consueto».
All’apparenza c’è una straordinaria e stridente normalità, c’è il bisogno di vivere; non basta sopravvivere, nonostante le ristrettezze.

 Ma a colpire l’inviato è lo stato psicologico della popolazione: «Bisogna constatare che nessuno, in Germania, dubita della vittoria finale. In tutti i tedeschi questa non è una speranza, è una certezza assoluta. Impossibile discuterne. […] Di strano c’è che non si riscontrano segni esteriori di lutto o tristezza e neppure quella gravità di cui dà esempio il popolo francese. Sembra che la guerra abbia prodotto nei tedeschi uno stato d’insensibilità, una narcosi morale. Non nego una grandezza eroica, ma all’osservatore disinteressato sembra inumano».

A Pietrogrado la Morning Post intervista Sazonov«Lottiamo contro una Potenza che minaccia di sconvolgere la civiltà. È necessario fondare la politica di questo secolo sull’alleanza anglo-francese-russa, alla quale si aggiungeranno altre nazioni; in caso diverso, i sacrifici di questa guerra saranno stati vani. […] Dobbiamo dire alla Germania: ecco i vostri confini; lavorate all’interno di queste frontiere, ma non uscirete più nel resto del mondo».

Lontano dai teatri europei i tedeschi tessono intrighi nell’odierno Iran: l’idea di scatenare una vera e determinante ribellione musulmana non è tramontata. Questa volta ci si affida all’ammutinamento della gendarmeria persiana, sotto il comando di ufficiali stranieri: ne fanno le spese alcuni cittadini britannici, catturati e imprigionati.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Discorso di Sazonov sulla politica futura.
  • Il Premier britannico Asquith annuncia il rafforzamento dello Stato maggiore generale grazie a una migliore intercomunicazione con gli Alleati.
  • Lord Kitchener arriva nei Dardanelli.
  • In Gran Bretagna varato lo Ship Licensing Committee: proibiti i viaggi tra porti stranieri, a meno di essere autorizzati.
  • In Gran Bretagna varato il Requisitioning (Carriage of Foodstuffs): autorizzata la requisizione delle navi che trasportano prodotti alimentari.
  • Intrighi tedeschi in Persia.
  • Grande incendio nella fabbrica di munizioni americana Bethlehem Steel Co.; sospettati incendiari tedeschi. Distrutte molte armi.

Fronte occidentale

  • Attacchi tedeschi e contrattacchi francesi sulle alture di Tahure (Champagne).
  • Le truppe indiane cominciano a lasciare la Francia per la Mesopotamia.

Fronte orientale

  • Rotte le linee tedesche a ovest di Chortoryis'k; catturati 2.050 prigionieri.

 Fronte italiano

  • Inizia la quarta battaglia dell'Isonzo: nuovo attacco italiano alle difese austro-ungariche del Carso.

Fronte asiatico ed egiziano

  • I turchi riferiscono di scontri d’artiglieria nei Dardanelli.
  • I russi avanzano verso Teheran.
  • La gendarmeria persiana, comandata da ufficiali stranieri, si ribella e imprigiona alcuni cittadini britannici.

Parole d'epoca

Foglie secche

di Antonio Santo Quintino Preite, Sergente

San Martino del Carso (GO)

Il 10 novembre venne un ordine che tutto il 47° Reggimento doveva fare l’avanzata, che assolutissimamente si doveva conquistare il San Martino. Tanto vero che alla sera, verso le ore 2 pomeridiane, erano tutti pronti.
Un continuo bombardamento, i nostri dalla mattina a buon’ora, sempre tiravano con tutti i calibri alle trincee nemiche.
Non appena cessato il bombardamento, ci portarono all’assalto; era un campo tutto scoperto. Ognuno, sia ufficiale che soldato, ognuno si slanciava verso le trincee nemiche; ma le mitragliatrici austriache seminavano strage, massimamente quelle di sopra il San Michele, che ci pigliavano in facilità; ed i poveri soldati nostri caddero come le foglie secche al vento, squartate le carni dal piombo nemico. 

Una buona quantità dei nostri soldati, che furono i primi ad uscire, arrivarono a conquistare la prima linea nemica, che ne avvenne un combattimento a petto a petto; ma ecco che il Maggiore era già morto da pallottole nemiche, il nostro capitano Bergese ferito gravemente al torace, due altri capitani feriti gravemente, altri ufficiali e graduati e soldati morti e feriti che giacevano a terra. Insomma, appena due minuti di avanzata, ecco che mille persone già morti e feriti!
Il Signor Tenente Giàccari di Ruffano prese il comando della Compagnia, e nel momento che stava rianimando i soldati per andare avanti, una pallottola gli tolse la vita, e noi dovemmo restare a quel posto.
Io, per fortuna, mi nascosi sotto due soldati nostri che già erano morti, e così forse mi salvai la vita.
Non si sentiva altro che lamenti e sospiri di quei poveri feriti che gridavano aiuto; ma chi li aiutava? Nessuno, e massimamente a quel punto scoperto!
Non appena fu fatto buio, quelli che restammo vivi avemmo l’ordine di abbandonare la prima linea conquistata e retrocedere alla nostra linea di partenza, e ciò fu fatto in silenzio, e rimanemmo per parecchi giorni sempre a quel punto!

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano

DAL FRONTE

Nel settore delle Giudicarie l' artiglieria nemica aprì fuoco violento contro le nostre posizioni di Monte Lavanech, Monte Melino e Cima Palone.
Fu efficacemente contrabattuto dai tiri aggiustati delle nostre batterie.
Nell' Alto Cordevole continuano attivissime le operazioni offensive.
Le nostre truppe attaccarono risolutamente la cortina montuosa di altitudine media, superiore ai 2000 metri, compresa tra i picchi del Sief e del Settsass e riuscirono ad oltrepassarla in più punti.
Lungo la fronte dell'Isonzo fu respinto un attacco nemico sul Mrzli e furono eseguite ardite irruzioni contro le difese nemiche.
Nel settore di Plava continua l' azione delle nostre artiglierie.
Nostri velivoli bombardarono ieri le stazioni di San Daniele e di Nabresina e altri obiettivi militari sull' altipiano del Carso.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori