Via dai Dardanelli
C’è un interessante articolo di Ernesto Ragazzoni su La Stampa dell’8 dicembre 1915. Esplora un aspetto forse irrilevante, secondario, ma illuminante, una reazione particolare dell’animo umano: «La guerra ha dato alla poesia uno slancio impensato, straordinario. Fra gli infiniti fenomeni che l’attualità crea, questo è forse uno dei meno considerati. […] La poesia dei non poeti è la novità».
Sono dilettanti, quasi sempre trascurabili: «Il germe rimane germe quando non si ha l’arte di farlo sviluppare e fiorire». Ma sono tanti: «Tantissimi, snobbati l’amore, la nostalgia, il mare, si son sentiti un irrefrenabile prurito di rime una volta messi di fronte alla guerra». Scrivere diventa una necessità. Che sia per bisogno d’evasione o per razionalizzare, per riordinare le idee o per trasmettere le proprie emozioni, non importa. Tutti prendono una penna, una matita, un pezzo di carta e buttano giù almeno due righe.
A Chantilly si chiude la prima Conferenza interalleata. Russia, Italia e Serbia hanno convinto i francesi, punti sull’onore, ma soprattutto gli inglesi, più scettici, a mantenere attivo il contingente balcanico.
Militarmente non sembra una grande idea: quello è un fronte chiuso, rimontare è impossibile, al massimo si può sperare in un soffertissimo pareggio. A fare la differenza sono le motivazioni politiche, le implicazioni morali: dopo la batosta ai Dardanelli non si può accettare un’altra sconfitta; non si può abbandonare la Serbia, né inviare un messaggio di debolezza a Grecia e Romania. Dunque si resta, Salonicco diventerà una vera e propria base operativa Alleata.
Al fronte gli anglo-francesi continuano a ripiegare verso la frontiera greca, incalzati dalla battaglia di Kosturino; le perdite lievitano.
L’altra decisione presa a Chantilly vede la sua immediata applicazione pratica: ai Dardanelli arriva l’ordine di evacuare; si inizia dalle teste di ponte Suvla e Anzac a Gallipoli. Tutto il Comando è sotto pressione: insieme al momento dello sbarco, sono le manovre di evacuazione a presentare i pericoli maggiori.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Pubblicazione di un dispaccio dell’Ammiragliato inglese in risposta alla distruzione dell'incrociatore tedesco Königsberg dello scorso luglio, nell’Africa orientale tedesca.
Fronte meridionale
- Le truppe francesi e britanniche si ritirano verso la frontiera greca.
- Debar e Ocrida (Macedonia) prese dalle truppe bulgare.
Fronte asiatico ed egiziano
- Comincia l’evacuazione Alleata dei Dardanelli. Ritirata delle truppe Alleate dalle teste di ponte di Suvla e Anzac sulla penisola di Gallipoli.
- Pesanti bombardamenti turchi sull'assediata Kut al-Amara: attacco respinto, gravi perdite ottomane.
DAL FRONTE
Lungo tutta la fronte è segnalata una maggiore attività delle artiglierie nemiche efficacemente controbattute dalle nostre.
L' avversario fa anche largo uso di gas asfissianti e lacrimogeni.
Nel pomeriggio del 6 alla intensa preparazione col fuoco di artiglieria seguirono attacchi delle fanterie nemiche contro le nostre posizioni al nord di Prè in valle di Ledro e ad ovest di Piazza in Valle Terragnolo.
Gli attacchi furono nettamente e subito respinti.
Sul Carso, pure in condizioni atmosferiche avverse, le nostre fanterie mantengono contegno risoluto ed aggressivo.
Una brillante azione svoltasi ieri nella zona settentrionale del Monte S. Michele ci procurò la conquista d' un forte ed esteso trinceramento nemico ad est di Peteano.
Furono presi all' avversario 146 prigionieri, dei quali 8 ufficiali, molti fucili, munizioni ed altro materiale da guerra.
Firmato: CADORNA