La catastrofe dei 18 ponti
C’è quel silenzio tipico del coprifuoco, pesante, preoccupato; le luci sono spente. Lille cerca di dormire l’ennesima notte di guerra, una quindicina di chilometri dietro alle linee nemiche. Dal silenzio più cupo al finimondo è un attimo; neanche te ne rendi conto. Un lampo bianco, poi giallo, arancione, rosso, fumo; alla fine di questa istantanea metamorfosi resta solo il fumo, più nero della notte. «Blocchi di cemento scagliati a due chilometri di distanza, un diluvio di ferraglia fusa». Eugène Martin-Mamy racconta così il desolante spettacolo.
Verso le tre e mezza del mattino è esploso un deposito di munizioni tedesco. Avete presente la lunghezza di un campo da calcio? Ecco, non basta, perché dovete aggiungere almeno una trentina di metri per inquadrare il diametro di tutto il cratere. Un vulcano profondo come un palazzo di dieci piani. Un bel pezzo del Moulins, quartiere industriale e operaio, non esiste più. Di ventuno officine non c’è proprio traccia, cancellate; circa 740 abitazioni o sono in rovina, o sono polverizzate, soffiate vie, come le case dei primi due porcellini.
In piedi è rimasto poco: sparuti scheletri in muratura e camini orfani. I morti sono quasi 140, i feriti oltre 400.
Si dice che il botto sia stato sentito persino in Olanda e che qualcuno l’abbia scambiato per un terremoto.
Più o meno alla stessa ora, forse un po’ più tardi, l’Intesa compie l’ennesimo episodio di “bullismo” ai danni della Grecia: un reparto francese è sbarcato a Corfù e prepara l’isola a ospitare i fuggiaschi serbi.
Di autorizzazioni neanche l’ombra. “Tranquilli, fate come foste a casa vostra”.
Gli Alleati hanno fretta, anche perché l’esercito asburgico vibra in giornata un colpo mortale al Montenegro: l’11 gennaio il monte Lovćen, guardiano del piccolo regno, viene espugnato; dopo tre giorni di combattimento l’Austria-Ungheria si è tolta un’enorme spina dal fianco, ora domina le bocche di Cattaro e ammira dall’alto la strada fino alla capitale Cettigne.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- "Catastrophe des dix-huit ponts": esplosione notturna di un deposito di munizioni tedesco a Lille.
- Sir J. Maxwell nominato Comandante delle truppe rimaste in Egitto.
Fronte meridionale
- Montenegro: gli austro-ungarici s'impadroniscono della fortissima posizione del monte Lovćen.
- Truppe francesi sbarcano a Corfù e occupano l’isola greca.
Operazioni navali
- La nave corsara tedesca Möwe viene vista operare nell'Atlantico.
Parole d'epoca
Il Diario della guerra 1915-18
Don Andrea Balestrazzi
Le licenze si riapriranno il 16 …
Ci fanno proprio morire goccia a goccia.
Il 3, poi l’11, poi il 12 … ed ora il 16 … C’è da impazzire! …
Chi potesse portar pazienza! …
DAL FRONTE
Bollettino
Dal monte Ghello, a nord-est di Rovereto, il nemico lanciò nella sera del 9, granate incendiarie contro le nostre posizioni. Durante la successiva notte i nostri avamposti segnalarono un grande incendio in Rovereto.
Nell’Alto e Medio Isonzo batterie nemiche tentarono di bersagliare le nostre linee col concorso di aeroplani. Furono efficacemente ribattute dalle nostre artiglierie di cui quelle contro-aeree obbligarono i velivoli nemici a tenersi a grandi altezze.
Nella Pianura del Basso Isonzo l’artiglieria nemica, con cannoni a lunga portata, riprese ieri il tiro contro gli abitati facendo qualche vittima nella popolazione.
In Romans fu colpito un nostro ospedaletto da campo. Quattro militari in esso ricoverati furono uccisi, otto feriti.
Firmato: CADORNA