Gli italiani sul picco di Busa Alta
«La nostra offensiva nell’aspra zona montuosa fra l’Avisio e il Vanoi-Cismon segna un nuovo brillante successo». Il 7 ottobre gli alpini espugnano quota 2456, uno dei picchi di Busa Alta, in Trentino. «Il presidio nemico oppose accanita resistenza e restò in gran parte distrutto». Il terreno su cui si combatte, o meglio contro cui si combatte, è una stretta muraglia rocciosa e obbliga i soldati a equilibrismi circensi per non precipitare a valle.
Sul fronte occidentale i progressi Alleati continuano a essere frenati dal maltempo; non altrettanto l’avanzata austro-tedesca in Transilvania: Brașov, tra le prime e più importanti conquiste rumene, viene rioccupata dagli Imperi Centrali. L’esercito rumeno sta cedendo, è in inferiorità numerica ed è costretto a ritirarsi lungo tutta la linea dei Carpazi meridionali, da Orșova a Predeal. Nonostante la disperata resistenza il vantaggio è austro-tedesco.
Torna a movimentarsi il fronte turco-caucasico, dove la nuova offensiva russa è appoggiata dalla flotta di Pietrogrado.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Fronte occidentale
- Britannici e francesi avanzano sulla strada Albert-Bapaume.
- I britannici avanzano di quasi un chilometro e catturano Le Sars.
- I francesi avanzano a nord-est di Morval e si avvicinano a Sailly.
Fronte italiano
- Gli italiani conquistano uno dei picchi di Busa Alta (Avisio, Trentino).
Fronte meridionale
- Gli austro-tedeschi riprendono Brașov (Kronstadt) e Székely.
- Le truppe rumene sono forzate alla ritirata su tutta la linea dei Carpazi meridionali, da Orșova a Predeal.
- I britannici continuano ad avanzare verso Serres (fronte dello Struma).
Fronte asiatico ed egiziano
- Secondo notizie turche, in seguito alle operazioni dell’esercito ottomano, i battiari persiani si sono sollevati contro le autorità di Bidjar, situata 140 km. a nord-ovest di Hamadan, ma furono respinti.
Parole d'epoca
Fiori di trincea. Diario vissuto da un cappellano di fanteria
di Don Giovanni Folci
Dopo cena, giunge tra noi, invitato dal signor colonnello, l'ottimo capitano Loris, accolto festosamente da tutti. Gli annunciamo l'esito felice della proposta per la medaglia d'argento al valore fattagli l'autunno del 1915 per i combattimenti di Zagora. Con modestia veramente francescana accoglie i complimenti e le felicitazioni che gli piovono da ogni parte. L'illustre ed eroico ufficiale merita di essere particolarmente ricordato. Venne a noi l'ottobre dell'anno scorso 1915, mentre a Zagora ferveva terribile e micidiale l'offensiva nostra. Giungeva la sera del 22 a Piava e il mattino appresso già conduceva la propria compagnia con illuminato coraggio ai reiterati assalti di Casa Diruta. Il 30, nelle prime ore del giorno, rimaneva ferito da pallottola di fucile. La generosità e l'ardimento già dimostrato nei giorni precedenti lo tenne sul posto a continuare l'azione dove erano scomparsi ormai tutti gli ufficiali e, pur dolorando assai, non si ritirò dal fuoco che dietro l'ordine di ripiegare dato a tutta la sua compagnia. La breve sua permanenza al reggimento bastò per accaparrargli l'amore e la stima di ufficiali e soldati e tutti ci sentimmo riempire di sincera gioia quando, il dicembre appresso, ci raggiungeva di nuovo sulle zolle insanguinate d'Oslavia.
DAL FRONTE
La nostra offensiva nell' aspra zona montagnosa fra l' Avisio e il Vanoi-Cismon segna un nuovo brillante successo. Alla testata del Vanoi i nostri alpini espugnarono ieri l'importante vetta di Quota 2456 nel massiccio di Busa Alta. Il presidio nemico fortemente trincerato oppose accanita resistenza e restò in gran parte distrutto. Una ventina di superstiti, fra i quali l'ufficiale comandante della difesa, furono presi prigionieri. Sulle pendici del Piccolo Lagazuoi (Alto Boite) nuclei nemici tentarono di sorprendere le nostre linee avanzate. Furono lasciati avvicinare a breve distanza, indi investiti e dispersi con raffiche improvvise di mitragliatrici e di fucileria. In Valle Travignolo anche ieri incessante bombardamento delle artiglierie nemiche che non impedì ai nostri di rafforzare saldamente le posizioni. Lungo la rimanente fronte consuete azioni delle artiglierie; alcune granate caddero su Gorizia colpendo vari edifici e fra essi la sede di un nostro ospedale da campo.
Firmato: CADORNA