Proclama alle truppe dello Zar Nicola II
Per gli Alleati il punto non è se rifiutare i negoziati tedeschi, ma il come. E allo stesso tempo rispondere con garbo alla nota americana. Di sicuro non verranno esplicitate le singole condizioni, piuttosto i principi fondamentali su cui fondare le eventuali trattative di pace future. Se mai ce ne fosse ancora bisogno, è Nicola II a chiarire il giudizio dell’Intesa il 25 dicembre. Il proclama alle truppe dello Zar lascia ben poco spazio all’immaginazione: «La Germania scatenò la guerra in un momento a lei favorevole. […] Ora gli Alleati hanno la possibilità di intraprendere le conferenze di pace quando gli sarà più conveniente. Questo tempo non è ancora arrivato. Il nemico non è stato ancora cacciato dai territori occupati. […] La sacra memoria dei figli di Russia caduti non permette neppure il pensiero di una pace senza una vittoria definitiva».
Nicola II ribadisce i doveri della Russia: controllo di Costantinopoli e degli stretti, unificazione della “libera” Polonia, mettere la Germania nell’impossibilità di nuocere in futuro.
Ormai sconfitta e rintanata dietro le linee russe, la Romania festeggia il Natale con un nuovo Governo di unità nazionale; a Iași, nuova capitale, Bratianu è riconfermato Premier.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- I Premier delle colonie auto-governate e i rappresentanti indiani sono invitati alla Conferenza imperiale britannica sulla guerra.
- Romania: formato un Governo di coalizione che include Take Jonescu.
- Replica dello Zar alle aperture di pace tedesca.
- Messaggio di Natale del Re d’Inghilterra.
Fronte occidentale
- Una nuova Armata britannica, sbarcata recentemente in Francia, ha preso in consegna gran parte del settore tenuto finora dai francesi sulla Somme.
Fronte meridionale
- Duri scontri a ovest del basso Siret. Attaccata anche la testa di ponte russo-rumena di Măcin (angolo nord-occidentale della Dobrugia).
Fronte asiatico ed egiziano
- Fronte armeno: combattimenti attorno Van.
Fronte d’oltremare
- Africa orientale: comincia l’offensiva combinata dei Generali Northey e van Deventer che spinge i tedeschi a est e sud.
Parole d'epoca
Natale in trincea
di Emilio Cioli Caporalmaggiore 118° Reggimento fanteria, brigata Padova
Finalmente si giunse a Doberdò. La strada ancora un po' fangosa, il disagio dell'arma e delle giberne stringenti sopra il cappotto ci avevano assai stancati. Alle cucine di Vernegliano si giunse verso le ore 15; cercai subito di fare la spesa, ma nulla più oramai si trovava. Avevo anche appetito, ma niente pause: mi decisi di andare fino a Ronchi, ma anche le rivendite erano invase ed a stento potei avere soltanto un po' di biscotti. Tornato a Vermegliano, il Cap. di cucina mi offrì un po' di pane e formaggio; bevvi pure un mezzo litro di vino e potei ristorarmi un po', lì vicino al fuoco. Molto mi preoccupava il dormire, ma, dimandato il permesso, ci potemmo ricoverare sotto a una tettoia di ferro e tra le numerose presse potemmo scavarci un piccolo buco e così la notte del S. Natale si passò assai meglio che sotto ai ricoveri della trincea. Al mattino di alzammo di buon'ora e bevemmo in cucina il caffè (ci sarebbe stato pure lo spezzatino da poter mangiare, ma non c'era neanche un po' di pane). Fatta la spesa di circa L. 130, nella maggior parte consistente in vino, si caricò su di una carretta e verso le ore 8,30 si partì per Bonetti.
Prima del mezzogiorno si era già in trincea con tutta la roba. In poco tempo i fiaschi furono sgocciolati e qualche sbornietta non mancò. Già il fante si era rallegrato e in qualche ricovero si cominciò anche a canterellare. La giornata fu calmissima, come lo era stata anche la vigilia. Dopo il mezzogiorno furono sospesi si lavori e si fece festa; venne a portarci gli auguri il generale comandante la divisione e dimandarci se avevamo ricevuto i doni di Natale. I doni consistevano in pochissimo panettone, un po' di cioccolata e un dito di vino bianco, più le sigarette americane Tiger.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Sulla fronte tridentina tiri delle artiglierie; le nostre dispersero gruppi di lavoratori nemici nella zona del Pasubio e nell' Alto Astico.
Sulla fronte Giulia fitta nebbia paralizzò l' azione delle artiglierie e consentì invece attività di nuclei in ricognizione.
Firmato: CADORNA