Il bollettino più famoso
«La mancata resistenza di reparti della II Armata, vilmente ritiratisi senza combattere, ignominiosamente arresisi al nemico o dandosi codardamente alla fuga, ha permesso alle forze austro-germaniche di rompere la nostra ala sinistra del fronte giulio. Gli sforzi valorosi delle altre truppe non sono riusciti a impedire all'avversario di penetrare nel sacro suolo della Patria. Il valore dimostrato dai nostri soldati in tante memorabili battaglie, combattute e vinte durante due anni e mezzo di guerra, dà affidamento al comando supremo che anche questa volta l'esercito, al quale sono affidati l'onore e la salvezza del Paese, saprà compiere il suo dovere».
Cadorna scrive il suo bollettino più famigerato il 28 ottobre; i giornali lo pubblicheranno il giorno dopo, “addomesticandolo” su indicazione del Governo. Le accuse di diserzione sono abbastanza chiare. Il comunicato è grave, perché, specie in momenti di crisi, non si può far sorgere dubbi, non in pubblico: le responsabilità dovrebbero andare sempre verso l’alto e i “panni sporchi” si dovrebbero lavare in casa. Quel bollettino è un tonico per gli avversari e non fa certo una buona impressione agli amici.
Lo scivolone di Cadorna, il suo peccato, è figlio del momento, ovvio, ma anche di una certa sfiducia nei soldati, una diffidenza, uno scetticismo, dettato soprattutto dal contesto storico. Cadorna è un militare di professione alla guida di un vasto esercito non professionista, in un’epoca complessa, agitata da rivendicazioni e nuovi movimenti sociali. E poi non si può dimenticare il retaggio culturale e familiare di Cadorna: quello del padre Raffaele è un cognome molto pesante per un militare. Purtroppo questo non basta a giustificare il bollettino, parere personale. Attenzione però, c’è anche una seconda interpretazione: Cadorna si riferirebbe ai Comandanti dei reparti accennati.
Al fronte la ritirata italiana prosegue, ormai ha per forza di cose coinvolto anche la Terza armata del Duca d’Aosta. Gorizia è rioccupata dagli austro-tedeschi, emotivamente un colpo al cuore.
I giornali francesi ostentano ottimismo; più realisti i fogli inglesi, i primi a ipotizzare aiuti concreti per l’alleata. Tutti però sono d’accordo su un punto: la Russia rivoluzionaria viene scorticata viva nei commenti.
A Roma la crisi politica fa un logico passo avanti: il Re dà l’incarico di formare il nuovo Governo a Vittorio Emanuele Orlando.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- In un comunicato ufficiale, Cadorna attribuisce la disfatta di Caporetto alla "mancata resistenza di reparti della II armata". Il comunicato, conosciuto all'estero nella sua formulazione originale, sarà invece mitigato per ragioni di opportunità politica dal Governo italiano prima di farlo diramare dalla stampa.
- Orlando incaricato di formare il nuovo Governo italiano; iniziano le consultazioni.
- Scoperto un piano del Conte Luxburg per l’eventuale invasione del Brasile meridionale.
- Gli U.S.A. varano il secondo "Prestito della Libertà": sottoscrizioni per un miliardo di sterline.
Fronte occidentale
- Continuano i progressi francesi in Belgio.
- I francesi attaccano il canale Oise-Aisne. Due contrattacchi tedeschi falliscono.
- Respinto attacco tedesco in Champagne.
- I tedeschi guadagnano terreno da Chaume Wood a Bezonvaux (Verdun).
Fronte italiano
- Gli austro-tedeschi occupano Gorizia.
- I tedeschi reclamano 100.000 prigionieri.
- Ritirata della II e III armata italiana dal fronte della Carnia.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 924– 28 OTTOBRE 1917 - ORE 18:00
La violenza dell’attacco e la deficiente resistenza di alcuni reparti della 2° Armata, hanno permesso alle forze austro-germaniche di rompere la nostra ala sinistra sulla fronte Giulia. Gli sforzi valorosi delle altre truppe non sono riusciti ad impedire all’avversario di penetrare nel sacro suolo della Patria.
La nostra linea si ripiega secondo il piano stabilito. I magazzini e i depositi dei paesi sgombrati sono stati distrutti.
Il valore dimostrato dai nostri soldati in tante battaglie combattute e vinte durante due anni e mezzo di guerra, dà affidamento al Comando Supremo che anche questa volta l’esercito, al quale sono affidati l’onore e la salvezza del Paese, saprà compiere il proprio dovere.
Generale CADORNA