Organizzazione e terrore
«Le forze massimaliste si disgregano, l’autorità di Lenin e Trockij è quasi nulla. […] Il Paese è abbandonato a sé stesso, i bolscevichi sono incapaci di reagire».
Le informazioni del Journal lasciano il tempo che trovano. I nuovi “padroni” russi sono in difficoltà, certo – chi non lo sarebbe? – ma, essendo la forza meglio organizzata nel caleidoscopico scenario russo, qualcosa inizia a muoversi. Per ora sono voci, di parte, ma le reti ferroviarie inizierebbero a funzionare meglio e i pochi viveri avrebbero iniziato a lasciare i magazzini.
Per sopravvivere e aumentare i consensi, i bolscevichi stanno ristabilendo un minimo di ordine, evenienza impensabile e inaspettata. Per migliorare le condizioni di vita sono state prese le prime disposizioni per la transizione dall’economia di guerra a quella di pace. L’idea è semplice: basta fabbricare articoli militari, al popolo serve altro.
Poi c’è il “terrore”, l’altra faccia, evidentissima, della medaglia rivoluzionaria. I metodi sono spicci e non molto democratici. Le altre fazioni socialiste attaccano: «Non c’è differenza tra il modo di agire bolscevico e quello dello Zar».
Il 27 dicembre il solo fronte caldo è quello palestinese. In serata i turco-tedeschi tentano la riconquista di Gerusalemme. Gli scontri durano incessanti fino al cuore della notte; i britannici resistono, nonostante le vie di comunicazione e approvvigionamento danneggiate da pioggia e fango.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- I bolscevichi provano a convincere l’Ucraina a combattere i cosacchi.
- A New York Sir F. E. Smith enfatizza la solidarietà inglese.
- In un discorso all’apertura del Parlamento giapponese l’Imperatore insiste sulla necessità di una vigorosa collaborazione militare del Giappone con l'Intesa.
Fronte asiatico ed egiziano
- I turco-tedeschi tentano di riconquistare Gerusalemme.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 984 - 27 DICEMBRE 1917 - ORE 18:00
Lungo tutta la fronte solo azioni di artiglieria, più intense sull' Altipiano di Asiago dove le nostre batterie hanno eseguito efficaci concentramenti di fuoco e tenuto sotto interdizione parecchi tratti della linea nemica.
Una grande battaglia aerea alla quale hanno partecipato squadriglie da caccia e artiglierie antiaeree inglesi ed italiane si è combattuto ieri nel cielo di Treviso. Nella mattinata 25 apparecchi nemici, favoriti dalla foschia, giunsero sopra un nostro campo di aviazione ad occidente della città iniziandone il bombardamento. Accolti dal fuoco violento delle batterie antiaeree ed attaccati impetuosamente dagli apparecchi del campo levatisi in caccia, dovettero ripiegare prima di aver compiuto l'operazione; 8 velivoli avversari, colpiti, precipitavano al suolo. Più tardi, verso le 12,30, una squadriglia nemica di 8 aereoplani ritentò la prova, ma venne affrontata nel cielo di Montebelluna e costretta a ripiegare perdendo 3 apparecchi. Degli 11 aereoplani nemici abbattuti, 8 sono caduti dentro le nostre linee e 3 entro quelle avversarie. Tutti i nostri apparecchi hanno fatto ritorno ai propri campi. I danni provocati dal bombardamento sono quasi insignificanti.
GENERALE DIAZ