Pace e bugie
Gli Imperi centrali contavano di concludere in tempi molto più stretti, ma alla fine, dopo un paio di mesi dall’accordo preliminare, la Romania cede e la mattina del 7 maggio sigla la pace con Germania, Austria-Ungheria, Impero ottomano e Bulgaria. L’incontro si tiene nel palazzo reale di Cotroceni a Bucarest, nella stessa sala dove era stata decisa l’entrata in guerra rumena al fianco degli Alleati.
Le condizioni imposte sono quelle tanto temute. Si inizia parlando di vivere in pace e in amicizia, eppure la Dobrugia sarà bulgara e il confine con l’Ungheria modificato a favore di Budapest. Fosse finita qui ai rumeni andrebbe di lusso, ma abbiamo solo grattato la superfice dell’accordo. Bucarest accetta l’immediata smobilitazione del suo esercito e il mantenimento, a sue spese, della forza di occupazione nemica; i contraenti rinunciano a indennità reciproche, ma saranno chiesti risarcimenti; la navigazione sul Danubio sarà libera e il fiume controllato; gli Imperi centrali si assicurano lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi e una ricca fornitura di approvvigionamenti, soprattutto alimentari.
Unica nota positiva la parificazione dei culti: «La differenza di confessione non deve influire sulla situazione degli abitanti»; tanto per fare un esempio gli ebrei otterranno la cittadinanza e tutti i diritti civili e politici.
Perfetto, ora il trattato dovrà essere ratificato, ma anche questo non sarà così automatico, né immediato.
Se la Romania piange, il Governo inglese non sta molto meglio. A Londra scoppia una bomba da far drizzare i capelli a tutto il Regno: il Generale Frederick Maurice, pezzo grosso dell’establishment militare, accusa il Premier Lloyd George e il Ministro Bonar Law di aver mentito al Parlamento. In una lettera alla stampa spiega come le inesattezze riferite alla Camera fossero fuorvianti e alterassero la percezione della realtà.
Le rivelazioni parlano di forze insufficienti sul fronte occidentale, di aver deluso le richieste del Comando britannico e di aver sminuito l’eccessiva presenza militare nei teatri secondari. «Le dichiarazioni erronee sono conosciute dai soldati e rischiano di indebolire il morale delle truppe e di minarne la fiducia nel Governo».
L’accusa non sollevata, ma direi implicita, è di aver voluto fregare i vertici dell’esercito per coprire i propri errori. Il provvedimento disciplinare per il Generale Maurice è logico, immediato e inevitabile, ma ora il Governo vacilla come mai prima e sulla sua testa pende la spada di Damocle di un’eventuale inchiesta.
Novità importanti arrivano anche dalla Finlandia: Hamina è caduta, le Guardie bianche hanno sconfitto le ultime Guardie rosse e, con l’aiuto tedesco, hanno messo fine alla guerra civile. Il Comandante Mannerheim entra a Helsinki, Berlino si gode la sua forte influenza sul nuovo Stato.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La pace di Bucarest viene firmata dalla Romania e dalle Potenze centrali.
- Il Nicaragua dichiara guerra alle Potenze centrali e ai loro alleati.
- Una lettera del Generale Sir F. Maurice sul Times accusa i Ministri di false dichiarazioni sulla situazione militare.
- Il Governo svizzero decide di non accogliere più disertori e renitenti e di espellere, nella misura del possibile, tutti quelli che già vi si trovano.
Fronte occidentale
- La pioggia impedisce tutti gli scontri al fronte, tranne quelli d’artiglieria.
Fronte orientale
- Hamina (sud della Finlandia) catturata dalle guardie bianche finniche, ultimo atto della guerra civile.
Fronte meridionale
- I britannici effettuano con successo un raid nelle trincee nemiche vicino al lago di Dojran.
Fronte asiatico ed egiziano
- I britannici entrano a Kirkuk, sulla strada Baghdad-Mossul. I turchi si ritirano verso il fiume Little Zab.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 7 MAGGIO 1918
Ad ovest di monte Stablel (zona Adamello), nelle vicinanze di Prezzo (Val Chiese) e sul Dosso Casina (pendici settentrionali del monte Altissimo) disperdemmo e fugammo con raffiche di mitragliatrici e fucileria e con lancio di bombe a mano pattuglie avversarie che si avvicinavano ai nostri posti.
L’attività dell’artiglieria nemica, all’infuori di qualche azione di molestia sulle linee e caseggiati di Val Brenta, si limitò a tiri sparsi e saltuari.
Nostre batterie eseguirono concentramenti di fuoco su truppe in marcia a sud di Cismon.
Aviatori britannici abbatterono tre velivoli nella regione di Motta di Livenza e lanciarono bombe sulle retrovie avversarie fra Astico e Brenta.
Firmato: DIAZ