L’uguaglianza di sentimenti
Il Governo italiano vuole sbrigarsi a chiudere i lavori parlamentari, preferisce non avere “impacci” con un’offensiva in corso. La Camera sembra sulla stessa lunghezza d’onda, nonostante sia riunita da soli quattro giorni e non abbia discusso di molto. C’è però la consapevolezza dell’ora, persino i socialisti hanno un atteggiamento diverso dal solito: «Non possiamo votare la fiducia al Governo, neppure se questa venisse inglobata nella solidarietà che sarebbe puerile negare. Oggi non è tempo di parole vane, retoriche, o polemiche. Non domandateci quello che non possiamo darvi, ma vi daremo ciò che è giusto, con tutto il cuore. […] Un’uguaglianza di sentimenti ci accomuna. Mentre laggiù si combatte, si resiste e si muore, i nostri animi sono tutti protesi nell’angoscia, nello scongiuro, nella speranza».
Quando Turati conclude il suo intervento, scatta l’ovazione della Camera, di tutta la Camera, compresa la destra e gli interventisti. È la prima volta.
Il Presidente del Consiglio Orlando si scusa di non poter rispondere a tutti gli oratori, ma si sofferma un attimo in più sulle parole dei socialisti: «Vi sono grato e riconoscente per le nobili parole dette e vi do modo di votare contro il Governo, senza menomare in nulla l’alto sentimento che ci unisce tutti. Sappia così il Paese quanto la Camera sia unita quando è in gioco la salvezza della Patria».
Altra ovazione della Camera, di tutta la Camera, compresi i socialisti. E anche questa è una prima volta.
La votazione è scontata, il Governo ottiene la fiducia e congeda i deputati. Se ne riparlerà a settembre. La proposta socialista di creare Commissioni parlamentari permanenti, sul modello francese, per affiancare e vigilare sull’esecutivo, cade nel nulla. Gli scettici lo vedevano solo come un modo per mettere i bastoni tra le ruote, perder tempo, eppure l’Italia è il Paese del blocco occidentale che più di tutti ha trascurato il Parlamento, coinvolgendolo il meno possibile. Pazienza, come detto c’è un’offensiva da arginare. E lo stiamo facendo bene.
Il 16 giugno la battaglia divampa, ma, senza lo svantaggio di un vero effetto sorpresa, abbiamo parato il primo colpo, quello in genere più violento. Non era facile, perché Vienna, pur di sboccare nella pianura veneta e accaparrarsi risorse indispensabili, ha orchestrato una doppia spinta contemporanea, una manovra a tenaglia verso Vicenza e Treviso. Nel settore montano l’esercito asburgico non riesce ad andare oltre le conquiste del Valbella, Col del Rosso e Col d’Echele. Anche oggi gli italiani soffrono di più sul Piave, dove gli scontri sono più duri e gli austro-ungarici guadagnano terreno a sud-est del Montello e a Caposile.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La Camera italiana approva l’esercizio provvisorio con voti 282 contro 34.
- Bulgaria: il Governo Radoslavov si dimette.
Fronte italiano
- Gli austro-ungarici guadagnano terreno a sud-est del Montello e a Caposile (nord-est di Venezia).
- Scontri violenti sul Piave.
- I britannici interrompono l’avanzata asburgica nell’area montana.
Fronte asiatico ed egiziano
- Raid aereo inglese ad Al-Qatrana, sulla ferrovia dell’Hejaz (50 km. a est della parte meridionale del Mar Morto).
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 16 GIUGNO 1918
Una grande battaglia è da ieri in corso sulla nostra fronte. Il nemico dopo una preparazione di artiglieria eccezionalmente intensa per violenza di tiro e numero di bocche da fuoco impiegate, ha iniziata la sua attesa offensiva, lanciando ingenti masse di fanteria all’attacco delle nostre posizioni del settore orientale dell’altipiano di Asiago, del fondo di Val Brenta e del monte grappa, tentando in più punti il passaggio a viva forza del Piave ed eseguendo forti azioni locali a scopo dimostrativo sul rimanente della fronte.
Le nostre fanterie e quelle dei contingenti alleati sopportarono impavide il tormento del tiro di distruzione e, appoggiate dal fuoco di sbarramento delle proprie artiglierie, che già avevano correttamente prevenuto la preparazione avversaria con tempestivo e micidiale tiro di contro preparazione, sostennero bravamente l’urto nemico nella zona avanzata di difesa.
Lungo 150 km di fronte più intensamente attaccati, le potenti colonne di assalto nemiche, nello sbalzo iniziale, occuparono soltanto alcune posizioni di prima linea in regione Monte di Valbella, nella zona dell’Asolone ed alla testata del saliente del monte Solarolo. Alquante truppe riuscirono a passare sulla destra del Piave nella zona di Nervesa e nella regione Fagarè-Musile. Nella giornata stessa i nostri iniziarono su tutta la fronte energici contrattacchi, mediante i quali riuscirono contenere la violentissima pressione avversaria ed a riconquistare buona parte delle posizioni temporaneamente cedute, su qualcuna delle quali, peraltro, nuclei isolati, con fulgido valore avevano seguitato a mantenersi ad ogni costo.
La lotta non diminuita di violenza dalla notte, continua accanita, ma le nostre truppe tengono saldamente la fronte. Sull’altipiano di Asiago, hanno rioccupato completamente le primitive posizioni sull’Asolone, ed al saliente di Monte Solarono e serrano da presso le fanterie nemiche passate sulla destra del Piave. Il numero dei prigionieri finora accertati supera i 3000, fra i quali 89 ufficiali.
Gli aviatori nostri ed alleati concorrono potentemente alla battaglia bombardando i punti di passaggio sul Piave e mitragliando le truppe nemiche ammassate. Trentun velivoli nemici sono stati abbattuti.
Firmato: DIAZ
IL COMUNICATO INGLESE SULLE OPERAZIONI IN ITALIA DEL 16 GIUGNO
Un comunicato britannico sulle operazioni al fronte italiano dice: ''Durante la notte e le prime ore di stamane abbiamo ricacciato il nemico dal saliente indicato nel comunicato di ieri. Siamo di nuovo stabiliti sulla primitiva linea del fronte. Abbiamo catturato oltre 360 prigionieri e preso due pezzi da montagna ed un considerevole numero di mitragliatrici. Nelle prime ore del mattino di ieri, quando si sferrò l’attacco nemico, gli italiani sulla nostra sinistra ci diedero subito un prezioso aiuto di fanteria e di artiglieria, che provocò in larga misura l’immediato arresto della infiltrazione austriaca. Violenti combattimenti continuano lungo il Piave, all’estremità orientale delle colline del Montello e attraverso la valle del Brenta.Altri tre aeroplani nemici, oltre i sette già segnalati, sono stati abbattuti ieri combattimenti aerei. Le nubi basse continuano a rendere impossibili le ricognizioni. I nostri aviatori si limitarono soprattutto ad attaccare i ponti e le truppe che il nemico cerca di gettare attraverso il Piave, e lo fecero con grande successo.''