8 Agosto, 1918

L’inizio della fine

La chiamano l’offensiva dei cento giorni. In realtà sarebbero novantasei, ma in fondo perché essere pignoli?
Alle 4:20 dell’8 agosto si parte, i britannici tornano protagonisti: «I cannoni danno inizio alla sinfonia. Un grande spettacolo di luci illumina l’orizzonte. […] Il poderoso fuoco di sbarramento sorpassa in dinamica magnificenza qualsiasi altra impresa umana».
In Piccardia l’Intesa ha ammassato circa 2.000 bocche da fuoco; i depositi sono satolli di munizioni e l’intelligence ha individuato oltre il 90% dell’artiglieria tedesca. Siccome è sempre meglio abbondare, gli Alleati schierano più di 400 carri armati e altri 120 adibiti al rifornimento. È la più grande concentrazione di corazzati della Grande Guerra. All’alba c’è anche l’amica nebbia.
L’offensiva franco-britannica coinvolge il settore di Amiens, il fronte va da Morlancourt a Montdidier. L’operazione è stata tenuta segreta fino all’ultimo, anche negli eserciti Alleati.

Le armate del Kaiser non se l’aspettano, cadono dalle nuvole. Piovono talmente tanti proiettili che i tedeschi non possono nemmeno sbirciare i franco-britannici avvicinarsi. Sono impotenti. «Gli aerei riempivano il cielo».
L’avanzata della fanteria è inarrestabile, il sistema di trincee difensive è spezzato, l’Intesa dilaga: «Di tanto in tanto i “Fritz” ci correvano incontro con le mani alzate, carichi di souvenir, come orologi o libri tascabili. […] Sembrava che la loro priorità fosse di farsi catturare e lasciare la linea».
Tutti gli obiettivi vengono raggiunti su una profondità superiore ai 10 chilometri. Le striminzite divisioni tedesche perdono due terzi dei cannoni e 28.000 uomini. «Nella valle sottostante vedevamo il nemico caricare di tutto sui camion, un vero caos».
Ludendorff era già rassegnato a doversi limitare alla difensiva, ma questo è un colpo da cui non ci si può riprendere. Non per nulla la definirà «la più funesta giornata dell’esercito tedesco».

L’offensiva è un successo clamoroso, eppure ha rischiato di non partire neanche. L’idea l’ha avuta un mesetto fa, o giù di lì, il Generale Rawlinson: si era accorto della trascuratezza nelle difese nemiche, aveva notato la scarsa efficienza e il declino delle forze tedesche. Presa dalle sue manovre, la Germania aveva dovuto lasciare in quel settore truppe di “serie B”, ragazzini, oppure reparti sfiniti, a brandelli. Con le operazioni di luglio Rawlinson aveva testato la debolezza di quelle posizioni, aveva sondato l’incredibile fragilità tedesca. «Vivevamo come animali. Non ci lavavamo per giorni, eravamo infestati da parassiti e dai vermi. […] Mangiavamo qualsiasi cosa fosse un minimo commestibile e ci ritenevamo soddisfatti quando riuscivamo a dormire senza interruzioni».
Il Generale Haig aveva approvato il piano e il Comandante Foch l’aveva esteso, coinvolgendo i francesi. Il problema era convincere un tentennante Wilson, Capo di Stato maggiore britannico e uomo di Lloyd George, messo lì proprio per impedire il sacrificio di vite inglesi in attacchi ritenuti inutili e prematuri. Wilson voleva posticipare. Credeva servisse una lunghissima preparazione. Il suo dubbio era clamoroso: «Sarà possibile attaccare nel 1919 o dovremo aspettare il 1920?»
Per fortuna dell’Intesa, i Generali valutarono la situazione sul campo e lo ignorarono.

A Londra il Ministro degli esteri Balfour risponde ai pacifisti in Parlamento: «È il militarismo tedesco il vero ostacolo alla pace. La Germania non ha ancora confessato le sue colpe in Belgio, sottomette i popoli dalla Finlandia al Mar Nero con il suo dominio economico-militare e ha devastato le regioni occupate. I negoziati non sono possibili. Se le colonie africane tornassero ai tedeschi, vedremmo sorgere basi per sottomarini su tutte le rotte commerciali. […] Una pace pacifista significa una battuta d'arresto verso la civiltà».

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Inghilterra: l’Education act riceve l’assenso reale.
  • Replica di Balfour ai pacifisti alla Camera dei Comuni.
  • Il “Governo dei Paesi del nord” della Russia dirige alla popolazione un proclama, nel quale dice che il potere dei bolscevichi è caduto per il tradimento del paese a Brest-Litovsk e conclude: “In assenza di un potere legale per la Russia, assumiamo l’incarico del Governo dei Paesi del nord".

Fronte occidentale

  • Comincia la seconda e decisiva battaglia di Amiens. Grande avanzata franco-inglese sul fronte da Morlancourt a Montdidier.
  • La linea generale avanza a ovest di Morlancourt e verso Chipilly, Framerville, Caix, Beaucourt e Le Plessier-Rozainvillers.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 8 AGOSTO 1918

A nord del Corno Rosso una pattuglia di “arditi” con un colpo di mano mise in fuga u posto avanzato nemico catturando alcuni prigionieri e impadronendosi di una mitragliatrice.
Nella notte sul 7, l’avversario, dopo una breve preparazione di artiglieria, tentò ancora di assalire le nostre posizioni del Cornone.
Il tempestivo intervento delle nostre artiglierie e la pronta reazione delle fanterie sventarono l’attacco.
In Val Lagarina, in Vallarsa e nella Conca di Asiago nostre batterie colpirono colonne d’autocarri in movimento e centri d’attività nemica.

Firmato: DIAZ

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori