L’inizio della fine
La chiamano l’offensiva dei cento giorni. In realtà sarebbero novantasei, ma in fondo perché essere pignoli?
Alle 4:20 dell’8 agosto si parte, i britannici tornano protagonisti: «I cannoni danno inizio alla sinfonia. Un grande spettacolo di luci illumina l’orizzonte. […] Il poderoso fuoco di sbarramento sorpassa in dinamica magnificenza qualsiasi altra impresa umana».
In Piccardia l’Intesa ha ammassato circa 2.000 bocche da fuoco; i depositi sono satolli di munizioni e l’intelligence ha individuato oltre il 90% dell’artiglieria tedesca. Siccome è sempre meglio abbondare, gli Alleati schierano più di 400 carri armati e altri 120 adibiti al rifornimento. È la più grande concentrazione di corazzati della Grande Guerra. All’alba c’è anche l’amica nebbia.
L’offensiva franco-britannica coinvolge il settore di Amiens, il fronte va da Morlancourt a Montdidier. L’operazione è stata tenuta segreta fino all’ultimo, anche negli eserciti Alleati.
Le armate del Kaiser non se l’aspettano, cadono dalle nuvole. Piovono talmente tanti proiettili che i tedeschi non possono nemmeno sbirciare i franco-britannici avvicinarsi. Sono impotenti. «Gli aerei riempivano il cielo».
L’avanzata della fanteria è inarrestabile, il sistema di trincee difensive è spezzato, l’Intesa dilaga: «Di tanto in tanto i “Fritz” ci correvano incontro con le mani alzate, carichi di souvenir, come orologi o libri tascabili. […] Sembrava che la loro priorità fosse di farsi catturare e lasciare la linea».
Tutti gli obiettivi vengono raggiunti su una profondità superiore ai 10 chilometri. Le striminzite divisioni tedesche perdono due terzi dei cannoni e 28.000 uomini. «Nella valle sottostante vedevamo il nemico caricare di tutto sui camion, un vero caos».
Ludendorff era già rassegnato a doversi limitare alla difensiva, ma questo è un colpo da cui non ci si può riprendere. Non per nulla la definirà «la più funesta giornata dell’esercito tedesco».
L’offensiva è un successo clamoroso, eppure ha rischiato di non partire neanche. L’idea l’ha avuta un mesetto fa, o giù di lì, il Generale Rawlinson: si era accorto della trascuratezza nelle difese nemiche, aveva notato la scarsa efficienza e il declino delle forze tedesche. Presa dalle sue manovre, la Germania aveva dovuto lasciare in quel settore truppe di “serie B”, ragazzini, oppure reparti sfiniti, a brandelli. Con le operazioni di luglio Rawlinson aveva testato la debolezza di quelle posizioni, aveva sondato l’incredibile fragilità tedesca. «Vivevamo come animali. Non ci lavavamo per giorni, eravamo infestati da parassiti e dai vermi. […] Mangiavamo qualsiasi cosa fosse un minimo commestibile e ci ritenevamo soddisfatti quando riuscivamo a dormire senza interruzioni».
Il Generale Haig aveva approvato il piano e il Comandante Foch l’aveva esteso, coinvolgendo i francesi. Il problema era convincere un tentennante Wilson, Capo di Stato maggiore britannico e uomo di Lloyd George, messo lì proprio per impedire il sacrificio di vite inglesi in attacchi ritenuti inutili e prematuri. Wilson voleva posticipare. Credeva servisse una lunghissima preparazione. Il suo dubbio era clamoroso: «Sarà possibile attaccare nel 1919 o dovremo aspettare il 1920?»
Per fortuna dell’Intesa, i Generali valutarono la situazione sul campo e lo ignorarono.
A Londra il Ministro degli esteri Balfour risponde ai pacifisti in Parlamento: «È il militarismo tedesco il vero ostacolo alla pace. La Germania non ha ancora confessato le sue colpe in Belgio, sottomette i popoli dalla Finlandia al Mar Nero con il suo dominio economico-militare e ha devastato le regioni occupate. I negoziati non sono possibili. Se le colonie africane tornassero ai tedeschi, vedremmo sorgere basi per sottomarini su tutte le rotte commerciali. […] Una pace pacifista significa una battuta d'arresto verso la civiltà».
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Inghilterra: l’Education act riceve l’assenso reale.
- Replica di Balfour ai pacifisti alla Camera dei Comuni.
- Il “Governo dei Paesi del nord” della Russia dirige alla popolazione un proclama, nel quale dice che il potere dei bolscevichi è caduto per il tradimento del paese a Brest-Litovsk e conclude: “In assenza di un potere legale per la Russia, assumiamo l’incarico del Governo dei Paesi del nord".
Fronte occidentale
- Comincia la seconda e decisiva battaglia di Amiens. Grande avanzata franco-inglese sul fronte da Morlancourt a Montdidier.
- La linea generale avanza a ovest di Morlancourt e verso Chipilly, Framerville, Caix, Beaucourt e Le Plessier-Rozainvillers.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 8 AGOSTO 1918
A nord del Corno Rosso una pattuglia di “arditi” con un colpo di mano mise in fuga u posto avanzato nemico catturando alcuni prigionieri e impadronendosi di una mitragliatrice.
Nella notte sul 7, l’avversario, dopo una breve preparazione di artiglieria, tentò ancora di assalire le nostre posizioni del Cornone.
Il tempestivo intervento delle nostre artiglierie e la pronta reazione delle fanterie sventarono l’attacco.
In Val Lagarina, in Vallarsa e nella Conca di Asiago nostre batterie colpirono colonne d’autocarri in movimento e centri d’attività nemica.
Firmato: DIAZ