Roma-Vienna e Londra-Atene: linee calde
«Un attento e completo esame dell’attuale situazione permette di credere che le attuali difficoltà possano avere una soluzione pacifica e amichevole. Di questa soluzione mi piace esprimere il mio vivo desiderio e la mia ferma speranza».
Il Conte Tisza, Premier ungherese, è ottimista sul buon esito delle trattative tra Roma e Vienna. O almeno finge di esserlo. Le parti restano distanti, nessuno vuole firmare un accordo basandosi solo sulla “buona fede”, tutti vogliono garanzie. L’Austria-Ungheria vuole aspettare l’esito della guerra per adeguare i compensi, ma per noi questo è inaccettabile, se Vienna perdesse rischieremmo di ottenere poco o nulla. Il conflitto non l’abbiamo voluto noi e, a prescindere da chi ne uscirà vincitore, i nostri interessi sono già stati danneggiati.
Un altro fitto scambio diplomatico transita sull’asse Londra-Atene. Gli inglesi rassicurano i greci sul destino di Lemno: prima o poi verrà restituita. L’isola è diventata la base Alleata per le operazioni nei Dardanelli, peccato che la Grecia non fosse proprio d’accordo.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Governo inglese tranquillizza il Governo greco sul futuro di Lemno.
Fronte occidentale
- I tedeschi guadagnano nuove trincee vicino Notre-Dame-de-Lorette.
Fronte orientale
- I russi attaccano, prendendo 2.400 prigionieri, vicino Smolnik. Conquistata anche Memel (Klaipėda).
Fronte asiatico ed egiziano
- Violenta tempesta nei Dardanelli. Operazioni ferme.
Fronte d’oltremare
- Africa sudoccidentale tedesca: Il Generale Botha sconfigge le forze tedesche a Riet, sullo Swakop.
- Azioni a Jakalswater (Africa sudoccidentale tedesca).