12 Maggio, 1915

Parlamento neutralista?

La strategia viennese sembra funzionare: l’ultima offerta e l’autorevole parere di Giolitti hanno stuzzicato il vespaio politico italiano. Il 12 maggio è la prima di una serie di giornate convulse. 320 deputati e un centinaio di senatori fanno visita a casa Giolitti, lasciano i propri biglietti da visita, manifestando l’appoggio alla causa neutralista. Sono numeri importanti. Fatti due conti il risultato è chiaro: considerando anche chi non si è esposto apertamente, la maggioranza del Parlamento sembra contraria all’intervento. Nelle stesse ore l’Italia è pervasa da dimostrazioni interventiste. In tutte le grandi città si manifesta contro Giolitti e a favore della guerra. A Roma sono in 100.000 ad accogliere D’Annunzio; a Milano l’editoriale di Mussolini sul Popolo d’Italia è intitolato «Il delitto» e non è certo tenero con l’ex Presidente del Consiglio.

Se la politica italiana è in fermento lo è anche quella americana: a Washington è arrivata la risposta ufficiale di Berlino, ma non è quello che gli Stati Uniti vogliono sentirsi dire: «Il Governo tedesco deplora la perdita di vite causata

dall’affondamento del Lusitania, ma deve declinare ogni responsabilità. […] La colpa è dell’Inghilterra».
Segue una lunga lista di motivazioni, perlopiù sofismi edificati su flebili cavilli. Ma l’implicito messaggio di fondo non si può fraintendere: “la Germania non cambierà di una virgola il suo modo di fare”. 
Wilson non la prende benissimo, invia una seconda nota perentoria e chiede comunque garanzie per tutte le imbarcazioni civili, altrimenti...
Già, altrimenti? Non è chiaro, si resta sul vago, sull’astratto.

Chi spera nell’intervento americano sono gli inglesi, i più colpiti dalla strage del Lusitania. L’odio dilaga, non è indignazione, è puro odio. Nel mirino finisce chiunque abbia un qualsiasi legame con la Germania.
La contemporanea pubblicazione del Bryce report non stempera gli animi. Il dossier indaga e descrive i crimini e le atrocità commesse dall’esercito tedesco sui soldati Alleati, ma soprattutto sui civili, donne e bambini compresi. C’è un po’ di tutto lì in mezzo, dai saccheggi allo stupro, fino all’omicidio. È senza dubbio un documento di parte, ma di certo non è tutta un’invenzione.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • 320 deputati e un centinaio di senatori lasciano a casa di Giolitti il proprio biglietto da visita per sottolineare pubblicamente la loro adesione alla linea neutralista.
  • Grandi dimostrazioni interventiste e a favore del Governo in tutta Italia, particolarmente a Milano, Roma, Firenze e Genova.
  • A Roma D’Annunzio è accolto trionfalmente da 100.000 persone.
  • Il Governo inglese pubblica il rapporto della Commissione Bryce, incaricata di un'inchiesta sulle atrocità dei tedeschi nel Belgio: messi in luce fatti raccapriccianti.
  • Rivolte anti-tedesche in Inghilterra.
  • Il Governo tedesco, in una nota ufficiale, deplora la perdita di vite avvenuta per il siluramento del Lusitania, ma tenta di rigettarne la responsabilità sull'Inghilterra.
  • Il Presidente Wilson chiede alla Germania garanzie per i piroscafi non armati e i passeggeri non combattenti.

 Fronte occidentale

  • I francesi catturano Carency.

Fronte orientale

  • I tedeschi occupano Kielce (Polonia).
  • Gli austro-tedeschi avanzano in Galizia e a nord del passo di Uzhok.
  • Gli austro-ungarici si ritirano a sud del fiume Prut.

Fronte d’oltremare

  • Windhoek, capitale dell’Africa occidentale tedesca, viene occupata dalle truppe sudafricane del Generale Botha. La guarnigione tedesca si ritira nell'angolo nordorientale della colonia.

Fronte asiatico ed egiziano

  • Dardanelli: Cape Tekeh catturato dal reggimento Gurkha.

Operazioni navali

  • La corazzata inglese Goliath è affondata nei Dardanelli da un cacciatorpediniere nemico.

Parole d'epoca

Gabriele D'Annunzio

Discorso dal balcone dell’Hotel Regina

“Romani, Italiani, fratelli di fede e d'ansia, amici miei nuovi e compagni miei d'un tempo, non a me questo saluto d'ardente gentilezza, di generoso riconoscimento. Non me che ritorno voi salutate, io lo so, ma lo spirito che mi conduce, ma l'amore che mi possiede, ma l'idea che io servo. [...] C'è chi mette cinquant'anni a morire nel suo letto. C'è chi mette cinquant'anni a compiere nel suo letto il suo disfacimento. È possibile che noi lasciamo imporre dagli stranieri di dentro e di fuori, dai nemici domestici e intrusi, questo genere di morte alla nazione che ieri, con un fremito di potenza, sollevò sopra il suo mare il simulacro del suo più fiero mito, la statua della sua volontà romana, o cittadini? Come ieri l'orgoglio d'Italia era tutto volto a Roma, così oggi a Roma è volta l'angoscia d'Italia, che da tre giorni non so che odore di tradimento ricomincia a soffocarci. No, noi non siamo, noi non vogliamo essere un museo, un albergo, una villeggiatura, un orizzonte ridipinto col blu di Prussia per le lune di miele internazionali, un mercato dilettoso ove si compra e si vende, si froda e si baratta.

Il nostro Genio ci chiama a porre la nostra impronta su la materia rifusa e confusa del nuovo mondo. Ripassa nel nostro cielo quel soffio che spira nelle terzine prodigiose in cui Dante rappresenta il volo dell'aquila romana, o cittadini, il volo dell'aquila vostra. [...] L'Italia s'arma, e non per la parata burlesca ma pel combattimento severo. Ode da troppo tempo il lagno di chi laggiù oggi soffre la fame del corpo, la fame dell'anima, lo stupro obbrobrioso, tutti gli strazi. Calpesta dal barbaro atroce, o madre che dormi, ti chiama una figlia che gronda di sangue. Or è cinquantacinque anni, in questa sera, in quest'ora stessa, i Mille s'addormentavano per risvegliarsi all'alba e per andare avanti, sempre avanti, non contro il destino, ma verso il destino, che ai puri occhi loro faceva con la luce una sola bellezza. Si risvegli Roma domani nel sole della sua necessità, e getti il grido del suo diritto, il grido della sua giustizia, il grido della sua rivendicazione, che tutta la terra attende, collegata contro la barbarie. Dov'è la Vittoria? chiedeva il poeta giovinetto caduto sotto le vostre mura, mentre anelava di poter morire su l'Alpe orientale, in faccia all'Austriaco. O giovinezza di Roma, credi in ciò che ei credette; credi, sopra tutto e sopra tutti, contro tutti e contro tutto, che veramente Iddio creò schiava di Roma la Vittoria. Com'è romano forti cose operare e patire, così è romano vincere e vivere nella vita eterna della Patria. Spazzate dunque, spazzate tutte le lordure, ricacciate nella Cloaca tutte le putredini! Viva Roma senza onta! Viva la grande e pura Italia!”

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori