Il bisogno di condividere
Le delegazioni di Gran Bretagna e Italia arrivano a Parigi. La capitale francese è cambiata e mi sembra lapalissiano. Ci sono tanti profughi, gente di campagna, fuggita dalla guerra. La metropoli li ha accolti come ha potuto, ma ne ha anche assorbito qualcosa, un certo non so che: «Nelle case signorili o borghesi, dove si abitava da anni senza conoscere nulla del proprio vicino, dove al massimo ci si scambiava un “buongiorno e buonasera” sul pianerottolo o per le scale, ora è fiorita la “chiacchiera”. Come in provincia. La guerra ha indotto il mondo a raccogliersi, a cercare il contatto; ha tessuto vincoli e relazioni prima ignorate nelle metropoli, ma da sempre ben conosciute in provincia». Domenico Russo, La Stampa. È il bisogno di condividere qualcosa di troppo grande, siano speranze o paure. O più spesso lutti.
Lungo tutto il nostro fronte gli austro-ungarici contrattaccano. Ottengono vantaggi a nord-ovest di Gorizia, ma i combattimenti più brutali sono nel settore carnico, sotto la neve. Le truppe asburgiche possono contare sui rinforzi appena giunti, il loro sforzo è immane: tremano le postazioni sull’Alto But e non solo; gli italiani sono costretti a ritirarsi dal Pal Piccolo.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Salandra, Sonnino e il Generale Dallolio arrivano a Parigi, accolti con dimostrazioni entusiastiche.
- La delegazione inglese arriva a Parigi.
- Scioperi alle officine Putilov a Pietrogrado.
Fronte italiano
- Gli austro-ungarici contrattaccano le posizioni italiane a nord-ovest di Gorizia, tra Podgora e Peuma, ottenendo parziali vantaggi. Con un attacco di sorpresa riescono anche a occupare la quota 1859 del Pal Piccolo (Carnia), che sarà però riconquistata il giorno dopo.
Fronte asiatico ed egiziano
- Base turca distrutta da un assalto aereo a el-Hassana (Sinai).
- I russi avanzano sul l’alto Choroki (Caucaso).
Parole d'epoca
La conquista della trincea di Seltz
di Alfonso Onofrii, militare
Eravamo ormai alla vigilia dell’attacco e le nostre artiglierie aggiustavano i tiri sulle posizioni di Seltz tenute dal nemico.
Era il 26 marzo 1916.
La stessa sera la mia compagnia si spostò più a destra e si sistemò lungo l’argine del canale di irrigazione. Il capitano mi dette l’ordine di rifornire di munizioni col mio plotone il 1° battaglione che era in trincea, iniziando la corvè alle 6 del mattino successivo.
L’azione offensiva per l’occupazione del trincerone di Seltz fu considerata uno dei combattimenti più duri e più cruenti della guerra, sia per l’elevato numero delle perdite da ambo le parti, sia per il tipo di attacco, su di un fronte limitato, che permise ai contendenti di concentrare su quel settore tutti i mezzi distruttivi di cui disponevano.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Le persistenti intemperie ostacolarono anche ieri l' attività delle artiglierie nelle zone più elevate del teatro delle operazioni.
Azioni di artiglierie di qualche importanza si ebbero invece sul Medio Isonzo tra Tolmino e Gorizia, sul Carso e contro batterie nemiche appostate nei pressi di Duino.
Le nostre fanterie proseguirono intensamente i lavori di afforzamento.
Col favore della nebbia irruppero in più punti nelle linee dell' avversario e vi lanciarono bombe danneggiandole.
Firmato: CADORNA