8 Luglio, 1916

Mostruosa logica matematica

Forse non è così intuitivo e può non sembrare importante, ma c’è un’enorme differenza tra una guerra di logoramento e quella di esaurimento: la prima debilita, usura, sfinisce; la seconda annienta, seppellisce fino all’ultimo uomo.
Che i Generali parlino tra loro di “lotta di esaurimento” è comprensibile. Loro hanno una sola missione: vincere la guerra a ogni costo. “Abbiamo più uomini, quindi se ogni nostro soldato muore uccidendo un nemico va bene, sarà un successo”. Ma che ne parlino apertamente i giornali è, a parer mio, molto più preoccupante. È l’accettazione della barbarie, l’ammainare secoli di progressi culturali. Significa arrendersi e assoggettarsi alla logica matematica di un principio mostruoso: massacrare il fiore della società purché si uccida qualche nemico in più. È agghiacciante.
Quando si giunge a un tale abbrutimento dei commentatori, dei giornalisti e in definitiva dell’opinione pubblica, significa aver costretto la civiltà ad abdicare. È il rassegnarsi all’ecatombe come unico strumento di vittoria. Il soldato è disumanizzato, pupazzetti su una scacchiera.

Per citare una frase di origini incerte, ma spesso associata a Stalin: «Un morto è un dramma, cento morti sono una tragedia, un milione di morti sono una statistica». Ed è questo la prima guerra mondiale, un numero così elevato di vittime da risultare realmente incomprensibile, quindi ignorato. Non è una novità, i russi l’hanno già fatto in passato e lo rifaranno in futuro, ma aver costretto a questa mentalità Parigi, Londra e Berlino è un altro paio di maniche; quelle sarebbero le società più avanzate del mondo.

L’8 luglio l’eccidio sul fronte occidentale prosegue senza grossi scossoni. Più interessanti le novità galiziane: i russi irrompono a nord di Lutsk, controllano la ferrovia per Kovel, attraversano l’alto Stokhod, occupano Ugly e Arsenovychi. In pochi giorni sono avanzati di circa quaranta chilometri su una discreta porzione di fronte. A completare la giornata di Pietrogrado arriva la conquista di Delatyn, a sud del Dnestr, non molto distante dal vecchio confine magiaro; l’armata di Bothmer trema.

In Italia un intervento al Senato di Guglielmo Marconi ha riaperto la discussione sulla percezione estera della nostra guerra. In sostanza ci vendiamo poco e male; oltre confine non apprezzano abbastanza i nostri sforzi perché li ignorano. Il Governo Boselli studia quindi la creazione di un ufficio della propaganda all’estero: l’obiettivo sarà illustrare e valorizzare la nostra guerra, mettere in evidenza il contributo italiano alla causa Alleata.
A un oceano di distanza sembrano migliorare le relazioni tra Stati Uniti e Messico: il feedback da Carranza è positivo, conciliante; un accordo è ancora possibile.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Fronte occidentale

  • I britannici penetrano la parte sud di Trones Wood; scontri corpo a corpo a Ovillers.
  • I francesi prendono Hardecourt.
  • Duri scontri d’artiglieria a Verdun. Pesanti piogge ostacolano le operazioni.

Fronte orientale

  • I russi irrompono a nord di Lutsk e attraversano l’alto Stokhod, Ugly e Arsenovychi, avanzando di circa 40 chilometri in quattro giorni.
  • Nuovi successi dei russi a ovest dello Styr, dove prendono la città di Chortoryis’k.
  • I russi catturano Delatyn, a sud del Dnestr, e minacciano il fianco destro dell’armata di Bothmer.

Fronte italiano

  • Gli italiani respingono violenti attacchi austro-ungarici nel settore di Monfalcone.

 

Parole d'epoca

Arresi

di Luigi Giappesi, militare, 20° reggimento fanteria, brigata Brescia

Vita passata mentre sono stato prigioniero, giorno avanti 28 giugno gran bombardamento, ordine di fare lavanzata il giorno dopo cinque giorni senza mai dormire nenotte negiorno, il (29)alla mattina alle ore di 4 antimeridiane, sentendo un fischio srii Non sapendo cosa fosse, tutto intratto dicevano mettete le maschere, chè gassfisiante mentre mi sono preso la maschera che l’avvicinavo alla bocca, misentivo mancare difiato chenon potevo respirare allora emesso la medicina nella maschera epoi lomessa, mipareva diaffogarmi allora opreso lacoperta emisono involtato latesta,emisono  messo a capo sotto, mi credevo momento immomento morire, tuttointratto onteso dire chie questo, io misono alzato e odetto sono io Signor Tenente,che stò morendo,questo era S.tenente Faina midice, coraggio Giappesi che ora tocca anoi, bisogna andare rinforsare lalinia di destra che il nemico avanza là misono preso il fucile e pian piano sono giunto fino il comando della Compagnia, lì miadetto voi con la vostra squadra portatevi in ‘el posto avvanzato, sempre coraggio ci sono andato, arrivato alpunto, è venuto pure il Tenente, e midice sempre coraggio Giappesi, che diqui non deve entrare neppure il Patreterno, io o risposto faremo il possibile S.Tenente fino che potremo resistere.

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano

 

DAL FRONTE

In Valle di Ledro insolita attività delle artiglierie nemiche; qualche colpo cadde su Bezzecca. In Valle Lagarina, grossi calibri nemici bombardarono ieri le nostre posizioni sulla destra dell' Adige e nella zona di Zugna. Le nostre artiglierie sbandarono colonne di fanterie in Valle Terragnolo e provocarono esplosioni nelle vicinanze di Rovereto. Nel bacino dell' Alto Astico le nostre truppe rafforzarono le posizioni raggiunte, spingendo nuclei avanzati verso l' antistante linea nemica. Sull' Altipiano di Asiago vivaci azioni lungo tutta la fronte. Nell' Alto But intenso bombardamento nemico contro la posizione di Zellonkofel. Sul Carso durante la notte sul 7 l' avversario tenne sotto il proprio fuoco di artiglieria le nostre nuove posizioni nel settore di Monfalcone. All' alba lanciò due attacchi di fanteria, che furono prontamente respinti. Nostri velivoli bombardarono posizioni e colonne nemiche a sud di Calliano in Valle Adige e nella Valle d' Assa. Ritornarono incolumi.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori