5 Ottobre, 1916

Amara verità

Are you serious? Siete seri? Dev’essere stata questa la prima reazione di Londra, Parigi e Pietrogrado alle nuove pretese italiane, ma tutte e tre hanno la coscienza non proprio linda e pinta. Roma è venuta a sapere dell’accordo segreto per la spartizione del Medio Oriente e, irritata, vorrebbe partecipare: con un velo di megalomania rivendica le province di Smirne, Aydin, Adalia, Konya, Mersina e Adana, fette gustose della torta ottomana, quasi tutta la costa meridionale dell'Anatolia. Poi però c’è la realtà: noi italiani vorremmo esser “pagati” quanto i fuoriclasse, ma in questa guerra siamo il gregario; se arrivassimo in fondo e fossimo ancora in buone condizioni potremmo tirare la volata, ma il campione, il vincitore, deve essere anglo-francese. Ed è questo il primo problema: non abbiamo capito, o fingiamo di non capire, il nostro ruolo. Il secondo è che ci siamo lasciati fregare: ci siamo fidati dei tanti “poi vediamo”, non accorgendoci delle reali intenzioni delle tre super-potenze.

Un mese di telegrammi tra il Ministro degli esteri Sonnino e gli Ambasciatori a Londra, Parigi e Pietrogrado dimostrano tutta la frustrazione italiana: «Le ultime notizie ricevute hanno prodotto in me un senso di dolorosa sorpresa. […] Non è leale, né equo, patteggiare in tre sopra interessi riconosciuti comuni a tutti i soci e poi comunicare le cose come belle e decise al quarto alleato, chiedendogli di accettare quanto già stabilito. […] Noi volevamo essere alleati, volevamo essere leali e cordiali amici dei nostri compagni d'arme; ma l'Italia non si sarebbe mai rassegnata a fare la parte di “protetta” di questa o quella Potenza. Mille volte meglio restare soli e isolati. […] Non mi aspettavo tutto questo, tanto meno da Grey. Ho pregato Rodd - (Ambasciatore inglese a Roma, ndr.) - di scusare questo mio sfogo, derivante dall'amarezza con cui assistevo al crollo di tutto un sognato edificio di politica internazionale italiana, fondato sopra una sincera associazione di amicizia, di cordiale collaborazione e di reciproco rispetto tra eguali». No, l’Intesa non è un’alleanza alla pari e probabilmente lo scopriamo nel peggiore dei modi.

Sul fronte trentino il contrattacco asburgico del 5 ottobre riguadagna parte del Monte Colbricon, ma noi ci imponiamo al San Pellegrino. Resta aperta la partita rumena, con le armate di Bucarest vittoriose nella regione di Parajd, gli austro-tedeschi ripiegano verso ovest.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il Governo italiano è informato dell’accordo stipulato a maggio tra Francia, Inghilterra e Russia per la spartizione del Medio Oriente. L’Italia avanza riserve e chiede che la zona dell’Asia Minore assegnatale dal patto di Londra comprenda le province turche di Smirne, Aydin, Adalia, Konya, Mersina e Adana.
  • Vienna e Berlino annunciano la nascita del Regno “indipendente” di Polonia.

Fronte occidentale

  • Nuovi progressi britannici nel settore di Le Transloy (Bapaume).
  • I britannici avanzano a nord-est di Eaucourt.
  • I francesi fanno progressi a est di Morval.

Fronte orientale

  • In corso la battaglia di Lutsk.

Fronte italiano

  • Successo italiano nella valle San Pellegrino (Avisio, Trentino); espugnata  la cima di Costabella sinistra.
  • Dopo tre giorni di furiosi attacchi e gravi perdite, gli austro-ungarici riprendono una posizione avanzata verso il Colbricon.

 Fronte meridionale

  • Continua l’offensiva rumena a Dobrugia.
  • Dopo tre giorni di combattimenti, l’armata rumena del nord raggiunge il successo nella regione di Parajd. Gli austro-ungarici si ritirano a ovest.
  • Gli Alleati marciano verso Monastir, vivamente contrastati nell’ansa della Crna.

DAL FRONTE

In Valle Travignolo la notte sul 4, dopo violente azioni diversive contro le nostre linee sulle alture a nord del torrente, il nemico lanciò vivi insistenti attacchi nella zona del Colbricon sul versante meridionale. Fu dovunque respinto.
Nella giornata del 4, dopo intensa preparazione delle artiglierie, rinnovò gli sforzi con truppe fresche, riuscendo a riprendere la posizione avanzata verso il Colbricon Piccolo da noi conquistata il mattino del 3.
Sulla rimanente fronte fu ributtato con gravissime perdite.
Nell' Alto Cordevole respingemmo un attacco di sorpresa sulle pendici del Monte Sief.
In più punti della fronte sono segnalate intense azioni delle artiglierie nemiche contro gli abitati con qualche danno in Sano (Valle Adige), Forni Avolti (Alto Degano), Timau e Paularo (Bacino del But), Gorizia.
Le nostre artiglierie ribatterono con efficacia, distrussero baraccamenti militari in Birnbaum (Valle del Gail) e sconvolsero le linee nemiche sul Carso.
Firmato: CADORNA


Albania: il giorno 3, riparti della nostra cavalleria, muovendo da Argirocastro, occuparono Giorgucati e Episkopi, nella Valle del Drynos (Vojussa), mentre altri nuclei di cavalleria, partiti da Delvino, stabilivano il collegamento col presidio di Argirocastro.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori