Bucarest alle strette
Porgete l’orecchio a sud e sentirete i bulgaro-tedeschi di Mackensen avanzare verso Roşiorii e Alexandria. Voltatevi a ovest e incrocerete il nemico sulla vostra sponda dell’Olt. Guardate a nord e vedrete gli austro-tedeschi di Falkenhayn combattere a Curtea de Argeș e occupare Râmnicu Vâlcea. I difensori della Valacchia hanno una sola strada percorribile, ritirarsi verso est, verso Bucarest. Il 25 novembre Pitești, fondamentale snodo ferroviario della regione, è pressata da tre lati. I russo-rumeni sono però attivi in Dobrugia: inutile il diversivo su quel fronte ormai secondario.
La Romania aspetta con ansia un nuovo assist zarista, ma Pietrogrado deve fare i conti con la cronica deficienza di mezzi.
Quanto sia confusa la realtà russa iniziano a notarlo anche i giornali Alleati: l’incredibile instabilità politica ha prodotto terremoti in serie nello schieramento di Governo; segnalo solo tre Ministri della Guerra, quattro degli Interni, tre Ministri degli esteri e tre Premier in meno di due anni e mezzo. Pessimo sintomo.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La legge sul Patriotic Auxiliary Service tedesco viene presentata al Reichstag.
- L’aviazione diventa una branca separata dell’esercito tedesco.
Fronte meridionale
- Avanzata austro-tedesca verso Bucarest. Combattimenti a Curtea de Argeș e occupazione austro-tedesca di Râmnicu Vâlcea.
- Nella Valacchia meridionale i bulgaro-tedeschi avanzano verso Roşiorii e Alexandria.
Parole d'epoca
Tremare dalla paura
di Giuseppe Mimmi, sottotenente brigata Catanzaro
Ieri sera alle ventidue, tutto il reggimento si è mosso e la marcia notturna, per l'altipiano di Doberdò, fino al Vallone, si è svolta senza incidenti. Durante il cammino ho avuto sempre la compagnia del capitano Ragni, che per ordine del comando di divisione, ha il compito di seguire e sorvegliare i movimenti. È tornato anche lui da Spoleto, pochi giorni or sono e mi ha raccontato dello strazio della famiglia Arcangeli, dopo la morte di Tomassino. Dal Vallone in avanti, le cose sono cambiate. Lungo la mulattiera, che sale a quota 208 nord, siamo stati disturbati da alcune salve di shrapnels e da qualche granata sporadica, senza obbiettivo determinato, che specie durante la notte, gli austriaci lanciano ad intervalli per ostacolare il transito ed i rifornimenti, ma più oltre è venuto il difficile. Si è reso necessario marciare lentissimamente, in fila indiana ed in completo silenzio, parte allo scoperto e parte in camminamenti stretti e fangosi, procedendo a tentoni, perché non si vedeva ad un palmo dal naso. Dopo un tempo, che mi è sembrato interminabile, io, che ero in testa alla compagnia, ho trovato dei soldati stesi nella melma ed ho saputo da essi, che eravamo giunti in linea, ma di trincere, neppure la traccia.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
A mezzodì del solco Loppio-Mori (destra dell' Adige) respingemmo un piccolo attacco nemico in direzione di Sano.
Lungo la rimanente fronte Tridentina duelli delle artiglierie. Le nostre disturbarono movimenti nemici nella zona di Valle Adige e nel bacino dell' Alto Astico.
Sulla fronte Giulia l' artiglieria avversaria fu più attiva contro le nostre posizioni del Ursiz (Ursiz Vrsic-Monte Nero) e ad oriente di Gorizia.
Aerei nemici lanciarono bombe su Agnedo, Grigno e Primolano, in Valle Sugana: due feriti. Un incendio sviluppatosi in un carro ferroviario fu subito domato. Nostri velivoli levatisi in caccia fugarono la squadriglia nemica.
Firmato: CADORNA