Le aspettative francesi
Cominciamo dalla fine, da mezzanotte meno un quarto: tre scampanellate dichiarano terminata la seduta parlamentare «in Comitato segreto». Il pubblico, ancora fuori Palazzo Borbone, in attesa, viene fatto rientrare. Parigi vota l’ordine del giorno filo-governativo: «La Francia si aspetta dalla guerra la liberazione dei territori invasi, la restituzione dell’Alsazia e della Lorena, la riparazione dei danni e garanzie per il futuro». Non c’è l’unanimità chiesta dal Premier Ribot, 453 sì, 55 no, ma la vittoria è schiacciante. I socialisti si dividono ancora e non votano compatti. Il documento è strano, qualcuno lo legge come un’apertura ai russi, ma sembra piuttosto una porta in faccia all’idealismo del “niente annessioni, né indennità”.
I rapporti tra gli Alleati e Pietrogrado sono un campo minato, qualsiasi passo può essere l’ultimo. E gli Imperi centrali ci sguazzano. I giornali tedeschi del 5 giugno usano l’opposizione del Governo parigino alla Conferenza di Stoccolma come grimaldello: «La Russia dovrebbe aprire gli occhi. […] Le divergenze con gli anglo-francesi sono evidenti».
A Pietrogrado il Ministro della guerra Kerenskij prova a tranquillizzare gli Alleati: «Dopo aver visitato tutto il fronte, posso dire che la cosiddetta agonia del nostro esercito era solo la gestazione del nuovo Stato russo. La nostra potenza militare aumenta ogni giorno, basata su una ritrovata e cosciente disciplina».
Tra i più preoccupati in merito ci sono gli Stati Uniti e a spiegarne il perché è il corrispondente del Petit Parisien: «La Germania manipola l’informazione. […] Le notizie più allarmanti sulla Russia arrivano con incredibile rapidità, mentre quelle ottimiste giungono tardi o non giungono affatto». Ok, la propaganda tedesca è un colpevole plausibile, ma io avrei anche un’altra teoria: la Russia sta effettivamente andando a rotoli, almeno dal punto di vista dell’Intesa.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La Camera francese, dopo tre sedute segrete, approva con 453 voti contro 55 un ordine del giorno in cui si afferma che gli scopi di guerra della Francia sono: restituzione delle terre invase, annessione dell'Alsazia-Lorena, giuste riparazioni per i danni subiti.
- Oltre dieci milioni di giovani americani dai 21 ai 31 anni si iscrivono nelle liste di leva in tutti gli Stati Uniti. Repressi i disordini provocati qua e là dai pacifisti.
Fronte occidentale
- I britannici avanzano leggermente a sud del fiume Souchez e cominciano ad attaccare a nord del fiume Scarpe.
- Fallisce l’attacco tedesco vicino Hurtebise (Chemin des Dames).
- L’artiglieria è ancora attiva vicino Wytschaete.
- Ostenda bombardata dal mare.
- Raid diurno a Medway e Sheerness (foce del Tamigi): 13 morti e 34 feriti; almeno sei aerei tedeschi distrutti durante il ritorno.
- Creata un’armata polacca autonoma in seno all’esercito francese.
Fronte italiano
- Gli italiani si ritirano a sud di Jamiano.
Operazioni navali
- Azioni navali fra incrociatori leggeri nel mare del Nord; affondato un cacciatorpediniere tedesco.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 739 - 05 GIUGNO 1917 - ORE 18:00
Sulle fronti tridentina e carnica brevi e poco intense azioni d' artiglieria e limitata attività di pattuglie. Contro le nostre posizioni del Vodice e ad est di Gorizia, sulle pendici nord del San Marco, nuovi tentativi d' irruzione fatti dal nemico nella notte sul 4 e durante la giornata, vennero respinti. Prendemmo 38 prigionieri, di cui un ufficiale.
Sul Carso il nemico, dopo aver portato alla massima intensità il tiro d' artiglieria, col quale già da più giorni batteva violentemente le nostre linee avanzate, lanciò nella notte sul 4 forti masse all' attacco dal Dosso Faiti al mare. Le posizioni del Dosso Faiti, per quanto completamente sconvolte, vennero strenuamente difese dalle fanterie della brigata Tevere (215° e 216° regg.) che dopo lunga lotta, nonostante violentissimi tiri d' interdizione, respingevano definitivamente l'avversario che aveva potuto in un primo momento mettere piede in qualche nostro elemento di trincea. Vennero catturati 62 prigionieri.
Da Castagnevizza al ciglione a nord di Jamiano, le nostre truppe resistettero bravamente agli attacchi accaniti, e con contrattacchi e violenti corpo a corpo riuscirono a tenere saldamente le proprie posizioni e ad occupare anzi qualche nuovo tratto avanzato nei pressi di Castagnevizza e di Versic. A sud di Jamiano, mantenendo salde le posizioni di ala, dovemmo inflettere alquanto il centro della nostra nuova linea, per sottrarla agli effetti micidiali del fuoco. Con frequenti ritorni offensivi riuscimmo dapprima ad arrestare nettamente la foga avversaria, poi, con energico contrattacco, abbiamo ristabilito quasi completamente la situazione primitiva.
Generale CADORNA