Re Costantino abdica
E all’improvviso riecco Atene, la “bomba” è greca. L’11 giugno Re Costantino abdica. Charles Jonnart, Alto Commissario delle Potenze protettrici ed esperto di questioni coloniali, ha impiegato neanche una settimana a “risolvere” la questione ellenica. Jonnart ha parlato con il Premier Zaimis, gli ha illustrato la sua personale filosofia del «Manifestare la forza per evitare di servirsene», lo ha convinto di non avere altre opzioni per «ricostituire l’unità della Grecia» e il resto è Storia. Re Costantino lascerà il Paese, andrà in esilio in Svizzera insieme al figlio. Già, perché sul trono non siederà il Principe ereditario, sgradito all’Intesa, ma il secondogenito Alessandro.
Ora gli anglo-francesi possono prendere il controllo: un contingente sbarca al Pireo, una colonna marcia in Tessaglia, occupando Elassona, e all’istmo di Corinto spetta la stessa sorte.
La volubile e ambigua Grecia è caduta. I metodi non sono stati molto diversi da quelli berlinesi, forse meno brutali, ma ugualmente coercitivi.
La Germania continua a lavorarsi i neutrali, o meglio ci prova. A Stoccolma non ci sono gli Alleati, non c’è una vera conferenza, ma i socialisti tedeschi sì e parlano con le rappresentanze nordiche. Scheidemann prova a portar acqua al suo mulino, ma gradirebbe evitare certi argomenti: «La causa della guerra è l’imperialismo. Il Governo tedesco fece tutto il possibile per evitare la guerra, o almeno per localizzarla». Ecco, quel “localizzarla” sa tanto di coda di paglia. E l’impressione continua: «Non deve essere compito di questi incontri indagare le responsabilità della guerra. Sarebbe troppo lungo e complicato, moriremmo tutti prima di aver finito. Bisogna invece discutere il problema della pace al più presto». Sì, ma il suo Partito ha sempre dato appoggio e sostegno al Governo berlinese e quindi alla guerra. Dev’esserci un po’ d’imbarazzo nell’aria, di sicuro c’è l’irritazione di Ebert, pronto a soccorrere Scheidemann: «La nostra delegazione non vuole che la conferenza assuma il carattere di un tribunale, dinanzi al quale il Partito socialista tedesco sia costretto a giustificarsi».
Sui campi di battaglia non cambia nulla: i britannici fanno progressi a sud-est di Messines; gli italiani, ancora avvolti dal maltempo, continuano a sbattere sugli austro-ungarici in Trentino; davanti agli Alpini c’è solo la pallottola in attesa di lasciarli stecchiti a terra.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Abdicazione di Re Costantino di Grecia in favore del suo secondogenito, Alessandro.
- Costituito il nuovo Governo spagnolo: lo guida Dato, capo dei conservatori.
- L’unione di marinai e vigili del fuoco rifiutano di lasciar partire Ramsay MacDonald per la Russia.
- Pubblicazione del messaggio dal Presidente Wilson al Governo russo.
- L'Ambasciatore inglese a Pietrogrado, il Ministro francese Thomas e i deputati italiani Cappa, Labriola e Raimondo assistono a un grande comizio pubblico, organizzato dalla società russo-britannica a Pietrogrado.
Fronte occidentale
- I britannici fanno progressi di un chilometro e mezzo sul fronte a sud-est di Messines; catturata La Potterie.
Fronte meridionale
- Le truppe francesi sbarcano a Corinto e le forze franco-inglesi entrano in Tessaglia.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 745 - 11 GIUGNO 1917 - ORE 18:00
In tutta la zona montuosa del teatro delle operazioni e specialmente tra Adige e Brenta l’attività combattiva fu ieri maggiore del consueto. Nella notte sul 10, al Passo del Tonale, nell' Alta Valle del Chiese, sulle pendici di Dosso Casina e in Valle di Posina, nuclei nemici furono respinti ed inseguiti.
Sull' altipiano di Asiago, la nostra artiglieria bersagliò e sconvolse ieri in più punti le complesse opere di difesa dell'avversario, indi nostri riparti compirono ardite azioni offensive verso Monte Zebio e Monte Forno e fra l'imperversare di violenti temporali s' impadronirono del passo dell' Agnella e di buona parte del Monte Ortigara, ad oriente di Cima Undici. Le irruzioni condotte di sorpresa e con grande violenza ci fruttarono 512 prigionieri di cui 7 ufficiali.
Contemporaneamente, vincendo gravissime difficoltà atmosferiche, nostre squadriglie aeree bombardarono con successo, nella zona delle alte valli dell'Astico e dell'Assa, le retrovie del nemico e le sue numerose batterie pesanti; ritornarono poi incolumi alle loro basi.
Sulla rimanente fronte saltuari concentramenti di fuoco dell’avversario furono controbattuti dalla nostra artiglieria. Sul Carso alcuni attacchi tentati contro le nostre linee a sud di Castagnevizza furono nettamente ributtati. Catturammo qualche prigioniero.
Generale CADORNA